Quando Foggia era bella

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L’amico Mauro Goldellio ha commentato l’articolo di qualche giorno fa, in cui pubblicavamo un’antica foto del viale Ferrovia, con una frase che mi ha particolarmente colpito: «Bella foto, molto nostalgica, pensando allo squallore degli ultimi anni.»
Sì, una volta Foggia era bella.
Qualche settimana fa, un’improvvida frase di Selvaggia Lucarelli ha scatenato una polemica che ciclicamente si ripete a proposito della presunta bruttezza di Foggia. L’anno scorso ad accenderla ci aveva pensato, dai microfoni della trasmissione radiofonica La Zanzara, Giuseppe Cruciani che senza mezzi termini aveva bollato Foggia coma la città più brutta d’Italia.
Lucarelli e Cruciani sono in buona compagnia: un po’ di anni fa, Alberto Moravia ebbe a definirla «una città orribile, un coito interrotto».
Non condivido questa sommaria giustizia estetica, né le reazioni da ultras che puntualmente si scatenano ogni volta che qualcuno accusa Foggia di esser brutta.
Diciamo la verità. Foggia non è una città bella, ma lo è stata, come giustamente sostiene Mauro Goldellio, e come fanno vedere certe antiche cartoline.
Oggi ve ne proponiamo altre due, che si riferiscono sempre a viale XIV maggio. Le fotografie sono state scattate qualche anno dopo quelle dello scorso articolo, quando l’area della Ferrovia andava assumendo l’aspetto di una vera e propria city. Diventava il cuore pulsante delle attività direzionali della città, con alberghi, edifici pubblici preziosi, come il Palazzo delle Poste e quello dell’Acquedotto.
La stessa bellezza si può cogliere nella foto che pubblichiamo sotto, scattata dalla prospettiva opposta. Vediamo la vecchia stazione e l’Albergo Cicolella appena costruita, cogliamo distintamente i tratti di una città in crescita, che voleva diventare grande.


Viene quasi da piangere constatando, come annota l’amico Goldellio, «lo squallore degli ultimi anni.»
Il problema, però, non è accanirsi nella sterile polemica su Foggia bella o brutta, ma piuttosto sforzarsi di capire perché si sia abbruttita. Cosa non ha funzionato.
La questione non è soltanto di natura estetica, ma investe anche l’aspetto civile, sociale, economico, come vi mostreremo nei prossimi giorni, dedicando alcune riflessioni al primato che il capoluogo dauno vantava sul resto della Puglia, e che ha successivamente perduto.
Per il momento gustatevi le foto che vi regaliamo, restaurate digitalmente con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e in alta risoluzione, in questa puntata di Memorie Meridiane, la rubrica del nostre blog che fa omaggio ad amici e lettori di gadget digitali sul nostro passato e sulla nostra identità. La cartolina di apertura è così bella che ne abbiamo fatto una versione colorizzata, sempre con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Potete ammirarla sotto l’articolo.
Vi ricordiamo, come sempre, che quelle che vedete sono solo miniature delle immagini che potete guardare e scaricare cliccando sulla miniatura.
E continuate a leggere Lettere Meridiane, perché i prossimi articoli sul tema saranno veramente sorprendenti.

Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Quando Foggia era bella

  1. “Ogne e scarrafonne èje belle a mamma suje”. Dicessero quello che vogliono i vari Moravia, Cruciani, Lucarelli. La bellezza di un posto non è proporzionale ad un oggettivo aspetto estetico ma è legato agli affetti ed ai ricordi che un luogo suscita. Godo molto di più a passeggiare per il centro storico di Foggia che non per le calli di Venezia, perchè io qui ho un passato, ho dei ricordi, ho la mia cultura
    Gianni Ruggiero

  2. Carissimo Geppe, in effetti il treno lo abbiamo perduto con la ricostruzione. Iarussi docet. Aggiungerei solo una cosa che è sotto gli occhi di tutti. L’amore per la nostra città è molto tiepido ed ormai abbiamo fatto “ l’occhio” alla trascuratezza ed alla sporcizia che Probabilmente contamina anche noi. Certamente una migliore cura ed una più accurata pulizia rendererebbero Foggia una città dignitosa perché nella non è più possibile. Un fraterno abbraccio.

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