Con Pino del Grosso scompare un protagonista della foggianità

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Non ho avuto modo di conoscere Pino del Grosso così come avrei desiderato e sperato. Ho però avuto modo tante volte di percepire la sua viva presenza nella “memoria” della città: quella memoria che si nutre delle cose care a quanti praticano la public history: fotografie, mappe, piante, oggetti. Con le sue donazioni, con le sue “chicche”, con i suoi prestiti, del Grosso è stato l’anima di tanti importanti eventi culturali, mostre, pubblicazioni. La speranza di conoscerlo meglio è purtroppo sfumata, perché Pino se n’è andato. D’intesa con l’amico Tommaso Palermo, abbiamo pensato di rendergli il meritato tributo. Vi prego di leggerlo, e di pregare per la sua anima. (g.i.)

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Con la sua scomparsa, Pino del Grosso lascia un grande vuoto fra i tanti foggiani che lo conobbero e unanimemente lo stimarono. Alla squisita persona, al professionista attento si univa soprattutto il cultore sensibile ed instancabile, il collezionista prezioso di libri, foto e cartoline principalmente di Foggia e Capitanata.

Da sempre appassionato di foggianità, il nome di Pino del Grosso è stato legato in maniera inscindibile da tutto ciò che potesse restituire la conoscenza del territorio, sia attraverso testi e documenti, ma anche foto rare. Foto come quelle che raccontarono i bombardamenti di Foggia e che costituirono un apporto significativo per la pubblicazione che l’allora Fondazione Banca del Monte dedicò, nel 2007, alla città di Foggia durante la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli archivi fotografici.

Anni fa curò anche la ristampa su cartoncino a tiratura limitata delle cartoline storiche di Foggia.

Non pochi collezionisti hanno intrecciato rapporti d’amicizia e collaborazione con Pino del Grosso: mi onoro di aver fatto parte di questo novero, assieme al comune amico Marco Scarpiello.

Pino faceva anche parte del comitato per il monumento alle vittime del ’43 a Foggia e il suo ultimo messaggio di incoraggiamento e buon auspicio verso le celebrazioni dell’ottantesimo dei bombardamenti testimonia ulteriormente quanto credesse nella valorizzazione della conoscenza della Capitanata.

Una rara immagine di Foggia, donata da del Grosso all’autore dell’articolo, con la seguente didascalia: “1940 Corso Cairoli n.2-4-6. Al n.4 c’era il magazzino all’ingrosso di banane di mio padre. Ora c’è la Farmacia De Mauro. Contento Tom?”

L’amico Pino divenne presto un punto di riferimento e non solo per il collezionismo tout court: fra i suoi “clienti” vi furono anche Renzo Arbore, di cui mostrava orgoglioso una foto scattata con lui negli anni ’80, e la famiglia di Padre Pio, cui fece pervenire rari ricordi del santo. Pino era di una grande generosità, aveva sempre la delicatezza di omaggiare gli amici con delle chicche, con quei libri messi da parte per loro, perché Pino conosceva gli interessi e le passioni di ciascuno ed amava condividere conoscenze, ricordi, riflessioni…

Alla famiglia di Pino è legato anche uno dei ricordi foggiani degli ultimi decenni: il chioschetto delle banane nei pressi del Banco di Napoli. È lo stesso Pino a ricordarne la storia in un suo post di Facebook del 2019:“Il chioschetto all’angolo del Banco di Napoli fu installato da mio padre “Mario” tra il 1946 e il 1947 fino al 1950 quando il mio papà, essendo il primo ed unico a vendere banane su Foggia, ottenne la Concessione, attraverso il Monopolio di Stato, della vendita delle banane, all’ingrosso, per tutta la Provincia di Foggia e dovette trasferirsi in locali molto più spaziosi. Si trasferì in Corso Cairoli n.6 ove ora c’è la Farmacia De Mauro. Si accedeva da Corso Cairoli e si raggiungevano, tramite una scalinata interna, alcune grotte sottostanti il Palazzo Pepe (di fianco al civico 6 ancora oggi esiste una grata da dove si facevano scivolare i caschi di banane fino a raggiungere le grotte sottostanti). Il Chioschetto il mio Papà lo cedette al fratello Romeo (che ha continuato a gestirlo fino agli anni ’90 vendendo anche cocco a pezzetti oltre alle banane. Le banane provenivano dalla Somalia e alcune volte dall’Eritrea e sono tutt’ora le più buone del mondo ma dopo lo scandalo del 1963 (l’articolo lo trovate su internet) le banane somale non furono più esportate ma trattenute per il fabbisogno interno. Quando andavo a scuola, sia alle medie che alle superiori, alcune mattine portavo con me dieci banane e le distribuivo ai miei compagni. La volta successiva le davo a chi la volta precedente non le aveva avute.”

Pino fu per anni una presenza fissa delle fiere e delle bancarelle foggiane, con delle trasferte anche in altre regioni.

Lo piangono i foggiani, lo ricordano lacrimevoli anche i manfredoniani, in particolare i sipontini giacché lui stesso era orgogliosamente uno dei “ragazzi del fiumetto“, uno dei protagonisti della Siponto vacanziera, sportiva, colta e calorosamente fraterna che si onorò di conferirgli, nel 2018, la medaglia di “Amico dello Sporting”, nell’ambito delle manifestazioni celebrative dei settanta anni dello Sporting Club di Siponto, l’associazione nata il 27 agosto del 1948.

Personalmente serbo solo ricordi preziosi e vivi dell’amico Pino, persona squisitissima, la cui generosità, l’affabilità sincera e il sottile humor lo hanno reso amabile a molti. Alla sua famiglia l’abbraccio forte e un:”Arrivederci Pino!” dal profondo del cuore.

Tommaso Palermo

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Con Pino del Grosso scompare un protagonista della foggianità

  1. alla fiera della numismatica ho acquistato da Pino del grosso delle monete medievali di re Manfredi e re Carlo I d’Angiò

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