Elkann? Ha solo sbagliato carrozza…

Premetto: non nutro grande simpatia per la famiglia Elkann, per ragioni di natura prevalentemente calcistica. Ma nel gran polverone sollevato dall’articolo in cui Alain Elkann racconta, su Repubblica, le disavventure del suo viaggio in treno da Roma a Foggia, sto convintamente dalla parte dell’autore. Anzi, solidarizzo.

Per quanti non avessero seguito le diverse puntate della telenovela, un breve riassunto. Qualche giorno fa, lo scrittore giornalista è venuto in Puglia, precisamente a Vieste, per partecipare al Festival del Libro Possibile, dove ha presentato il suo volume Adriana e le altre.

Per raggiungere la cittadina garganica, è arrivato a Foggia in treno, viaggiando in prima classe su Italo. Il suo viaggio è stato funestato dalla presenza, nel medesimo vagone, di un gruppo di ragazzi vocianti e maleducati, bollati quali “lanzichenecchi” di manzoniana memoria. 

Il racconto descrive (e, probabilmente, era proprio questo l’obiettivo dell’autore) con indubbia efficacia la distanza siderale che contrappone il gruppo di giovani al malcapitato compagno di viaggio. Da un lato l’anziano signore – di stampo più ottocentesco che novecentesco – che legge Proust, il Financial Times e prende appunti con la penna stilografica indossando un vestito di lino stazzonato, nonostante il caldo; dall’altro gli scatenati millennial, che vestono come s’usa adesso: t-shirt, scarpe da ginnastica Nike, berretto con visiera, vistosi tatuaggi, e in mano l’immancabile iPhone

L’articolo è stato pubblicato qualche giorno dopo su La Repubblica, quotidiano di proprietà di John Elkann, figlio dello scrittore: tanto è bastato a scatenare il putiferio. Il comitato di redazione ha preso le distanze, il direttore del quotidiano prima ha bloccato la pubblicazione della nota del cdr, quindi l’ha consentita.

L’articolo e il suo autore sono stati accusati di “classismo”. Ma quei ragazzi vocianti e chiassosi che disturbavano gli altri viaggiatori e scaricavano dappertutto lattine di Coca Cola non erano plebei o proletari (anche perché difficilmente avrebbero viaggiato in prima classe, esibendo uno status symbol come l’iPhone), ma semplicemente maleducati. Per giunta settentrionali, come chiarisce in modo inequivoco l’autore. L’inciviltà, si sa, prescinde dalle latitudini.

Mi ha colpito l’ingenuità che pervade l’articolo. Si intuisce che il buon Alain raramente prende il treno o ha modo di confrontarsi con la quotidianità. Il suo articolo è la confessione a cuore aperto di un impenitente boomer, e sinceramente non ho capito le reazioni scandalizzate e tanto meno l’accusa di “classismo”.

Nel fiume d’inchiostro versato sul racconto ospitato da La Repubblica, mi ha colpito quanto ha scritto Massimo Famularo sul blog del Sole 24 Ore, Econopoly. Dati e tariffe alla mano, il giornalista analizza approfonditamente il contesto in cui si è svolta la vicenda, sostenendo che il trasporto ferroviario si è democratizzato, grazie alle tariffe flessibili, e che comunque Elkann non si è accorto che sui treni Italo la prima classe corrisponde ad una classe economica (definita “prima” solo per ragioni di marketing) mentre le classi superiori vengono definite Club Executive e Salotto.

A conferma della sua tesi, Famularo prende in esame le tariffe: sulla tratta Roma-Foggia un biglietto di “prima” può costare anche solo 30 euro, mentre per quello in classe Salotto bisogna pagarne 150.

Chissà se a sbagliare è stato il malcapitato passeggero o se si è trattato di una scelta “al risparmio” degli organizzatori del Festival del Libro Possibile.

Ma tant’è… Avesse viaggiato il classe Salotto Alain Elkann avrebbe perduto una buona occasione per immergersi nella realtà quotidiana. Nella vita c’è sempre da imparare. Perfino da un viaggio ferroviario in compagnia dei Lanzichenecchi.

Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

4 thoughts on “Elkann? Ha solo sbagliato carrozza…

  1. È da sempre la stessa è vecchia storia. Il passato, “boomer ” si porta dietro le sue esperienze, le sue convinzioni, i suoi costumi….. ed il suo sapere; il futuro “milleniall” attraverso il presente tutto brucia in poco tempo per l’esultanza della gioventù, la freschezza delle idee, per la fiducia nella prospettiva.
    Elkan ha incontrato solamente gente comune, di tutti giorni che rappresenteranno la nuova generazione con le sue contraddizioni.
    E quindi, in futuro qualcun altro dall’alto della sua conoscenza scoprirà con sorpresa …..”ma questi sono i ragazzi di oggi”?

  2. Quando ho letto l’episodio in argomento, mi è tornata alla mente la famosa definizione che qualche tempo fa circolava per definire il termine “notizia” (per i non boomers: l’uomo che morde il cane è una notizia, non il contrario).
    Ora, il fatto che dei ragazzi facciano casino in treno mentre vanno in vacanza, francamente , non mi è sembrata una notizia.
    L’episodio avrebbe dato fastidio a chiunque, ma scesi dal treno sarebbe stato dimenticato, un frettoloso commento consegnato a chi ti aveva atteso in stazione e via.
    Del resto, lo stesso articolo non avrebbe avuto la stessa eco se a scriverla fosse stato un anonimo cittadino nello spazio “lettere al direttore”. Al massimo un’alzata di spalle.

    Situazioni simili, a noi mortali accadono tutti i giorni e non succede solo in treno, ma anche al cinema, o in autobus, al supermercato e persino nel proprio cortile di casa. Con attori giovani ma anche meno giovani. In un certo senso noi su quel treno ci viviamo, noi gente qualunque. Sono episodi che ci disturbano , ma cosa possiamo farci? Siamo impotenti.

    Ma Elkann non è uno qualunque. Fa parte della èlite. Elkann è un uomo di potere, potere economico, mediatico, culturale. E’ uno di quelli che sta nei salotti buoni, conosce tutti e tutti conoscono lui.
    Elkann se solo volesse, potrebbe provare a cambiare le cose.
    E magari dopo lo sfogo iniziale avrà iniziato a farsi qualche domanda.
    Insomma, quel che è fatto è fatto, non ci resta che confidare nel valore pedagogico del’episodio.
    Foggia come Damasco.

  3. Caro Geppe, la “seconda” che hai detto: il biglietto glielo ha fatto l’organizzatissimo (e finanziatissimo) ufficio marketing della “multinazionale” regionale polignanese-viestesana del “Libro Possibile” a cura di Rosella Santoro, la nuova “Bellonci” di Puglia. Il “povero” Elkann, cattivo conoscitore delle nuove classi-passeggeri dei nostri treni ( più o meno ad alta velocità) è stato così costretto a frequentare un corso accelerato e “cozzalone” di pseudomodernità. Peraltro la lettura, nei giorni scorsi, di una ex organizzatrice di eventi culturali a Torino, ha svelato particolari a dir poco grotteschi e meschini, sui “capricci” da diva de noantri del suddetto. Mi fermo qui per carità di patria. Un caro saluto. Enzo

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