Le fake news di «Fuggi da Foggia»

Tra le numerose fake news che circolano sulla storia di Foggia sono diverse quelle che si riferiscono al celebre detto «Fuggi da Foggia, non per Foggia ma per i foggiani.»
Alcuni studiosi ne attribuiscono l’origine a presunti improperi lanciati dall’abate Francesco Longano, viaggiatore e filosofo illuminista del Settecento, contro il capoluogo dauno.
Ma le cose non stanno così, anzi.
Nel suo Viaggio per la Capitanata, Longano descrive Foggia con parole più che lusinghiere, sottolineando la sua centralità rispetto alle aree limitrofe e la sua caratteristica di «città emporio» rispetto alle regioni contermini.
«La medesima (Foggia) – scrive Longano – è la più d’ogni altra Città ricca, e più popolata. La medesima è l’emporio d’una industria, che non ha pari del Regno . Tribunale, arrendamenti, percettoria richiamano quivi tutti gli interessati. Onde in essa calano e dagli Apruzzi , e dal Contado di Molisi, dal Principato , e dalla Basilicata stessa migliaja di persone a renderla la più florida, la più popolata , e la più ricca del Regno , mentre col trasportarci la loro industria, e la loro attività mettono in valore e terre, e bestiami, e arti.»
Longano disegna il volto d’una città a vocazione terziaria (gli «arrendamenti» erano le gabelle versate al fisco e le rendite che ne derivavano, la «percettoria» una sorta di tesoreria provinciale) in cui le attività di servizio si intrecciavano dinamicamente con quelle economiche e produttive.
E aggiunge: «Cosa mai sarebbe il Contado di Molisi, gran parte de gli Apruzzi, senza di questa Città? E che sarebbe questa senza di quelli? Di qui è, che dalle loro vicendevoli azioni ricevono la vita i Foggiani, e gli esteri il frutto del loro lavoro. Hanno i Foggiani talenti, ed attività. Sono gentili , ed umani, ed hanno senso d’ospitalità. Sono in fine così portati per la loro cara pianura che non li fa sentire né il puzzo del pane , né delle strade, né il disgusto delle lor acque . Soffrono essi in pace qualunque noia, che loro apporta il caldo estivo. Basta loro una passeggiata ai Cappuccini per rinfrancar si d’ogni incomodo.»


Altro che «Fuggi da Foggia». È vero, piuttosto, il contrario: Longano descrive una città attrattiva, baricentro pulsante di un’area vasta interprovinciale e perfino interregionale.
Vero è che qualche pagina più avanti, l’abate punta il dito contro la sporcizia che regna in città, suggerendo un ingegnoso espediente per risolvere il problema: «Le stesse piazze di Foggia, che forma l’ emporio di più Provincie, sono sporchissime. Io non ritrovo altro mezzo più efficace, che quello di farle pulire in persona dall’istesso portolano; dove fusse negligente.» Il «portolano» era l’ufficiale preposto alla manutenzione delle strade, all’edilizia e alla distribuzione delle acque: una sorta di ingegnere capo della città. Il buon Longano propone di «condannarlo» a pulire personalmente le piazze, qualora non facesse tutto il possibile ad assicurare il decoro dell’abitato.
La critica è severa, ma non è abbastanza per sovvertire il giudizio molto positivo che Longano dà del capoluogo dauno. Sulle ragioni del detto impietoso che invita a scappare da Foggia, bisogna dunque cercare altrove. Torneremo ad occuparci della questione.
L’immagine che illustra l’articolo è la celebre «Pianta Mongelli», disegnata dall’arch. Luigi Mongelli nel XIX secolo. Un piccolo assaggio del regalo che nei prossimi giorni faremo ad amici e lettori di Lettere Meridiane, facendo loro omaggio di una edizione digitale, restaurata digitalmente, del prezioso documento.
Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

4 thoughts on “Le fake news di «Fuggi da Foggia»

  1. Sulla questio:《 Fuggi da Foggia non per Foggia ma per i Foggiani》. ci sono diverse opinioni oltre a questa. Ci sarebbe ad esempio quella d’origine Federiciana, quando il Puer Apuliae di ritorno dalla falsa crociata che lo vide entrare in Gerusalemme senza spargere una sola goccia di sangue per accordi presi con Malek Al Kamil, trovò le porte della nostra città….la sua città : 《sbarrata》, pare che per questo sgarro dei Foggiani, oltre a distruggere le mura e punire i resoonsabili, disse ….Fogia mala vipera perché me fugi?.
    Poi ci sarebbe la lettera di un certo “Nondarò”(pseudonimo), all’amico Foggiano, Franco Parisi, a cui faceva rilevare che, in visita nella nostra città, la trovò, malgrado una bella gioventù, alquanto polverosa, afosa e dall’aria irrespirabile e non vedeva l’ora di andare via, esprimendosi giusto con.l’aforisma: Fuggi da Foggia……

  2. Come non apprezzare lo scrupolo e la ricerca e il dono di queste “perle” di conoscenza. Resta il fatto, a mio modesto avviso, che se il ferro di è tramandato o sono state calunnie di invidiosi o la voce di chi il bello lo ha potuto solo vedere da lontano e quindi …per chi ha potuto godere di bellezze e privilegi non poteva che parlarne bene, chi ha continuato ad avere solo la parte brutta non poteva che dolersene…
    Grazie per queste belle letture.

  3. …forse le origini, come ricorda Salvatore il Grande sono da ascrivere a Federico II…una puntigliosa ricostruzione è fatta dal prof. Giuseppe Marciello Junior, nel suo libro” Foggia ieri e oggi, Ricordi e Ricerche del 1994 partendo proprio da Federico II …
    Fuggi da Foggia
    ma non per Foggia
    ma per i Foggiani
    che stanno a Foggia
    Oppure l’utore ricorda citando l’abate Francesco Longano che racconta di una visita a Foggia, in una calda estate dove la trovò, brutta, sporca, addirittura nient’altro che un vasto bordello e non vedeva l’ora di lasciare Foggia, racconto che altro frate Michelangelo Manicone contemporaneo del Longano ne parla benissimo…

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