Come preannunciato, ecco la lettera-articolo di Nando Romano, cultore di storia del territorio ed esperto di toponomastica, che ricostruisce l’ubicazione del “nuovo” teatro Politeama, di cui abbiamo parlato in una precedente lettera meridiana. Utilizzando i nuovi dati a disposizione, non solo Romano è riuscito a determinare la probabile ubicazione del teatro, ma anche a riconoscerlo nel raro panorama di Foggia, di cui ci siamo occupati qualche mese fa (potete rileggervi qui l’articolo) e che vedete nella foto di apertura. Di seguito il prezioso contributo di Romano, che ancora una volta ringrazio per l’impegno e la passione che ha profuso, anche a nome degli amici e dei lettori di Lettere Meridiane (g.i.)
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Caro Geppe,
per una possibile ubicazione del Politeama è molto utile il documento da te rinvenuto circa i lavori di sistemazione per permettere al pubblico di valicare indenne la cunetta di Via Conte Appiano ciò che ci fa capire che si trovava al di là della strada di Circonvallazione, coincidente appunto con la via appena citata, anche se essa all’epoca si trovava al centro di un territorio molto più ampio per cui poteva essere piuttosto teorica rispetto a quella odierna, formatasi a seguito dell’arrembaggio dei terreni detti il Condappiano, in buona parte coincidenti con la parte SE del Piano delle Fosse. Porre le immagini di una foto su di una pianta è opera di specialisti non mia. Comunque, lavorando empiricamente, ho cercato subito di collegare nella pianta gli edifici presenti nella foto, con gli spazi fra loro dedicati alle vie, con il prolungamento di queste vie verso il centro abitato, vie che un tempo si chiamavano I, II, III etc… al Condappiano e oggi Lustro (più o meno con via Zara), Diomede (si collega a via Gorizia), S. Maria della Neve (a via Fiume). In questo modo si è determinato il prolungamento della sede stradale dell’odierna via Zara che rasentava la palazzina a pianta pressoché triangolare (con un piccolo angolo trapezoidale) su cui sboccava la Via della Volla.
La via della Volla partiva dal Tratturo Castiglione, si confondeva con la futura via XXV Aprile, proseguendo fino alla Ferrovia, da cui fu interrotta, in quello che oggi è ingloriosamente un cortile pur denominato via degli Orti “decorata” da un tubo del gas che passa sulla targa. Dopo la Ferrovia si spingeva fino a Tavernola dove volgendo verso S-SE si incontra la Contrada Volla, dal latino BULLIRE ‘levar bolle’ bollire (denominale di BULLA ‘rigonfiamento della pelle’), forse per la presenza di una polla d’acqua così rara nelle nostre terre. Nella parte della via della Volla, fra la futura Via Zara e la Stazione, come ricorda Oreste Bucci, si davano appuntamento per la “zompata”, il duello con la sfarziglia, i camorristi.
Lungo questa via era già sorto un enorme locale ligneo detto il Baraccone, di nome e di fatto perché ridotto a mal partito, nel cui sito venne eretto il Politeama, che fu terminato proprio nel 1894, infatti la costruzione era già in corso nel mese di Agosto precedente.
Ciò consente anche di datare con maggior precisione la foto panoramica pubblicata da Lettere Meridiane e da me analizzata, e posta a base anche della presente ricostruzione: il terminus ante quem è appunto l’ottobre del 1894, il che influisce anche sulla data dello scatto, che parte appunto da quel mese in avanti.
Sarebbe stato necessario l’aiuto di un geometra per traslare con precisione il presunto Politeama dalla foto alla pianta, l’ho fatto con metodi empirici per cui la pianta risulta molto schiacciata; mi sono basato per le misure sul mio passo che è di 50 cm ca. ed è stato misurato varie volte nelle città argentina ove “las quadras”, gli isolati, misurano 100 x 100 m. più circa 30 metri le strade che li dividono: ne consegue che se camminavo per 40 quadre avevo fatto ca. 5, 2 km. ca. ovvero poco più di 10.000 passi, quello che cerco di fare ogni giorno dovunque mi trovi.
Partendo quindi verso la fine del primo isolato di via Piave, alle spalle della palazzina del Conte Appiano, ci vogliono cento passi per arrivare all’altezza di via Fiume dove, nella mezzeria fra via Piave e via Monfalcone doveva terminare, metro più metro meno, il Politeama. Era stato progettato di una lunghezza di 40 metri non a caso, non solo per alcune misure uguali a quelle del teatro Mercadante di Napoli, ma forse per eguagliare il Teatro Giordano per la cui lunghezza sono occorsi 85 passi: ciò perché non sono riuscito a trovare la misura della lunghezza del Giordano molto più stretto del Politeama che ospitava anche spettacoli circensi per cui era ampio 25 m.
Queste ultime osservazioni, oltre a permettermi di apportare una nuova ipotesi per la datazione dell’intero panorama in cui sembra esser presente, consentono di escludere che l’edificio che alla lontana si intravede dietro il presunto Politeama sia la stazione, che, a questo punto resta fuori dall’obiettivo, tuttavia ampliando lo spazio a sinistra di chi guarda in quanto, se il Politeama terminava nell’attuale via Fiume, essa corrisponde all’incirca a Via S. Maria delle Neve.
Nando Romano
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