Sontuosa. Sublime. La più bella storia che sia mai stata scritta sulla Capitanata e nella Capitanata. Ne avevo sentito parlare solo grazie a a quel certosino ed ineffabile cercatore di buona letteratura che è Francesco Giuliani, che ne ne occupò in un articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno, qualche anno fa.
L’ho scovata finalmente negli annali de «L’Illustrazione Italiana», resi disponibili dal mai troppo lodato Archive.Org, il più grande archivio digitale, impareggiabile custode della memoria storica e culturale delle civiltà.
«Agnus Dei» di Riccardo Bacchelli comparve sulla rivista milanese nel 1929. Il grande scrittore era venuto in provincia di Foggia proprio in quell’anno, recandosi in visita a San Marco in Lamis dall’amico Giustiniano Antonio Serrilli, che lo condusse in visita a diversi centri Dauni, soprattutto nel Gargano.
Bacchelli ne prese spunto per diversi reportage, pubblicati sulla «Stampa». Visitando il convento di San Matteo lo scrittore rimase colpito da un ex voto raffigurante un ragazzo morso da un asino. Dal disegno trasse l’ispirazione per la novella, in cui racconta la storia di Matteo Mancino Di Dio, umile capraio che diventerà un ricco pastore, condizionato dalla cupidigia e dall’avarizia.
La vicenda è ambientata prevalentemente a San Leonardo di Siponto, snodandosi tra Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Nicandro Garganico, Foggia e San Severo. Sulle sfondo c’è il lento cammino dell’affrancamento del Tavoliere dalla Dogana, le diatribe tra i pastori che difendevano i «tratturi del Re» e i contadini che cercavano di sottrarli al pascolo per destinarli ad attività più produttive.
Bacchelli tratteggia Matteo Mancino Di Dio con una straordinaria vivezza, dando prova di altissima letteratura e di una stupefacente capacità di penetrare a fondo il «genius loci» di una terra che non era la sua. Una sorta di Malavoglia in salsa dauna, che ricorda le migliori pagine di Giovanni Verga.
Le otto pagine de «L’Illustrazione Italiana» sono impreziosite dai disegni di Mario Vellani Marchi, importante artista, amico personale di Bacchelli e fondatore, assieme allo scrittore, del celeberrimo Cenacolo milanese di via Bagutta.
Mi piace condividere questa splendida «chicca» con gli amici e i lettori di Lettere Meridiane. Sfogliatela qui sotto, leggetela, fatela leggere. Se volete scaricarla direttamente, fate clic qui. (g.i.)
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