Lo splendore dei Grifoni di Ascoli Satriano su Google Arts & Culture

Quando i grifoni policromi di Ascoli Satriano vennero portati a Milano per essere esposti all’Expo, qualcuno arricciò il naso, temendo danni durante il trasporto o, peggio ancora, che il preziosissimo trapezophoros (termine greco che ne indica l’antico uso, quale sostegno di mensa) potesse non tornare più in terra dauna. Non è successo niente di questo, anzi… Non solo i grifoni sono tornati, ma proprio grazie alla trasferta milanese, fanno oggi bella mostra di sé in Google Arts & Culture, il più grande museo virtuale del mondo, che espone fotografie in altissima risoluzione di opere d’arte collocate in ben 15.000 musei.

La fotografia scattata ai Grifoni durante il loro soggiorno milanese è veramente straordinaria, perché dà conto (assai di più della versione precedente) della ricchezza cromatica della scultura, dipinta dalle mani di ignoti ma abilissimi artigiani, probabilmente greci.

Trafugata dai tombaroli, la scultura è stata esposta per anni al J.P. Getty Museum di Malibu. Quando i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale ne accertarono la provenienza furtiva, il museo californiano è stato costretto a restituirli all’Italia, e da allora sono esposti ad Ascoli Satriano.

L’immagine di Google Arts & Culture è corredata da una dettagliata scheda di Luigi La Rocca, Soprintendente per i beni archeologici della Puglia, che definisce «straordinaria» la scultura, descrivendola così: «alta 95 cm e lunga 148 cm, è costituita da una coppia di grifi, animali fantastici con il corpo di leone e la testa di drago rappresentati con fine realismo mentre azzannano un cerbiatto ormai disteso al suolo.»

Il restauro eseguito dal Laboratorio della Soprintendenza Archeologica di Roma dopo il ritorno in Italia ha permesso di accertare che i marmi provengono dalle cave dell’isola di Paros nelle Cicladi. Non è stato invece possibile appurare con certezza la destinazione, la collocazione originaria e la funzione dei preziosi manufatti, probabilmente acquistati da una committenza di alto rango.

Accanto alla ipotesi che siano parte di un corredo funerario, si è recentemente fatta strada quella che si tratti di bottino di guerra, «memoria forse tesaurizzata o consacrata in un santuario – scrive il Soprintendente La Rocca – , del saccheggio degli accampamenti di Pirro perpetrato da Arpani e Ascolani, alleati dei Romani, nel corso della famosa battaglia di Ausculum del 279 a.C.»

Per ammirare i Grifoni nella spettacolare versione offerta da Google Arts & Culture andare alla pagina web indicata al termine dell’articolo, e usare la lente d’ingrandimento per ingrandirla. Si può raggiungere un livello di dettaglio che permette di ammirarne tutti i particolari, perfino meglio che nel museo vero e proprio, come documenta il particolare dell’immagine che potete vedere qui sotto.

I Grifoni su Google Arts & Culture –> https://artsandculture.google.com/asset/sostegno-di-mensa-trapezophoros-con-due-grifi-che-sbranano-una-cerva-opere-anonimo/bAG4VyP3xPAG5Q

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Author: Geppe Inserra

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