Liste d’attesa? Ecco come aggirarle

Lo Spi Cgil di Puglia ha messo a punto un ingegnoso sistema per affrontare l’annoso problema delle liste d’attesa nella regione. La legge prevede che il medico di base debba indicare la classe di priorità e i relativi tempi di attesa (che possono variare da 3 a 10, 20 o 60 giorni). Nel caso in cui il tempo d’attesa previsto non venga rispettato, il sindacato inviterà i cittadini  a ricorrere alla modalità intramoenia e, contestualmente, a richiedere il rimborso alla Regione Puglia per le spese aggiuntive che sono stati costretti a sostenere, compilando un modulo prestampato, che verrà distribuito durante la campagna di mobilitazione che Spi Cgil sta promuovendo in questi giorni in tutto il territorio regionale. Una sorta di class action che è stata messa a punto con il supporto di un agguerrito item di avvocati che ha studiato attentamente la legge.

Il fatto è che tra il modo e i tempi con cui vengono erogate le prestazioni, per così dire, «istituzionali» e quelle garantite in regime di ALPI (Attività Libero Professionale Intramoenia), passa la stessa differenza che corre tra la notte e il giorno. L’altra sostanziale differenza è che per ottenere le prime si deve corrispondere solo il costo del ticket, mentre, per accedere alla seconde, bisogna pagare.

Le cifre parlano chiaro. E si tratta di cifre ufficiali, che possono essere facilmente ricavate dal cruscotto predisposto dalla Regione Puglia per monitorare le liste d’attesa. La media dei giorni di attesa per una visita specialistica o una prestazione diagnostica è di 83 giorni per i cittadini pugliesi che si rivolgono al sistema sanitario «istituzionale». L’attesa media scende invece a soli 11 giorni per le prestazioni erogate, a pagamento. Alcune prestazioni mettono a nudo casi limite che suscitano indignazione: per una mammografia bilaterale è necessario attendere mediamente 178 giorni nelle strutture istituzionali, e soltanto 15 in regime di intramoenia. Una visita urologica richiede 68 giorni di attesa attraverso i canali normali e appena 3 attraverso il sistema Alpi.

Assieme ai pensionati della Cgil scenderanno in piazza anche i Circoli pugliesi dell’Auser che sosterranno la campagna di di mobilitazione promossa dallo Spi per dire basta alle liste d’attesa. 

Il presidente di Auser Puglia, Biagio D’Alberto, punta il dito: «È una battaglia di civiltà e di democrazia che deve vederci protagonisti, per tutelare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, e calpestato da un sistema sanitario iniquo ed inefficiente. Le liste d’attesa e le evidenti differenze tra i tempi istituzionali e quelli dell’intramoenia mettono a nudo una situazione intollerabile che, come associazione vicina e sensibile ai problemi della popolazione anziana, ci preoccupa profondamente. Ad essere maggiormente colpiti da questa lampante ingiustizia sono i cittadini più deboli: gli anziani, le famiglie monoreddito, i disoccupati che non possono permettersi di pagare le prestazioni sanitarie. Per dire basta a questo insopportabile stato di cose, i nostri volontari saranno in piazza, assieme ai militanti dello Spi Cgil.»

La campagna di mobilitazione si articolerà in presidi e volantinaggi, in piazza e davanti ai CUP (Centri Unici Prenotazioni), per informare la popolazione e per rendere esigibile il diritto alla salute negato. 

«Essere consapevoli dei propri diritti e chiedere che vengano rispettati – conclude il Presidente di Auser Puglia – è il primo modo per renderli effettivamente esigibili. Per questo saremo al fianco di Spi Cgil.» 

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Author: Geppe Inserra

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