Gli amici e i lettori di Lettere Meridiane sono stati particolarmente stuzzicati dalle mie riflessioni sulla disavventura capitata ad Alain Elkann in occasione della sua venuta a Vieste, e non hanno fatto mancare commenti intelligenti e talvolta sagaci, che mi piace condividere in una lettera meridiana ad hoc.
Purtroppo le modalità di distribuzione dei link agli articoli del blog non consentono ai lettori di leggere tutti i commenti. Quindi li raggruppo di seguito, cominciando da quello, non solo sagace ma anche salace, di Enzo del Vecchio che, dall’alto della sua professionalità ed esperienza di giornalista, entra nel merito, soffermandosi su quanto avevo scritto ipotizzando che potesse esserci stato un qualche malinteso con gli organizzatori della rassegna viestana. Sui treni Italo, il biglietto della prima class non coincide con quello della top class. E quindi l’incontro-scontro tra Elkann e i giovani lanzichennecchi all’origine del caso era da mettere in preventivo.
A seguire l’intelligente commento di Saverio Paparesta, le accorate riflessione di Carlo D’Andrea, segretario provinciale del sindacato dei pensionati Cgil, e di Savino Roggia, e le pungenti considerazioni di Francesco Saverio Caputo. A chiudere, le osservazioni di Silvana Ladogana, Giampiero Protano e Adolfo Abate, che ringrazio per la stima.
Enzo del Vecchio
Caro Geppe, la “seconda” che hai detto: il biglietto glielo ha fatto l’organizzatissimo (e finanziatissimo) ufficio marketing della “multinazionale” regionale polignanese-viestesana del “Libro Possibile” a cura di Rosella Santoro, la nuova “Bellonci” di Puglia. Il “povero” Elkann, cattivo conoscitore delle nuove classi-passeggeri dei nostri treni ( più o meno ad alta velocità) è stato così costretto a frequentare un corso accelerato e “cozzalone” di pseudomodernità. Peraltro la lettura, nei giorni scorsi, di una ex organizzatrice di eventi culturali a Torino, ha svelato particolari a dir poco grotteschi e meschini, sui “capricci” da diva de noantri del suddetto. Mi fermo qui per carità di patria. Un caro saluto. Enzo
Saverio Paparesta
Quando ho letto l’episodio in argomento, mi è tornata alla mente la famosa definizione che qualche tempo fa circolava per definire il termine “notizia” (per i non boomers: l’uomo che morde il cane è una notizia, non il contrario).
Ora, il fatto che dei ragazzi facciano casino in treno mentre vanno in vacanza, francamente, non mi è sembrata una notizia.
L’episodio avrebbe dato fastidio a chiunque, ma scesi dal treno sarebbe stato dimenticato, un frettoloso commento consegnato a chi ti aveva atteso in stazione e via.
Del resto, lo stesso articolo non avrebbe avuto la stessa eco se a scriverla fosse stato un anonimo cittadino nello spazio “lettere al direttore”. Al massimo un’alzata di spalle.
Situazioni simili, a noi mortali accadono tutti i giorni e non succede solo in treno, ma anche al cinema, o in autobus, al supermercato e persino nel proprio cortile di casa. Con attori giovani ma anche meno giovani. In un certo senso noi su quel treno ci viviamo, noi gente qualunque. Sono episodi che ci disturbano , ma cosa possiamo farci? Siamo impotenti.
Ma Elkann non è uno qualunque. Fa parte della èlite. Elkann è un uomo di potere, potere economico, mediatico, culturale. E’ uno di quelli che sta nei salotti buoni, conosce tutti e tutti conoscono lui.
Elkann se solo volesse, potrebbe provare a cambiare le cose.
E magari dopo lo sfogo iniziale avrà iniziato a farsi qualche domanda.
Insomma, quel che è fatto è fatto, non ci resta che confidare nel valore pedagogico del’episodio.
Foggia come Damasco.
Carlo D’Andrea
È da sempre la stessa è vecchia storia. Il passato, “boomer ” si porta dietro le sue esperienze, le sue convinzioni, i suoi costumi….. ed il suo sapere; il futuro “milleniall” attraverso il presente tutto brucia in poco tempo per l’esultanza della gioventù, la freschezza delle idee, per la fiducia nella prospettiva.
Elkan ha incontrato solamente gente comune, di tutti giorni che rappresenteranno la nuova generazione con le sue contraddizioni.
E quindi, in futuro qualcun altro dall’alto della sua conoscenza scoprirà con sorpresa ….. ”ma questi sono i ragazzi di oggi”?
Francesco Saverio Caputo
Il clamore sulla vicenda si è spento da tempo. L’articolo comunque ha il pregio di focalizzare correttamente il senso e il significato del racconto. Strano che l’antipatia per la famiglia Elkann coinvolga anche il malcapitato Alain che si separò da Margherita Agnelli nel lontano 1981e che non ha niente a che vedere con l’attività imprenditoriale del figlio iniziata nel 1997 e ancor meno con quella sportiva iniziata anni dopo. Nelle faide garganiche non l’avrebbero preso in considerazione, in quelle sportive italiane, purtroppo sì.
Bravo Geppe, hai scritto esattamente quello che penso anch’io!
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