Una voce carica di destino: Luca D’Apolito e «Umbra», il suo primo ep

«Luca D’Apolito merita», mi raccomanda Francesco Saggese, a corredo della bella recensione che state per leggere e in cui Francesco presenta il primo ep di questo giovane, originale cantautore-cantastorie garganico, che dalla sua chitarra battente trae profonde e insospettabili sonorità, che disegnano nuovi ed affascinanti orizzonti per la ricchissima tradizione musicale della Montagna del Sole.
Francesco ha del tutto ragione, e lo ringrazio per la bella sorpresa. A soli 30 anni, Luca D’Apolito vanta un curriculum artistico di tutto rispetto, che parte da Rione Junno, storica formazione di Monte Sant’Angelo, per intrecciarsi con musicisti del calibro di Eugenio Bennato, Erasmo Petringa, Enzo Gragnaniello, Marcello Colasurdo, e con la storica band dei Bisca.
L’ep «Umbra», di cui potete ascoltare e guardare alla fine dell’articolo la title track nello splendido video girato da Raffaele Niro, sembra essere non già un punto d’arrivo ma piuttosto una partenza, verso traguardi importanti. «Una voce carica di destino», come giustamente Francesco Saggese titola la sua recensione.
Se volete approfondire, vi suggerisco di guardare anche il concerto che Luca D’Apolito ha tenuto nella edizione 2022 del Piccole Cose Fest, nella suggestiva cornice della Tomba di Rotari, a Monte San’Angelo (lo trovate qui). Buona lettura, buona visione, buon ascolto. (g.i.)

* * *

Ho ascoltato il disco di Luca D’Apolito all’alba dello scorso 30 dicembre mentre lasciavo il mio paese, Vico del Gargano, per rientrare in Lombardia.

Alla mia sinistra scorrevano uno dietro l’altro i paesaggi di Ischitella, Carpino, Cagnano; sulla mia destra distese di ulivi, i laghi, il mare e le Tremiti.

Il suono e le parole incise sul disco riempivano quel silenzio che conosce bene solo chi parte e mi facevano strada; così più mi allontanavo dal Gargano più c’ero dentro; più la striscia bianca dell’autostrada davanti a me s’allungava, più tornavo indietro, risalivo vicoli, sentivo profumi, attraversavo giardini d’amore.

Inseguivo la voce antica e presente del Gargano, che s’era fatta attuale, viva, profonda, ruvida.

La voce di Luca.

Inseguivo il pulsare dei polpastrelli su una chitarra battente come fosse un cuore.

Il cuore di Luca.

Il Gargano suona, canta, non ha perso la sua voce, il suo cuore batte vivo, ed è qui, inciso su tracce che si diffondono nella mia auto, custodite in un cofanetto spalancato come una finestra sulle faggete di Umbra, il suo profumo intenso misto a quello dei muschi m’inebria.

Il canto di Luca è un dono prezioso per il Gargano; va custodito come un lenzuolo di lino pregiato che si conserva in un comò.

Come fili intrecciati gli stornelli tramano e innovano la vera e autentica bellezza di questa terra, un intreccio sapiente, ricamato con passione, ricerca, amore, determinazione.

Quello che sento è scritto d’orizzonte, d’alba che annuncia il giorno, di vento che fa tremare le foglie sugli alberi prima che una vena gialla le lasci cadere a terra.

La voce di Luca è una voce unica, una voce a cui ti puoi aggrappare, abita la terra che canta, venera e pensa.

La voce di Luca D’Apolito è carica di destino.

In «Umbra» suonano con lui Elio 100gr, Federico Scarabino, Raffaele Niro, Fulvio di Nocera e Francesco Del Duca. Luca d’Apolito con la giovane casa discografica Rhymers’ Club è vincitore del bando NuovoIMAIE per le produzioni discografiche 2023 con l’ex «Umbra» che è possibile reperire su tutte le piattaforme online e attraverso la distribuzione di Fortezza Bastiani.

Francesco A.P. Saggese

Views: 0

Author: Francesco A.P. Saggese

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *