Ottant’anni fa l’Ottava Armata conquistava Foggia

Ottant’anni fa, il 27 settembre 1943, l’Ottava Armata entrava a Foggia, conquistando la città e il prezioso complesso aeroportuale che la circondava, e liberandola da quella che era divenuta, di fatto, una spietata occupazione nazista. Le truppe inglesi fecero il loro ingresso in città nel primo pomeriggio, dopo aver sbaragliato la residua resistenza tedesca al bosco dell’Incoronata.
Con la presa di Foggia, calava finalmente il sipario sull’estate di orrore e di morte che l’aveva insanguinata e che, dopo l’armistizio, l’aveva trasformata in un feroce teatro di guerra tra Nazisti e Alleati. Prima di ritirarsi, l’esercito del Terzo Reich aveva distrutto quel po’ di infrastrutture sopravvissute ai bombardamenti.
Foggia aveva così pagato un altissimo prezzo per la sua posizione nevralgica sullo scacchiere della guerra, per il suo essere un nodo aeroportuale e ferroviario strategico. Dal 26 maggio, si erano succedute ben 16 incursioni aeree, con bombardamenti e mitragliamenti anche sull’abitato, in omaggio alla tattica dei «bombardamenti strategici» teorizzati, soprattutto da parte inglese: bombardare non solo per distruggere obiettivi sensibili, ma anche per terrorizzare la popolazione civile. I raid erano continuati anche dopo l’armistizio dell’8 settembre, su una città ormai in ginocchio.

Il sacrificio disconosciuto

Il sacrificio di Foggia non verrà mai del tutto riconosciuto: le prime avvisaglie di questa «rimozione» si cominciano a percepire fin dai giorni dell’occupazione alleata.
Di quanto era successo in quella tragica estate si sapeva assai poco. E anche in futuro, non si sarebbe mai saputo del tutto. È forse questa la chiave di volta per comprendere le ragioni della querelle, infinita e stucchevole, sul numero esatto delle vittime. Ridicolmente basse quelle sancite dall’Istat (800 in tutta la provincia) , decisamente esagerate (22.000) quelle stimate dal Comune. Da un lato i negazionisti o riduzionisti, dall’altro gli «apocalittici», gli uni e gli altri lontani da quella verità che avrebbe permesso – questo è il nocciolo della questione, mai seriamente approfondito – una ricostruzione più rispettosa della realtà dei fatti.
È così al danno si aggiunse la beffa.
Ma torniamo al punto. Non si sapeva quanto era successo. Gli stessi pugliesi non ne erano del tutto consapevoli. Può essere utile a tal proposito dare uno sguardo alle cronache della Gazzetta del Mezzogiorno di quei giorni. Il quotidiano barese non aveva mai parlato dei bombardamenti su Foggia se non in occasione dei primi raid di fine maggio, per bollare come «barbari» gli alleati. Una scelta coerente con la filosofia dell’informazione di guerra imposta dal regime fascista. Il silenzio era però proseguito anche dopo l’armistizio.

Il silenzio della Gazzetta, il racconto inglese

Le cronache riguardanti Foggia sono rade e, particolare di fondamentale importanza, non sono scritte da Foggia, ma addirittura da Londra, segno che a raccontare le cronache di guerra ai pugliesi, erano gli stessi vincitori.
La Gazzetta del Mezzogiorno pubblica la notizia della «conquista di Foggia» con ritardo, il giorno successivo. Ben altra tempestività denotano i quotidiani americani, molti dei quali aprono con la notizia della «cattura» di Foggia, come potete vedere dal pdf alla fine dell’articolo, in cui pubblichiamo alcune «prime pagine», che raccontano quel fatidico 27 settembre.
Fa un certo effetto leggere sulla prima pagina del quotidiano regionale, il 29 settembre 1943 (il giorno precedente il giornale aveva dato notizia della «presa» di Cerignola):

Foggia, importantissima base aerea e nodo ferroviario e stradale è stata occupata dall’8a Armata. Secondo corrispondenti di guerra l’occupazione di Foggia è il successo strategico più importante della campagna in Italia. Dagli aerodromi di Foggia, che ha una base circondata da 12 campi di atterraggio minori, gli apparecchi alleati potranno aiutare efficacemente i patrioti iugoslavi, albanesi e greci e i bombardieri pesanti potranno attaccare la Bulgaria, la Romania, l’Ungheria, l’Austria e la Germania meridionale.

Se volete scaricare la prima pagina della Gazzetta del Mezzogiorno che dà notizia della conquista di Foggia ad opera dell’Ottava Armata, cliccate qui.

Una storia che andrebbe approfondita

Il silenzio su Foggia, l’oblio di Foggia non può venire addebitato alla redazione del quotidiano regionale, ma con ogni probabilità al fatto che Foggia era ormai una città fantasma. Distrutte le strade, la linea telegrafica, la linea ferroviaria, non c’era modo di comunicare all’esterno quanto succedeva in città, e riuscivano a farlo meglio gli inglesi.
Il problema è che la rimozione, la sottovalutazione del prezzo pagato dalla città, con i conseguenti ritardi nella ricostruzione, sarebbero perdurati anche negli anni successivi, forse anche perché con l’occupazione degli Alleati la classe dirigente cittadina si trovò di fatto commissariata, ipotecando il futuro della città, in modo purtroppo negativo.
Ma questa è un’altra storia, che meriterebbe di essere approfondita, superando una volta per tutte le polemiche tra «riduzionisti» e «apocalittici».
Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Ottant’anni fa l’Ottava Armata conquistava Foggia

  1. Come sempre un bellissimo articolo, grazie Geppe. È vero, la verità sta in mezzo, ma non in senso aristotelico, non esattamente a metà. Probabilmente i morti di Foggia furono, al massimo, alcune centinaia in più di quelli – 1913 se non ricordo male – censiti da Maurizio De Tullio nel suo certosino lavoro fatto per la Biblioteca provinciale. Una dimostrazione che le vittime non potettero essere le oltre 20.000 dichiarate nel riconoscimento della medaglia d’oro al valor civile c’è la danno le fotografie aeree – poche ma all’uopo sufficienti – degli anni immediatamente successivi alla guerra. A parte alcuni zone (quelle, soprattutto, più prossime alla stazione) il resto della città é rimasto praticamente intatto. La quasi totalità (o, forse, tutti?) dei grandi edifici costruiti durante l’epoca fascista é sopravvissuta ai bombardamenti. Un dibattito serio e approfondito per rimuovere la retorica del vittimismo e sollecitare la verità poteva essere fatto nel 2023, anno dell‘80^^ anniversario, non certo però con la città commissariata. Bisognerà aspettare un sindaco eletto democraticamente, non solo. Bisognerà anche che sia coraggioso al punto da rinunciare ai 20.000 caduti e avviare la revisione ci un pezzo così importante di storia cittadina. La medaglia Foggia la merita anche senza l’ultimo zero. La revisione, se ci sarà, contribuirà a farci crescere come individui e come comunità, a farci stare un po’ più ritti, ad accettare quello che siamo, ad abbandonare una volta per tutte il vittimismo del passato e a guardare in faccia con coraggio e magari anche con un po’ di responsabilità il futuro che ci sta avanti.

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