Il primo premio conquistato da Lorenzo Sepalone nella sezione Mini-doc della venticinquesima edizione del festival internazionale «Inventa un Film» di Lenola, ha un significato che trascende il sacrosanto riconoscimento al valore del giovane e coraggioso cineasta foggiano. È una iniezione di fiducia e ottimismo per tutta Foggia, una boccata d’ossigeno per quanti non si arrendono alla devastazione sociale e morale della città.
L’opera premiata è «Nel cognome che ho scelto», e racconta la drammatica storia di Alfredo Traiano, figlio di una donna uccisa dal marito, nipote del titolare di un bar barbaramente trucidato durante una rapina. Due vicende di crnaca nera che hanno portato (negativamente) la città alla ribalta nazionale.
Il pregio maggiore del film sta nell’osmosi tra i due livelli narrativi: quello di Alfredo, che si racconta in prima persona con assoluta onestà e semplicità, quello di Sepalone, il cui approccio minimalista si rivela particolarmente efficace a dare potenza e spessore alla storia, a coinvolgere chi la guarda, grazie al sapiente lavoro sul protagonista.
Ho visto il film soltanto qualche giorno fa, non avendo potuto partecipare alla «prima», salutata dal pubblico con un’autentica standing ovation. Forse è stato perfino meglio così. Perché certi film vanno guardati senza mediazioni, non soltanto con lo sguardo e con la mente, ma con l’anima e con il cuore.
Pur fondandosi su due storie tragiche come quelle di Giovanna e Francesco Traiano, «Nel cognome che ho scelto» trasuda speranza, grazie a quella straordinaria persona che è Alfredo. Uno che ci mette sempre la faccia, uno che ha scelto di cambiare cognome perché non se la sentiva più di portare quello del padre femminicida, uno che ha scelto di restare a Foggia e di impegnarsi per renderla migliore.
Questo piccolo capolavoro di Sepalone è bel contributo in questa direzione. Un cortometraggio dopo l’altro, Lorenzo sta inventando un modello nuovo di «cinema civile». Non urla, non grida denunce, ma indica vie di futuro e di speranza.
Mai premio fu tanto meritano. Ad majora, Lorenzo.
Geppe Inserra
[Nella foto di apertura, un momento della premiere. In primo piano Lorenzo Sepalone e Alfredo Traiano]
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Ottimo pezzo in ricordo dello sfortunato TRAIANO!