Trentun anni, proprio quanti Inedito d’autore. Era un gemellaggio quasi obbligato, quello tra Statale 17 e la kermesse sul pensiero creativo che si è svolta domenica scorsa a Pietramontecorvino. E non solo per la comune età anagrafica. Il documentario di Giovanni Aquilino, presentato in una nuova edizione restaurata, venne fuori proprio dalla temperie culturale da cui nacque Inedito d’Autore: l’incontro e l’intreccio tra la redazione de La Refola, rivista troiana che sosteneva l’idea di uno sviluppo del Subappennino Dauno (allora lo si definiva così…) affidato alla cultura, alla valorizzazione del passato e del paesaggio, e la Pro Loco di Pietramontecorvino, che quella strada aveva pionieristicamente imboccato con Suoni, sapori e colori di Terravecchia, manifestazione antesignana delle feste medievali che sarebbero successivamente spuntate come funghi.
Giovanni Aquilino è un naturale tessitore di reti, un formidabile enzima di relazioni. Fu proprio lui, con la sua verve, con la sua fantasia, a costruire quel ponte tra Troia e Pietramontecorvino, a comporre quella indimenticabile squadra da cui si sprigionò Inedito d’autore. L’idea di fondo era di radunare, ogni anno, a Pietra, creativi di ogni genere, per testimoniare l’importanza e l’attualità della cultura, del pensiero, nelle direttrici di sviluppo del Suabbennino.
Da parte troiana, c’eravamo io, che dirigevo La Refola, l’indimenticabile Lillo Altobelli, Giovanni Aquilino, Antonio Gelormini. Dalla parte petraiola, c’erano Rino Lamarucciola, all’epoca presidente della Pro Loco, Gianni Lingua, Claudia Clemente e Raffaele Iannantuono.
L’idea di Statale 17 fu partorita da un altro subappenninico doc, il compianto Michele Campanaro, originario di Deliceto e direttore di Video Sud, l’emittente televisiva che produsse il cortometraggio, e che lo candidò al Festival Internazionale del Film Turistico, dove giunse in finale. È dedicata a lui la riedizione del film.
La parte più interessante fu rappresentata da quelli che in gergo si chiamano sopralluoghi, ovvero il viaggio che Giovanni ed io facemmo, a bordo della sua auto, percorrendo a ritroso la Statale 17, da Foggia, dove approda, fino all’origine. Prima di partire pensavamo nascesse a L’Aquila, ma proprio durante i sopralluoghi ci accorgemmo che non è così. Comincia ad Antrodoco, in provincia di Rieti, collegando quattro regioni e sei province lungo 350 chilometri.
Il cortometraggio racconta le sensazioni e le emozioni di quel viaggio attraverso l’Appennino, la scoperta dei suoi ineffabili silenzi, le riflessioni sul senso stesso del viaggio, delle strade, e dell’andare. Giovanni firmò la regia, io mi occupai dei testi e della sceneggiatura, Michele della produzione. Nella riedizione digitale presentata a Pietra, il racconto del viaggio è affidato alla voce di Rosa Serra e alla mia.
Girato già dall’origine con i mezzi tecnici decisamente poveri di cui erano allora dotate le televisioni locali, con una qualità ulteriormente impoverita dai limiti del supporto analogico (VHS), il restauro, compiuto utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, ha consentito solo in parte di recuperare la nitidezza delle immagini originali.
Statale 17 resta però un documento prezioso, ed una storia da custodire. Ed è con questo spirito che ve l’offriamo, per la prima volta on line. Potete guardarlo qui sotto. Buona visione.
Geppe Inserra
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