“Da oltralpe arriva una delle versioni più pure ed ispirate mai ascoltate della grande famiglia di canti del Gargano”. Con queste parole, Aronne Dell’Oro, egli stesso raffinato interprete della tradizione musicale della Montagna del Sole, mi ha messo a parte dell’uscita di autentico gioiello: Sunette d’amore nella sontuosa interpretazione di Piers Faccini, eclettico musicista e cantautore italo-franco-britannico, di cui ha scritto Fabio Guastalla su Ondarock: “Piers Faccini traduce in musica la sua atavica condizione di apolide estendendola fuori dai confini europei, alla costante ricerca della novità proveniente dalla mescolanza di lingue e culture differenti.”
Il brano è compreso nel secondo volume della raccolta Song I Love, tributo affascinante e personale alle canzoni e ai cantautori che l’artista ama, uscito soltanto qualche giorno fa.
Sono assolutamente d’accordo con l’entusiasmo manifestato dal caro Aronne: Piers reinterpreta il monumentale “sunette”, reso celebre dai Cantori di Carpino, in una versione filologicamente rispettosa, ma straordinariamente fascinosa. La voce e la chitarra di Faccini cesellano, ricamano, disegnano uno straordinario ordito di musica, poesia ed emozione pura, che restituisce al brano una straordinaria suggestione.
I “cantatori” carpinesi sono decisamente in buona compagnia. Tanto per dire, gli autori cui Piers rende omaggio nel suo album sono, tra gli altri, Nick Drake, Elliott Smith, Neil Young, PJ Harvey, Jimi Hendrix e Joni Mitchell. Ogni canzone viene reinterpretata in modo del tutto originale.
L’album viene fornito in un bellissimo libro rilegato con copertina rigida, che contiene le illustrazioni di Faccini e le storie che accompagnano ogni versione cover: potrebbe essere un’idea per un regalo di Natale fuori dagli schemi.
Potete ascoltare Sunette d’amore qui sotto. Lasciatevi abbracciare ed incantare dall’eterna malia della tradizione musicale del Gargano.
[L’immagine che illustra l’articolo è un fotomontaggio realizzato dalla redazione tra una foto di repertorio di Faccini ed una fotografia di Burningmax, provvista di Common Creative License]
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Molto belle l’idea e l’interpretazione – di un personaggio che ammetto non conoscere – e pienamente condivisa la tua decisione di scriverne e proporla.
Ma si tratta dello stesso brano dei Cantori di Carpino che faceva da sfondo in alcune sequenze nel docufilm-capolavoro che Luciano Emmer nel 1998 dedicò a Foggia?
A proposito di Emmer. Posso dire (ma mi mancano le parole giuste per esprimere le sensazioni che provo) che sono profondamente “orfano” di quegli anni, del Presidente Antonio Pellegrino, delle sue visioni, della sua capacità di agire e di immaginare un futuro per questa contradditoria (ma ricca!) terra nostra? Cordialmente.