Memorie Meridiane, la rubrica del nostro blog che regala ad amici e lettori gadget digitali sul nostro passato e la nostra identità, in occasione della commemorazione dei defunti di domani, vi offre in omaggio una chicca interessante. Si tratta dell’opuscolo pubblicato dall’Associazione del Purgatorio, in occasione della benedizione della Cappella del Redentore, il 15 aprile del 1951.
L’associazione riuniva un folto gruppo di ferrovieri in pensione, che fin dal 1933 perseguiva l’idea di realizzare nel Camposanto della città di Foggia una cappella per custodire le ceneri dei ferrovieri scomparsi.
L’obiettivo venne presto raggiunto. Il 1° aprile 1936 il vescovo mons. Fortunato Maria Farina impartiva la benedizione al Sacrario, che svolse una funzione importante di fede ed anche di aggregazione liturgica.
Nel 1936, venne nominato cappellano un personaggio di spicco assoluto della Chiesa foggiana, padre Angelico da Sarno, cappuccino che fu il promotore della realizzazione del monumento a San Francesco, nella omonima piazza.
Durante la guerra, anche nella drammatiche giornate dei raid aerei alleati, padre Angelico continuò ad officiare regolarmente i servizi religiosi nella Cappella, che diventò dunque un luogo di preghiera e di speranza. Alle funzioni partecipava un elevato numero di fedeli, circa 300, grazie alla dedizione di un gruppo di donne, che fu il gruppo costituente dell’Associazione Il Purgatorio.
Tanto fervore spirituale, assieme all’esaurimento dei loculi disponibili nella cappella, fece maturare l’idea di realizzare un nuovo Sacrario, che è quello di cui si occupa l’opuscolo che vi regaliamo. C’è da tener presente che nella cappella furono tumulate le spoglie di molti ferrovieri periti durante i bombardamenti della terribile estate del 1943, che videro nello scalo ferroviario uno dei principali obiettivi strategici.
A sostenere il lungo iter che portò alla realizzazione dell’opera furono il nuovo presidente dell’associazione dei ferrovieri pensionati, Pasquale Sarni, autore dell’opuscolo, e l’ing. Luigi Marcone, progettista e direttore dei lavori.
Sarni ricostruisce appassionatamente e dettagliatamente le diverse fasi dell’opera e l’impegno dei soci nel sostenerla e nel portarla a compimento. Una microstoria che racconta una bella pagina della vita civile della città, interessante per i numerosi particolari che rivela, e per il cospicuo apparato fotografico (curato dal celebre fotografo Tonti) che dà conto anche delle opere d’arte con cui la nuova Cappella venne adornata.
L’idea di dedicare ad esso una puntata di Memorie Meridiane e la digitalizzazione dell’opuscolo, che potete scaricare cliccando qui, sono di Tommaso Palermo, che ringrazio affettuosamente per la passione verso la storia locale e verso il genius loci, e per l’amicizia che dimostra verso Lettere Meridiane.
Ho entusiasticamente condiviso la proposta di Tommaso, nella speranza che l’iniziativa contribuisca a farci vedere nel Cimitero non soltanto il luogo in cui riposano i resti mortali dei nostri cari, ma anche un momento significativo e importante di partecipazione della cittadinanza e della sua sensibilità verso i defunti.
La cerimonia inaugurale venne accompagnata, oltre che dalla pubblicazione del libretto di Pasquale Sarni, dalla distribuzione di un “ricordino” anche questo recuperato da Palermo, che vi mostriamo qui sotto e che comunque potete scaricare cliccando qui. (g.i.)
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