Foggia di una volta: le immagini rare e struggenti di Borgo Sant’Angelo

Come promesso, ecco in omaggio ad amici e lettori per questa puntata di Memorie Meridiane, la rubrica del blog che regala gadget digitali sul nostro passato e sulla nostra identità,  le splendide e rare foto della videostoria con cui abbiamo raccontato ieri un pezzo di Foggia che non c’è più: Borgo Sant’Angelo. Il rione venne demolito e bonificato dal regime fascista per fare posto alla costruzione del Palazzo del Podestà, ovvero l’attuale Municipio. Dopo l’incendio della sede comunale durante la rivolta del pane del 1898, gli uffici comunali si erano trasferiti a Santa Chiara, sede assolutamente inadeguata. Si rede dunque necessario costruire un nuovo palazzo.

La scelta cadde sul sito di Borgo Sant’Angelo per ragioni di opportunità logistica (a fianco del costruendo palazzo stava sorgendo la sede della Prefettura) ma anche per contenere il costo dell’opera: l’ex convento del SS.Salvatore era divenuto di proprietà comunale, e quindi non si doveva ricorrere ad onerosi espropri.
Non così per il resto del Borgo, e in particolare per la chiesetta del S.Salvatore e quella di San Michele, per le quali l’amministrazione podestarile intavolò una complicata trattativa con il Vescovo dell’epoca, mons. Fortunato Maria Farina.

Il 7 agosto del 1930 l’amministrazione e la Diocesi stipularono una convenzione che impegnava il Comune a versare all’autorità religiosa 340.000 lire una tantum, e un contributo di 30.000 lire per nove anni, per contribuire alla realizzazione di due nuove Chiese in sostituzione di quelle da demolire. Andrà però in porto soltanto uno dei due progetti: la realizzazione della nuova Chiesa parrocchiale di San Michele in via Capozzi, mentre per la chiesa del SS. Salvatore, inizialmente prevista in un’area di via Scillitani, bisognerà aspettare fino agli anni Sessanta, ed in un sito diverso perché il progetto vedesse la luce.

Le spoglie mortali di suor Maria Celeste Crostarosa vennero trasferite provvisoriamente a San Domenico.

Ultima questione affrontata fu il trasferimento degli istituti di assistenza che operavano presso l’ex convento: l’Albergo dei Piccoli venne trasferito al Conservatorio dell’Addolorata, mentre l’Opera Pia Scillitani si fece carico, dietro il pagamento di un corrispettivo da parte comunale, dei bambini del Presepe Regina Margherita.
Si decise, infine, di completare la bonifica dell’area demolendo gli immobili compresi tra il costruendo palazzo podestarile e via Le Maestre, destinandoli l’area a sede stradale.

Una precisazione sul toponimo alternativo con cui il Borgo veniva chiamato, e cioè «Rione della Chiavica». In un approfondito commento al nostro articolo di ieri (che potete leggere qui) l’amico Nando Romano sostiene, argomentando la sua tesi con doviziosi riferimenti, che questa denominazione alternativa non era imputabile alle cattive condizioni igienico sanitarie del rione, ma al fatto che ai suoi margini si trovava il canale, u vùcchëlë, dentro il quale i cittadini erano tenuti a depositare l’immondizia.
Ed ecco le foto (ce ne sono un paio in più rispetto a quelle comprese nella videostoria), con la solita avvertenza: le immagini che vedete nell’articolo sono solo miniature di quelle, ad alta risoluzione, che potete guardare o scaricare cliccando sulla didascalia.

La mappa di Foggia nel 1925, con l’indicazione di Borgo S.Angelo (tra corso Garibaldi e via Le Maestre)

 

Il Monastero del SS. Salvatore (disegno del prof. Zaccaria, custodito nell’Ufficio Tecnico Comunale)

 

Il monastero del SS. Salvatore visto da corso Garibaldi (archivio Tommaso Palermo)

 

 

L’altare della Chiesa di Sant’Angelo (Gaetano Spirito, Ieri Foggia, la storia nella fotografia)

 

Facciata della Chiesa di Sant’Angelo (Gaetano Spirito, Ieri Foggia, la storia nella fotografia)

 

Borgo Sant’Angelo, all’inizio dei lavori di bonifica (Gaetano Spirito, Ieri Foggia, la storia nella fotografia)

 

Il cantiere del Palazzo del Podestà (Cinque anni di amministrazione fascista)

 

Il cantiere del Palazzo del Podestà (Cinque anni di amministrazione fascista)

 

Progetto del Palazzo del Podestà (Cinque anni di amministrazione fascista)

 

Il progetto del Palazzo del Podestà (Cinque anni di amministrazione fascista)

 

Il progetto di risanamento di Borgo Sant’Angelo (Cinque anni di amministrazione fascista)

 

 

Views: 0

Author: Geppe Inserra

3 thoughts on “Foggia di una volta: le immagini rare e struggenti di Borgo Sant’Angelo

  1. …lungi da me l’idea di quello che scombina le carte, (cito le fonti) ,ma ho trovato un interessante articolo di Oreste Bucci sul Rione della Chiavica, che lui chiama strada della Chiavica esistente con nomi di strade e vichi verificate sulla Carta Mongelli del 1839 rielaborata nel 1976, dall’ingegnere Vincenzo Salvato e disegnata dal geom. Spirito e con l’aiuto del libro di Gaetano Sprito “LA STORIA DI FOGGIA ATTRAVERSO LA TOPONOMASTICA” con prefazione del prof. Nando ROMANO, ho cercato, trovandole le vie e i vicoli di detto Rione. L’articolo in questione e A’ strade d’á Chiaveche che con novizia di particolari (scusa Geppe ti rubo la frase) comincia col dare una traduzione alla parola”CHIAVICA” che vuol dire fogna piuttosto grande dove si raccolgono tutti i rigagnoli e gli sversamenti prodotti per via naturale o umana. Chiavica fu dato come nomignolo al Vico Vega esistente sulla Carta Mongelli, individuato con il n.26 ma con il nome di 1° Vico S’Angelo, notizia tratta dal libro di Gaetano Spirito tra i Toponimi scomparsi dal 1810 al 1995, perché era dotato di un rigagnolo esistente 365 giorni all’anno e non pareva esaurirsi mai, facevano parte di questo Rione altre strade così denominate:
    dall’ultimo tratto di via Sant’Angelo;
    da Vico Vega, 1° Vico Sant’Angelo
    da Vico San Donato, noto per le case non ancora chiuse, per i piaceri della carne;
    l’Arco di San Michele, centro dei fabbroferrai;
    dal Vico Scalella dove c’era il forno di G.Russo;
    da Vico Chiavica che Gaetano Spirito ricorda così citata per la scarsa igiene dell’intero borgo o rione Sant’Angelo, ora ci si pone la domanda da dove deriva il nome CHIAVICA?
    Dal Vico Vega, per quel rigagnolo permanente?Dal Vico Chiavica a ricordo del termine di Nando ROMANO u vùcchëlë, canale di scolo, sito che corrisponde all’odierna piazza Siniscalco-Ceci?

  2. Seguo con attenzione le rubrica delle Lettere Meridiane che le ritengo importantissime. Mi piacerebbe acquistare eventuali libri con tutte queste belle lettere. Fatemi sapere ! Mi interessano molto le vecchie foto ! A Foggia nel 2007 sono andato a casa del prof. Gaetano Spirito in via Bari 13 ed ho acquistato il suo libro di Foggia e me lo ha autografato. Ho un bellissimo ricordo ! Sono nato a Foggia , ho 71 anni ed amo Foggia . Spesso vengo a Foggia. Vivo tra Brescia, Mantova e Cremona e spesso vado a Milano e Verona . In altre città e paesi sulla toponomastica hanno avuta la bellissima idea di mettere strada per strada tutte le vecchie intitolazioni come nel caso di Gambara-BS. Perchè a Foggia non si prende una bella iniziativa del genere ? Sa che nelle cantine del municipio di Foggia da 80 anni vi è un grande archivio dell’Anagrafe in stato di abbandono. Per me e gli altri che volessero fare ricerche sull’albero genealogico comporta lunghissimi tempi. Perchè la nuova sindachessa non redige un progetto per sistemate tutto come si deve ? Vi chiede un impegno anche da parte vostra ! Occorrono la buona volontà, serietà e competenze ! Per quanto riguarda il quesito di quella vecchia foto di cui non si sapeva che strada fosse, si nota che sotto vi erano i panni appesi ad asciugare. Vi è un’altra foto che da una prospettiva a livello di terreno riprende gli stessi panni messi ad asciugare, ricercate le due foto e confrontatele e vedrete che corrispondono. La stessa strada poco più avanti poi ha un’altra immagine in cui vi sono decine di carri a scaricare il grano al magazzino si tratta di via Sant’Eligio. La foto è fatta proiettandosi verso nord-ovest. Nella foto anni 20′ del piano della Fosse in primo piano vi è un uomo col cappello che dà la mano ad una bambina. Quell’uomo è mio nonno paterno GIUSEPPE MACCIONE e la bambina che tiene per mano è mia zia FRANCESCA O FRANCESCHINA MACCIONE la primogenita forse cl 1914 . Mi servirebbe una PIANTA ANGELICA di Foggia , me la potete inviare che ve la paga ? Io non riesco a procurarmela purtroppo ! Mio padre Francesco Paolo cl 1916 mi raccontava che negli anni 30′ una grande impresa edilizia americana voleva abbattere tutte le case vecchie e costruire una città nuova con le strade a scacchiera. A Foggia si rifiutarono e gli americani andarono a Bari dove trovarono i consensi e fecero la Bari che conosciamo. Cercate di indagare si questa vicenda. Ultima domanda : Del Palazzo dei Contadini di viale della Repubblica , che fine hanno fatto le due statue dopo i bombardamenti ? Pare che si fossero salvate ! Porge distintissimi saluti
    Ermanno Maccione

    1. Grazie per il bel commento. Continui a seguire Lettere Meridiane, perché intendo pubblicare la sua lettera, aggiungendovi le mie considerazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *