Ottobre 1922, Foggia occupata dai fascisti (di Michele Francesco Paglia)

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Michele Paglia, mio fraterno amico, particolarmente attento alla storia del territorio (si deve a lui un eccellente studio storico sullo stemma della città di Foggia) ha fatto pervenire a Lettere Meridiane un prezioso contributo su un episodio non molto noto della storia di Foggia: l’occupazione della città ad opera della legione fascista capeggiata dal cerignolano Giuseppe Caradonna, tristemente noto per la sua ferocia. L’anno prima, a Cerignola, aveva guidato l’assalto squadrista agli elettori socialisti, per impedire loro di andare alle urne. Otto le vittime, decine i feriti.

Paglia riporta le cronache dei giornali dell’epoca, schierati senza riserve dalla parte del fascismo che si apprestava a prendere il potere. Le camicie nere guidate da Giuseppe Caradonna venivano da Napoli, dove si era appena concluso il congresso che dal 24 al 26 aveva visto riunito il Pdf in quella che gli storici ritengono la prova generale della marcia su Roma, che avvenne il giorno dopo,il 28 ottobre. Particolare curioso, ma degno di nota: alla «presa» di Foggia non partecipò Gaetano Postiglione, che sarebbe diventato l’esponente fascista foggiano più in vista nonché l’antagonista di Giuseppe Caradonna. Uomo di fiducia di Mussolini, Postiglione era stato incaricato della organizzazione logistica della marcia su Roma. Sarebbe rientrato a Foggia, da dove era andato via molto giovane, soltanto l’anno dopo. Di seguito l’articolo di Michele Paglia, con alcune foto d’epoca. (g.i.)

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Come molte altre città anche Foggia nell’ultima settimana dell’ottobre 1922 fu teatro di avvenimenti che si conclusero con la nascita del Governo presieduto da Benito Mussolini.

Su Il Popolo di Capitanata, settimanale di Lucera, datato 29 ottobre 1922, si può leggere la cronaca di quanto accadde in Foggia.

In un articolo scritto da Foggia alle ore 12, 00 di venerdì 27 ottobre il direttore Francesco Piccolo scrive a pag. 3 del periodico lucerino:

«Questa notte alle ore 22,30 la legione pugliese reduce dal convegno di Napoli s’è fermata a Foggia con l’obbiettivo di occupare la città. La forza della legione era di

1500 camicie nere. Senza indugio la Stazione ferroviaria è stata occupata dalla coorte Bari, la direzione e le succursali telefoni e telegrafi dalla coorte Potenza, l’Officina gas e l’Officina elettrica sono state egualmente occupate.

La coorte Foggia ha occupato con una rapida e inaspettata azione la Caserma Miale. In uno scontro fra soldati e fascisti i soldati spararono colpendo tre fascisti di cui si nascondono le generalità. Dopo violenta lotta la caserma è stata invasa dai fascisti i quali si sono impadroniti di tutte le armi. Nell’istesso tempo un altro gruppo di fascisti faceva azione dimostrativa presso la Caserma dei Carabinieri per impedire che i Militi si dislocassero e accorressero dove si svolgevano le pronte azioni fasciste.

Spenta improvvisamente la luce ad opera dei fascisti e messa la città completamente al buio, le legioni Basilicata e Calabria hanno raggiunto e occupata la Prefettura. La forza pubblica, rappresentata da manipoli di carabinieri e guardie regie, ha tentato di forzare l’entrata della Prefettura, ma è stata respinta dalla combattività dei fascisti asserragliati nell’atrio. Immediatamente è stata notificata al Prefetto l’avvenuta occupazione di Foggia.

Per tutta la notte i servizii hanno funzionato regolarmente: sono stati distrutti completamente alcuni ambienti comunisti anche per rappresaglia dell’aggressione subita da un fascista da parte del segretario della sezione comunista. Nelle prime ore del mattino tutti hanno constatato la perfezione e la regolarità dell’organizzazione militare fascista. Ronde inquadrate e armate perlustrano la città impedendo soprusi e danni alla vita cittadina.

Tutte le strade sono imbandierate. La cittadinanza che era stata sconcertata dall’improvviso e inaspettato arrivo dei fascisti ha fatto causa comune con questi. I negozi sono aperti e la città ha l’aria di un giorno di festa.

L’on. Caradonna ha il comando generale dell’azione. Si sono distinti nella organizzazione e nell’azione i fascisti di Sansevero e di Cerignola. Così il fascismo sorto ed affermatosi in provincia prima in queste due fiorenti città si afferma nel capoluogo di provincia dove è necessario vigilare e agire perché la magnifica rinascita della vita di Capitanata sia salda e sicura.»

Altri particolari di quanto avvenne in Foggia sono riportati dal Corriere delle Puglie, quotidiano precursore de La Gazzetta del Mezzogiorno, che dedica all’azione fascista nel capoluogo della Daunia un ampio servizio nella prima pagina dell’edizione di domenica 29 ottobre.

L’inviato del giornale barese, che si firma D. M., scrive da Foggia in data 28 ottobre che ogni viaggiatore che transita per la stazione subisce un interrogatorio minuzioso “per quanto cortese ad opera dei fascisti in servizio e che successivamente viene fatto proseguire o trattenuto a seconda delle circostanze.”

Prosegue riferendo di un “corteo quanto mai numeroso” che, preceduto da una banda e dai cartelli con le scritte Viva il Re, Viva Mussolini, Viva Caradonna, ha percorso le vie della città.

Ricostruisce poi i fatti avvenuti il giorno precedente e scrive che una centuria di fascisti capitanata dall’Ispettore Generale on. Caradonna si slanciava verso la Prefettura e dopo avere superato un cordone di Guardie Regie provvedeva ad occupare il cortile e l’androne del Palazzo, presidiando la porta degli appartamenti prefettizi e i telefoni.

Dà notizia degli ulteriori sviluppi scrivendo che dopo circa cinque minuti giungeva in Piazza XX settembre “un fortissimo nerbo di carabinieri e di guardie regie” e che ai reiterati “inviti legali”, proferiti dal commissario di P.S., l’on. Caradonna, dopo aver dichiarato che l’occupazione non sarebbe stata abbandonata a qualsiasi costo e che i fascisti non avrebbero sparato alcun colpo contro “ i fratelli italiani”, faceva raggruppare gli squadristi all’imbocco del portone della prefettura, pronti a ricevere il fuoco delle forze dell’ordine e che a seguito di ciò il commissario di P.S. faceva rimettere ai carabinieri le armi al piede.

Aggiunge che anche una compagnia di fanteria si schierò sulla piazza e che allora l’on. Caradonna e alcuni amici spiegarono le finalità patriottiche, cui tendevano i fascisti, alle varie truppe dislocate sulla piazza, che gradatamente cominciarono a fraternizzare con i fascisti.

Riporta poi il colloquio (riferito da fonte fascista), intercorso immediatamente dopo i fatti accaduti in piazza, tra l’on. Caradonna e il Prefetto, comm. Pugliese, nell’ufficio di Gabinetto della Prefettura:

«L’on. Caradonna con vibrato accento espresse al rappresentante dello Stato che l’Italia reclamava l’inizio di una nuova era di vera liberazione e che da quel momento egli assumeva il comando della Piazza di Foggia già completamente occupata esercitandone tutte le funzioni politiche ed amministrative. Il comm. Pugliese a cui facevano corona la sua distinta signora e la gentile sua giovane figliola in preda a una grave emozione espresse serenamente che rimetteva il giudizio dell’occupazione alla storia e che come italiano non aveva altri modi di opporsi. In conseguenza l’on. Caradonna, dopo avere ossequiato il Prefetto e averlo rassicurato del più perfetto ordine pubblico, lasciava il Palazzo prefettizio per dare tutte le disposizioni d’ordine pubblico necessarie».

Narra poi quanto accaduto nello stesso lasso di tempo alla Caserma Miale, dove i fascisti, pur subendo i colpi di fucile sparati dai soldati e il ferimento di tre squadristi, senza rispondere al fuoco, riuscirono ad entrare nell’edificio impadronendosi di armi e munizioni e dove l’on. Caradonna, sopraggiunto alle ore 2,00, dava notizia al maggiore comandante del presidio di avere assunto il comando della città.

Il racconto degli avvenimenti così prosegue: «Alla stazione ferroviaria, contemporaneamente a tutte le precedenti operazioni, si compiva l’occupazione della stazione stessa e di tutti i relativi uffici e servizi di diramazione… Contemporaneamente venivano occupati e assoggettati a un dirigente di controllo gli uffici delle Poste e Telegrafi… Subito dopo una speciale colonna, entro un’ora ha distrutto completamente tutte le vecchie istituzioni dei servizi qui esistenti compilando appositi inventari… Anche il locale della sezione del partito popolare italiano è stato invaso e distrutto.

Nella giornata di oggi è stata compiuta anche la presa di possesso della stazione radiotelegrafica e del campo di aviazione, in seguito di che otto apparecchi fascisti hanno iniziato in tutte le direzioni d’Italia raids lanciando il seguente proclama: “Italiani! Provincia Foggia completamente nostre mani occupata prefettura, caserma, stazione, campo aviazione. Nostri aeroplani voleranno oggi da Reggio Calabria a Bologna portando con loro il tricolore ovunque è il soffio rigeneratore del fascismo. Italiani a noi per la grandezza d’Italia!”».

A Foggia le squadre fasciste furono smobilitate la sera di lunedì 30 ottobre quando – come riporta il settimanale di Lucera Il Foglietto del 5 novembre – «con una cerimonia commovente in Piazza della Prefettura ebbe luogo la consegna delle armi all’Esercito».

Il mattino di quel lunedì 30 il Re aveva conferito l’incarico di formare il nuovo governo a Benito Mussolini.

Era la fine dello Stato liberale e l’inizio dell’era fascista.

Michele Francesco Paglia

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Author: Geppe Inserra

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