Quando comparve Foggia, per la prima volta, sui giornali? È un interrogativo che mi ha sempre appassionato, come giornalista che si sforza di raccontare il presente e il passato della città. Non è facile rispondere in modo certo, ma la crescente disponibilità di «big data» in rete rende la cosa più fattibile.
Se non proprio la prima, la citazione comparsa sul Kentish Post or Canterbury News Letter il 10 aprile del 1731 è senz’altro una delle più antiche. Pubblicando il testo di una «lettera» da Napoli (allora i giornali si realizzavano così: raccogliendo e pubblicando lettere provenienti dai luoghi più disparati, da cui deriva anche il termine «newsletter») il bisettimanale riferì del terremoto che aveva sconvolto il capoluogo dauno il 20 marzo, e che venne percepito in modo drammatico anche nella città partenopea, suscitando panico tra la popolazione.
Ma ecco cosa scrisse il Kentish Post, tradotto dall’inglese: «Estratto di una Lettera da Napoli, 23 marzo. Vento da est e nessun arrivo. Non si vede altro che devozione, essendo la Settimana Santa; un sentimento accresciuto dalla costernazione in cui si è trovata questa città il giorno 20 del mese, a causa di un terremoto avvertito qui intorno alle quattro del mattino. È durato ben tre minuti, allarmando l’intera città; molte persone sono corse fuori dalle loro case verso spazi aperti, e coloro che ne avevano la possibilità sono rimasti all’aperto in tende per la notte successiva e per quelle seguenti.
Non ci sono state repliche né danni nei dintorni (di Napoli, n.d.r.); tuttavia, Foggia, una città in Puglia, a circa 100 miglia di distanza, è stata distrutta per due terzi, e quasi 2000 persone sono rimaste sepolte sotto le macerie. Ascoli e alcune altre città nelle vicinanze hanno subito gravi danni. La città di Ariano non ha subito danni.»
Il fatto suscitò l’attenzione di diversi giornali inglesi. Ne parlarono, oltre al Kentish Post, anche altri giornali britannici dell’epoca, qualche giorno dopo: il Caledonian Mercury, scozzese, il Gloucester Journal e il Newcastle Courant. Non c’è particolarmente da rallegrarsi, nel finire all’attenzione della stampa internazionale per un fatto così tragico, ma l’informazione funziona così. Nella foto d’apertura, la testata del numero del Kentish Post di cui abbiamo parlato.
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