Foggia ha una particolare devozione per la Madonna Addolorata. Non sono molte le città che possono vantarsi di venerare ben tre simulacri della Mater Dolorosa, che hanno storie antiche da raccontare.
La puntata odierna di Memorie Meridiane, la rubrica del blog che regala ad amici e lettori gadget digitali del nostro passato e della nostra identità, offre i relativi «santini».
La statua dell’Addolorata ubicata nella Chiesa di San Giovanni Battista, è legata a doppio filo alla storia della città di Foggia. È conosciuta anche con il titolo di Liberatrice dal Colera perché è stata protagonista di eventi prodigiosi che si sono verificati durante epidemie del terribile male che angustiavano la città.
La singolare storia della statua è narrata da Armando Fares nel suo bel libro «Il miracolo dell’Addolorata», disponibile on line a questo link.
Il parroco dell’epoca, don Carlo Rotundi, la fece acquistare a Napoli incaricando un «agente ecclesiastico di comperare e mandargli non la statua intera, ma solo la testa e le mani per la statua, che doveva essere poi completata a Foggia e rivestita, secondo l’uso del tempo.»
Il manufatto arrivò per posta, ma quando venne aperta la scatola che lo conteneva, gli astanti restarono delusi rilevando che «essa non esprimeva dolore, ma sembrava una statua qualunque, tanto che la famiglia Russi-Capursi e altre proposero al parroco Rotundi di vestirla non come statua dell’Addolorata, ma di S. Filomena. Il parroco aveva anche dato il suo consenso, ma prevalse infine il volere della signora Giovanna Capursi, la quale la fece vestire da Madonna Addolorata nel Monastero di Santa Chiara, e la mandò alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dove per la prima volta fu solennemente esposta il venerdì santo del 1834.»
Tre anni più tardi il miracolo della lacrimazione della vergine, che, come si apprende ancora dalla lettura del testo di Fares, cambiò anche i connotati della statua. Quando venne esposta per la prima volta, «aveva la detta statua gli occhi normali e messi al naturale» (dalla deposizione del parroco Rotundi). «La statua allora aveva gli occhi non svolti al cielo, come ora si osservano, ma diritti e normali, fitti agli astanti, con le pupille situate propriamente in mezzo del bianco degli occhi stessi, talché si vedevano tutte» (dalla deposizione di Russi).
Lettere Meridiane ha raccontato la storia del miracolo, in un articolo che potete leggere qui.
Il prodigioso evento si ripetè nel 1886, in occasione di un’altra epidemia di colera. «Il 14 settembre come si ricava da trentadue deposizioni giurate di testimoni nel processo istruito dal 24 febbraio al 25 maggio 1887 – scrivono Bruno e Donatella Di Biccari in un documentato articolo su Foggia Racconta – ricominciarono le manifestazioni miracolose della statua dell’Addolorata, col movimento degli occhi e con la meravigliosa trasformazione del volto. La nota caratteristica in questa circostanza fu data da un raggio di luce “splendidissima” che per ben tre volte parti dalla statua della Madonna andando verso la statua del Sacro Cuore di Gesù, che si trovava nella nicchia dell’abside, percorrendo una linea curva, e ritornando al punto di partenza.»
L’altra statua è ubicata nell’omonima Chiesa, eretta tra il 1739 e il 1741. Risale alla fine del XVIII secolo.
Di particolare bellezza la statua dell’Addolorata che viene venerata nella Chiesa del Monte Calvario, più nota come Chiesa delle Croci, che potete vedere qui sotto. Per la sua «bellezza divina», venne premiata a Napoli nel 1813.
Infine, una artistica medaglia realizzata in occasione del II° centenario del Sacro Cuore di Gesù che reca, sul verso, una immagine dell’Addolorata di Foggia.
Come sempre, ricordiamo che le immagini che vedete nella pagina sono solo miniature dell’originale, che potete guardare o caricare in alta risoluzione facendo clic sulla didascalia sottostante.
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