Quando davamo da mangiare ai piccioni

Piccionivilla

Le vecchie cartoline raccontano non solo la storia di una città, ma anche il costume, il modo di vivere dei suoi abitanti. Questa cartolina della fine degli anni Sessanta mi riporta alla memoria bei ricordi d’infanzia, quando nella Villa Comunale uno dei divertimenti preferiti di noi ragazzi era quello di dar da mangiare ai piccioni.

A quei tempi quei simpatici volatili non venivano ancora scacciati né perseguitati come succede adesso, ma vezzeggiati e perfino nutriti. Si acquistava dalla bancarella un cartoccio di mais – doveva costare venti lire, se la memoria non mi tradisce – si spargeva il mangime per terra, e in men che non si dica si veniva circondati dai colombi che pasteggiavano tutti contenti.

Il trenino che per poche lire scarrozzava i bambini lungo i dialetti della villa sarebbe arrivato di lì a poco. L’altro possibile divertimento era rappresentato dall’affittare una piccola bici o il sidecar a pedali.

Qualche anno dopo sarebbero intervenute le prime ordinanze comunali rivolte a contenere la presenza dei piccioni nel centro cittadino che soprattutto nel Quartiere Ferrovia cominciava a diventare troppo invasiva. Il problema è oggi tutt’altro che risolto ed anche in periferia sono comparsi su tetti e balconi i diversi strumenti dissuasori.

Dare cibo ai piccioni è una prassi vietata in numerosi comuni italiani, alcuni dei quali puniscono con severe multe i trasgressori.  

La cartolina che illustra il post è del 1969, e venne realizzata dall’editore Vasciaveo di Cerignola.

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Author: Geppe Inserra

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