Nella memoria collettiva di molti foggiani è ancora il Palazzo dei Contadini, nonostante abbia assolto questa funzione (più precisamente, di Casa del Contadino) per pochi anni, e cioè dal 1940, quando venne inaugurato, fino al 1943, quando i bombardamenti degli Alleati lo danneggiarono pesantemente, per essere poi assegnato alla Cgil che tuttora vi tiene la sua sede provinciale principale, la Camera del Lavoro di Foggia.
La foto che illustra il post è con ogni probabilità la sola immagine fotografica della Casa del Contadino così com’era all’origine. È stata pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 3 dicembre 1940, all’indomani della cerimonia inaugurale, che si svolse l’1 dicembre.
Il palazzo venne costruito in tempo abbastanza rapidi. La cerimonia della prima pietra si era svolta, infatti, il 13 novembre di due anni prima.
Il quindicinale Il Tavoliere, organo dell’Unione fascista dei lavoratori dell’agricoltura di Foggia (il sindacato dei braccianti di allora) dedicò all’evento due numeri, pubblicando, tra l’altro, l’immagine del progetto originario che, come si vede, si discosta abbastanza da come l’opera venne poi effettivamente realizzata.
In particolare, venne ridimensionata la torretta che doveva ergersi sul palazzo, il cui ingresso era in piazza Piano della Croce e non, come oggi, in via della Repubblica.
Sulla questione, hanno pubblicato un interessante articolo, nel loro sito Foggia Racconta Raffaele De Seneen e Romeo Brescia che potete leggere in questa pagina. Devo loro anche l’indicazione preziosa delle cronache pubblicate da Il Tavoliere.
La bomba che danneggiò il palazzo distrusse proprio la torretta, come vediamo dalla fotografia rinvenuta da Tommaso Palermo, che mostra la gravità dei danni provocati dall’incursione aerea.
Come si legge bel libro di Isabella di Cicco, “Architettura a Foggia in epoca fascista“, edito dal Comune di Foggia nel 2003 “presso la Casa del contadino erano ubicati la sede dell’Unione, della Cassa Mutua di malattia per i lavoratori agricoli (comprendente un attrezzato ambulatorio), l’Ufficio di zona e l’Ufficio comunale di collocamento. Durante la guerra l’edificio fu requisito ed adibito ad alloggio delle truppe tedesche. Subì gravi danni in seguito ai bombardamenti, con il crollo di un’intera ala del palazzo.”
La fotografia che oggi pubblichiamo per Memorie Meridiane, la rubrica del nostro blog che regala ad amici e lettori gadget digitali del nostro passato e della nostra identità è stata trattata con gli algoritmi di intelligenza artificiale per aumentarne la risoluzione. Il risultato è accettabile, tenendo conto della bassa qualità dell’originale. L’immagine è stata successivamente colorizzata (potete vederla sotto), sempre utilizzando gli algoritmi di intelligenza artificiale. Quelle che vedete nell’articolo sono soltanto miniature delle immagini in alta risoluzione, che potete guardare o scaricare cliccando sui link qui sotto.
Geppe Inserra
Casa del Contadino, fotografia originale in bianco nero, ad alta risoluzione
Casa del Contadino, foto colorizzata
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Complimenti, Geppe, per l’articolo e per gli articoli precedenti, che ho letto con molto profitto. La Casa del contadiono assomiglia a quella di San Severo, anch’essa poi assegnata alla Cgil, ma per fortuna non danneggiata dai bombardamenti.
la distruzione parziale del palazzo con i bombardamenti del 43, avvenne molto probabilmente per creare nocumento alle truppe tedesche, che, come detto nell’articolo, lo utilizzavano come alloggio. Pregevole l’articolo e le foto del tempo con la prima pietra.
Egregio Direttore,
in occasione dell’ “Ottobre Dauno” (o di quel che ne resta) ho avuto modo di passeggiare nel parco fiera e di percorrere anche i vialetti dell’ingresso principale, oggi in ristrutturazione.
Ho così avuto modo di apprezzare e di fotografare le due grandi statue in pietra, oggi seminascoste dalla vegetazione e che, come visibile in una delle foto da Lei pubblicate nell’articolo, erano in origine installate all’ingresso di quello che, forse anche per via di queste imponenti presenze, veniva e vien ancora oggi chiamato “palazzo dei contadini”.
Le due statue, alte circa tre metri, rappresentano infatti due uomini immortalati nelle loro attività agresti.
La devastazione bellica visibile nella foto ben spiega la ragione per cui, a suo tempo, si pensò di spostarle , per la verità in posizione poco visibile, all’ingresso della Fiera dell’ Agricoltura.
Tuutavia, in un’ottica di valorizzazione storica ed estetica dell’edificio oggetto dell’articolo e soprattutto della millenaria piazza antistante oggi ridotta a parcheggio, potrebbe non essere del tutto peregrina l’idea di far riposizionare i due dimenticati corpi scultorei nel luogo per il quale furono ideati, a guardia del Piano del Fosse e di tutto ciò che questo luogo rappresenta per la nostra città.
Un cordiale saluto a Lei e agli affezionati lettori.
Saverio