Per aprire un museo, si distrugge un’opera d’arte. Sembra inverosimile, ma potrebbe accadere, a Foggia. A rischiare è l’artistico mosaico che riproduce la Locazione Castiglione, che attualmente fa bella mostra di sè nell’androne di Palazzo Filiasi. Non per molto, pare.
Sembra che ne sia stata decisa la rimozione nell’ambito dei lavori di ristrutturazione cui il palazzo sarà sottoposto per consentirvi la realizzazione del Museo Archeologico Nazionale voluto dal Ministero dei Beni Culturali.
Una vicenda che amici e lettori di Lettere Meridiane conoscono bene, in quanto il blog è stato tra i sostenitori della petizione promossa da associazioni culturali ed intellettuali per scongiurare il ridimensionamento dell’Archivio di Stato, che coabita – ma al punto in cui sono le cose sarebbe il caso di dire coabitava – con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, nello storico palazzo di piazza XX settembre.
Per consentire la realizzazione del Museo, il Ministero della Cultura sfrattò praticamente se stesso, disponendo il trasferimento dell’Archivio di Stato nel dirimpettaio Palazzo Dogana, costretto quindi ad una drastica cura dimagrante, con i problemi di funzionalità, di spazio e di agibilità che si possono facilmente intuire.
Il ministro Sangiuliano rispose ai promotori della petizione annunciando di aver sottoposto la questione alla Direzione Generale Archivi «per una rapida soluzione della stessa» e promettendo il suo «impegno a ridare agli uffici amministrativi e della biblioteca dell’Archivio di Stato la dignità della sua storia secolare.»
Tutto ciò accadeva agli inizi di marzo 2024. Cinque mesi dopo, assai poco si è mosso. L’Archivio di Stato sta traslocando, e adesso fosche nubi si addensano sul destino del mosaico che adorna l’androne.
Pare che debba essere rimosso, ma per essere trasferito, o distrutto?
Sarebbe un affronto a quanti hanno voluto l’opera e si sono impegnati perché diventasse una realtà.
Il bel mosaico, costituito da tessere in terracotta trafilata e decorata a mano, misura 465 x 365 centimetri, e riproduce la parte centrale della celebre mappa della Locazione Castiglione, custodita dall’Archivio di Stato e disegnata alla fine del XVII secolo da Antonio e Nunzio Michele di Rovere.
Venne donato dall’associazione culturale Omnia Daunia, ad iniziativa dal presidente della stessa associazione, l’indimenticabile Giulio Fuiano, e dell’amministrazione comunale, allora guidata da Orazio Ciliberti.
A firmare il progetto e a curare la direzione dei lavori fu l’architetto Stefano del Pozzo, Lucia Terlizzi si occupò della decorazione e delle tessere mosaicali, l’esecuzione e la supervisione artistica vennero affidate all’Accademia di Belle Arti. Dovrebbe esserne ancora proprietario il Comune di Foggia, che lo concesse all’Archivio di Stato. L’inaugurazione avvenne a settembre del 2007.
E adesso? Se proprio è necessario rimuovere il mosaico, sarebbe il caso che venga trasferito ad un’altra sede, altrettanto dignitosa, confortevole e significativa, per evitare che si ripeta lo scempio toccato all’affresco L’Isola della bella gente, dipinto da Giovanni Albanese per il Palazzetto dell’Arte, e successivamente coperto da tendaggi, e ad Ali Sospese, l’artistica scultura di metallo di Gianfranco Rizzi, simbolo dell’aeroporto Gino Lisa, rimossa e addirittura gettata tra i rifiuti, restaurata solo dopo molti anni di abbandono ed incuria.
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