La cultura foggiana piange Giuseppe de Troia

Giuseppe de Troia è stato lo studioso che ha maggiormente contribuito a far luce sulla storia della città di Foggia e del suo territorio. È stato un precursore, un pioniere, sempre immerso nello studio certosino di tomi ponderosi o nella consultazione di antiche carte ed icone, sempre in giro per archivi, biblioteche e mercatini di antiquariato, per scoprire qualcosa di inedito, che potesse contribuire a diradare le tante nebbie che offuscano l’importante passato della città.
È stato più un appassionato che non un accademico; più un innamorato di Foggia e della sua storia che non un erudito che si compiaceva del proprio sapere. Ogni volta che ho avuto la fortuna di incontrarlo, mi ha colpito di lui questa tenace volontà di non tenere per sé le sue sconfinate conoscenze, ma di condividerle, nella idea che sapere chi siamo stati, da dove veniamo, ci aiuta a vivere il presente con maggiore consapevolezza e responsabilità. Dev’essere stata questa la molla che l’ha spinto a donare, già alcuni anni fa, i suoi libri e le sue carte, di inestimabile valore, alla Biblioteca Provinciale di Foggia.
Un uomo d’altri tempi, un filantropo, un mecenate, nel verso senso della parola, ma anche un intellettuale, un ricercatore attento e raffinato, che non lasciava nulla al caso, anche quando elaborava ipotesi ardite, come la somiglianza del Cenacolo di Gerusalemme con la Cripta della Cattedrale foggiana.
La sua scomparsa ha destato profondo dolore in tutti gli ambienti della città.
Non poteva mancare il cordoglio della Società di Storia Patria, di cui è stato un esimio esponente.
Mario Freda, presidente della sezione di Foggia della illustre istituzione, nel sottolineare che de Troia né è stato un “socio decennale” e che è stato uno “studioso appassionato del territorio che gli ha dato i natali” ricorda “i molti testi dedicati a Foggia e alla Capitanata tra cui: Piante e vedute della Puglia cinquecentesca (1988); Il piano delle fosse di Foggia e quelli della Capitanata (1992); Arpi “Magna Urbs” del grande Diomede (2016) oltre a vari volumi dedicati a Federico II e alla sua epoca.”
Tra i risultati più rilevanti delle sue ricerche Freda indica “il reperimento nella Biblioteca Angelica di Roma della pianta di Foggia databile alla fine del Cinquecento. In essa, attraverso le didascalie, sono riconoscibili edifici amministrativi ed ecclesiastici, alcuni ormai perduti, nella loro rappresentazione del tempo. La sua costante ricerca di fonti e documenti lo ha portato a costruire una ricca biblioteca con volumi di pregio che ha donato alla Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia, rendendoli disponibili alla consultazione della collettività. ”
“Ci lascia in eredità – conclude Freda – il suo cospicuo lavoro di studio e ricerca fatto di fatica e dedizione alla storia del territorio che lo ha visto nascere. Buon viaggio Giuseppe.”
Altrettanto intenso e commosso il ricordo di Pasquale Episcopo, anch’egli studioso ed appassionato di storia del territorio, con particolare riferimento all’era fridericiana: “È stato un amico carissimo e amatissimo, persona straordinariamente colta e buona, gentile e mite – scrive Episcopo in una nota che diffusa in mattinata -. A lui devo la mia passione per la storia di Foggia e l’amore che nutro per la città. L’ho conosciuto dieci anni fa e da allora non ho mai mancato di andarlo a trovare ogni volta che ero a Foggia. Sono felice di averlo potuto incontrare tre settimane fa e di avergli potuto esprimere ancora una volta la mia stima e il mio affetto.”
“Giuseppe – scrive ancora Episcopo – era una persona straordinaria nel vero senso della parola. Cittadino esemplare come pochi, come pochi ha dedicato tutto se stesso a Foggia e allo studio della sua storia. Di Foggia scriveva che, incredibilmente, era ‘rimasta obliata nei testi della storia d’Italia‘.”
Episcopo, che vive in Germania, testimonia l’amarezza con cui il mondo intellettuale tedesco ha accolto la notizia della dipartita dell’insigne studioso: “Anche in Germania Giuseppe de Troia aveva numerosi estimatori, in particolare tra gli amici della Società di Storia degli Staufer di Göppingen. Tra essi il Prof. Johann Heinrich von Stein, donatore della Stele, il quale ricevuta la triste notizia ha voluto esprimere, alla città di Foggia e a me personalmente, le sue sentite condoglianze.”
La stele di cui parla Episcopo è quella donata, ormai diversi anni fa, alla città di Foggia dagli amici degli Staufer che per una incredibile serie di inceppamenti burocratici non è stata ancora installata.
Sarebbe bello rendere omaggio a de Troia, che tanto ha fatto per valorizzare il passato fridericiano del capoluogo dauno, rimuovendo tutti gli ostacoli che hanno finora impedito a Foggia di godere di un monumento che contribuirebbe a rendere meno “obliata” la sua storia.
Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “La cultura foggiana piange Giuseppe de Troia

  1. Conoscevo Giuseppe de Troia, non solo per aver letto molte delle sue ricerche approfondite sulla città di Foggia. Qualche volta ha anche frequentato l’associazione Amici ed ex Allievi del Murialdo dell’Opera San Michele di Foggia, dove suo fratello Aldo ha svolto e per tantissimi anni la carica di Presidente dell’Associazione di cui faccio parte. tre fratelli che ci hanno lasciato e uj9 di questi era sacerdote. Resterà a ricordarli la sorella. i suoi studi mi sono stati molto utili, anche per fare alcuni riscontri con altri studiosi del passato ma anche recenti. cosa posso dire di più………Grazie e il Signore gli aprirà certamente le sue braccia per accoglierlo alle porte del cielo. buon viaggio Giuseppe.

    1. Condivido totalmente e faccio mia la valutazione del sig.Salvatore il Grande ivi compreso la chiusa dell’intervento…

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