Le vecchie fotografie parlano, raccontano pezzi di passato, sottraendoli all’oblio. Questa puntata di Memorie Meridiane, la rubrica del blog che offre ad amici e lettori di Lettere Meridiane gadget digitali sulla nostra storia e sulla nostra identità, vi regala qualcosa di veramente eccezionale: una rarissima foto di Palazzo Dogana, scattata in occasione della campagna elettorale del 1948.
Ne è autore il celebre fotoreporter di guerra Dmitri Kessel, di origine russa ma naturalizzato americano, che per conto della rivista Life realizzò un servizio fotografico sulle elezioni del 1948 in Italia.
Devo ammettere di aver ritrovato la fotografia grazie a un colpo di fortuna. Non reca infatti indicazioni circa il luogo in cui è stata scattata, ma sfogliando gli album di Google Art & Culture, mi è caduto l’occhio sulla immagine, decisamente insolita, ma bella e preziosa.
«Sembra un fotogramma di Rossellini», ha commentato l’amico Tommaso Palermo, scrittore e cultore di storia contemporanea, al quale mi sono immediatamente rivolto per segnalargli l’immagine e chiedergli quanto, a suo giudizio fosse rara.
«Non l’ho mai vista, è bellissima», la sua risposta entusiasta. Tommaso mi ha anche aiutato (e lo ringrazio molto), nella interpretazione di alcuni particolari, che vi mostro più avanti.
La foto è datata marzo 1948. Il palazzo settecentesco che tanta parte ha avuto nella storia civile della città è letteralmente pavesato di manifesti elettorali, e non solo.
Era in pieno svolgimento la campagna elettorale che il 18 e il 19 aprile, avrebbe portato gli italiani alle urne per l’elezione del Parlamento, dopo il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente, che si erano svolti due anni prima.
A Foggia si recarono al voto 38.911 elettori (l’88,09% degli aventi diritto). Vinse largamente la Dc, con il 41,63%, seguita dal Fronte Popolare formato dal PcI e dal Psi con il 29,95% e dal Partito Nazionale Monarchico, con il 13,86.
In provincia la partecipazione al voto fu ancora più larga, con il 93,46%. Al primo posto sempre la Dc con il 43,32%, davanti al Fronte Popolare (38,27%) e al Blocco Nazionale, partito di centrodestra formatto da liberali e qualunquisti (6,95%).
Ma torniamo alla foto. I manifesti e gli altri oggetti di propaganda occupavano praticamente tutta la facciata di Palazzo Dogana, fino al primo piano. I muri dell’immobile non ospitavano soltanto la pubblicità elettorale, ma anche quella cinematografica. Si nota lo striscione ed il manifesto che annunciano l’uscita in sala di Assunta Spina, interpretato da Anna Magnani ed Eduardo De Filippo, per la regia di Mario Mattoli, remake dell’omonimo, celeberrimo film muto del 1915, di Gustavo Serena, interpretato da Francesca Bertini.
Tra i protagonisti della campagna elettorale in corso si notano i nomi di Gerardo De Caro, docente di storia e filosofia al Liceo Lanza, candidato di punta della Dc, già deputato costituente (verrà rieletto) e di Emilio Patrissi, candidato del Movimento Nazionalista per la Democrazia Sociale, di cui era stato fondatore. Tra i candidati c’è anche un dott. Paolo Mastrangelo, un dott. Edmondo che è probabilmente Edmondo Bucci, socialista.
C’è anche uno slogan alquanto bizzarro, di cui non si riesce a distinguere l’autore: «Se amate l’Italia, non votate per me.»
Tommaso Palermo mi fa rilevare l’assenza delle catene che collegavano le semicolonne di pietra che delimitano la piazza, ricordando che erano state requisite dal regime fascista, che raccoglieva il ferro per sostenere l’industria bellica e la bellezza del lampione, non più esistente.
La fotografia di Dmitri Kessel è molto animata ed effettivamente molto bella. Suggerisce l’immagine di una città ed una comunità che si stanno gettando alle spalle gli orrori della dittatura e della guerra, ed affidano alla democrazia le loro speranze di futuro.
Ricordiamo, come sempre, che l’immagine che vedete nell’articolo è soltanto miniatura di quella, ad alta risoluzione, che potete scaricare cliccando qui. Attenzione: la rivista Life ne consente l’uso soltanto personale e non commerciale, citando la fonte.
Nella galleria fotografica qui sotto, alcuni particolari.
Geppe Inserra
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Il commento che posso fare è questo: la foto è bellissima e non l’avevo mai vista, aggiungo solo che, il palazzo dogana essendo tra i pochi rimasti e risparmiati dal terremoto del 1731, perché non ancora costruito, ha certamente altre foto che si trovano in qualche cassetto e che speriamo, prima o poi escano fuori.