Sorpresa: Foggia surclassa Bari

Se chiedete ad un cittadino foggiano che pensa del suo Comune, difficilmente ascolterete una risposta positiva.

Quel cittadino potrebbe forse ricredersi, una volta conosciuti  i dati che mi appresto a fornirvi. Il fatto è che quasi sempre giudizi del genere sono costruiti su sensazioni, sul cosiddetto sentire comune, piuttosto  che su dati di fatto.

E’ un po’ come succede con la cosiddetta temperatura percepita: una cosa è quella sancita dal termometro, altra quella che sentiamo, effettivamente condizionata da altri fattori, come il vento o la pressione.

Per quanto riguarda un Comune,  l’opinione viene generalmente influenzata dal giudizio politico verso l’amministrazione di turno, che resta in ogni caso altra cosa rispetto alla istituzione.

Il modo di essere e di prestare servizi ai cittadini di un Comune si forma in un arco temporale di lungo termine, che in qualche modo prescinde dal colore politico di chi lo governa, tanto più se al vertice dell’amministrazione c’è alternanza.

Ma veniamo a noi.

I dati di cui ci occupiamo sono forniti dal mai troppo lodato sito di OpenCivitas che analizza le performance dei diversi Comuni, mettendo a confronto la quantità dei servizi erogati; la spesa “storica” e quella “standard”.

La prima tipologia di spesa è quella effettivamente sopportata, la seconda quella derivante dai cosiddetti fabbisogni standard, un indice  che determina, Comune per Comune, la spesa che dovrebbe essere devoluta ai servizi erogati.

Abbiamo messo a confronto, raffrontandole a quelle dell’Italia, della Puglia e del Sud, le performance delle otto città pugliesi capoluoghi di provincia.

Fonte: Opendata.it

La graduatoria va letta sia dall’alto in basso che da sinistra a destra. L’asse verticale si riferisce alla quantità di servizi offerti, quella orizzontale al livello della spesa. Va precisato che ciascun Comune è stato “pesato” rispetto ai comuni compresi nella stessa fascia di popolazione.

La “performance” così determinata è stata così collocata in quattro quadranti che aggregano le due dimensioni. Lecce, Foggia, Bari e Trani si collocano al centro dell’asse orizzontale, il che significa che non vi è una sostanziale differenza tra spesa storica e spesa standard. Ben diversa è invece la quantità dei servizi offerta da ciascuna istituzione: primeggiano Lecce e Foggia, che si piazzano nettamente al di  sopra della media dei comuni compresi nella stessa fascia di popolazione nonché sopra la media nazionale e le medie relative a Puglia e Mezzogiorno.

Finiscono sotto Bari e Trani, il che significa che i due comuni offrono servizi in quantità largamente inferiore a quella dei comuni della stessa fascia di popolazione.

Si collocano nella parte inferiore anche Andria, Barletta, Brindisi e Taranto, ma con una significativa differenza nella dimensione orizzontale.

Andria e Barletta, che si posizionano in basso a sinistra, sostengono una spesa storica inferiore alla spesa standard ed erogano servizi in misura minore rispetto ai servizi mediamente offerti dai comuni della stessa fascia di popolazione.

Brindisi e Taranto si collocano in basso a destra, il che vuol dire che sostengono una spesa storica superiore alla spesa standard ed erogano servizi in misura minore.

I dati si riferiscono al 2019, ed è il caso di sottolineare che attengono alla quantità e non alla qualità dei servizi erogati. Il 2019 è l’anno più recente dell’analisi di Opendata, che comprende anche altri dati interessanti, come il costo medio del lavoro calcolato per addetto e per abitante e il numero dei dipendenti. Li vedremo in una successiva puntata.

Geppe Inserra

(1. continua)

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Author: Geppe Inserra

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