La salute? Ormai è un fatto privato…

Chiedere al servizio sanitario una maggiore osservanza delle norme che disciplinano le prenotazioni e le liste d’attesa, in modo che non si debbano attendere tempi biblici per una mammografia o una visita specialistica? Macché…

Il problema è che il servizio sanitario come servizio pubblico non esiste più…

Stamattina sono stato testimone oculare di un deprecabile episodio, che vale la pena raccontarvi. Come presidente provinciale dell’Auser ho partecipato alla manifestazione di sensibilizzazione e di protesta promossa dallo Spi Cgil, contro le interminabili liste d’attesa della sanità pugliese.

Ai pensionati della Cgil e ai militanti Auser  è stato impedito di effettuare il volantinaggio, programmato davanti al Centro Unico Prenotazioni del Policlinico Riuniti, «in quanto non era autorizzato». Non sono un esperto, e non entro nel merito: può darsi che l’area ospedaliera, tanto più a causa della pandemia, sia soggetta ad un particolare regime autorizzativo, che tuttavia dovrebbe sempre tener presente che il diritto di manifestare la proprio opinione è protetto dalla Costituzione (art.21).

Ciò che amareggia è la motivazione con cui ci è stato gentilmente chiesto di levare le tende: «Non potete stare qui senza autorizzazione, perché questa è un’area privata», ha intimato un’imbarazzata guardia giurata (i dirigenti del Policlinico si erano blindati, e non c’è stato verso di incontrarli).

A ben vedere, il «vigilante» ha ragione: da quando gli ospedali sono stati trasformati da luoghi di cura (luoghi che si prendono cura delle persone…) in «aziende» sono di fatto divenuti strutture private. Non c’è da meravigliarsi se i tempi d’attesa per le prestazioni istituzionali sono infinitamente più lunghi di quelli delle prestazioni extramoenia erogate dagli stessi servizi, ma a pagamento. Basta pagare, e l’attesa si riduce.

Qualche giorno fa, Lettere Meridiane ha pubblicato l’appassionato intervento di Giuseppe Visone, medico di trincea al pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, che è intervenuto all’interessante convegno meridionale della Cgil, puntando il dito contro «un sistema sanitario in cui si è introdotto un seme velenoso che oggi ha prodotto il mostro, quello per cui in sanità si ammette il profitto: ma i diritti non ammettono profitti.»

Ritenere l’area ospedaliera un’area privata rientra in questa logica. Ma il seme velenoso del profitto sta sconquassando la sanità pubblica. E a chi cerca di farlo rilevare, viene negato il diritto di parola.

Geppe Inserra

[Nella foto, i militanti Spi-Cgil e Auser fuori dai cancelli del Policlinico]

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “La salute? Ormai è un fatto privato…

  1. Questa è una situazione servita su di un piatto di Argento a tutti i Sanitari in servizio Ospedaliero, Intramoenia,Extamoeni, se paghi sei servito subito,non puoi,ho non vuoi vai nei tempi biblici, tutto questo dobbiamo dire grazie ai N/S Politici,sia di Dx che di Sx.E questo è uno dei motivi che i medici si sono sentiti forti e agire di conseguenza nei confronti dell’Auser, ma’ io andrei a fondo alla faccenda!!!.

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