Quando Foggia era bella, e non era ancora una città

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Le antiche cartoline raccontano la storia di una città, perché consentono di coglierne i cambiamenti, a colpo d’occhio. È il caso di questa bella e rara cartolina che costituisce il tema della puntata odierna di Memorie Meridiane, la rubrica del nostro blog che regala ad amici e lettori gadget digitali sul passato, la memoria e l’identità del territorio. Raffigura il Viale della Stazione di Foggia, quando ancora non si chiamava Viale XXIV Maggio, e Foggia non era nemmeno una vera e propria città. La fotografia è stata scattata all’inizio del secolo scorso. Svela i tratti di una città ordinata e bella, sospesa tra il presente e il futuro. 

Se la osservate bene, viene fuori un aspetto sorprendente, che a prima vista può sfuggire: niente, ma proprio niente, si è conservato com’era allora. Gli stabilimenti industriali che si intravedono sulla destra sarebbero stati sostituiti da lì a pochi anni da alberghi e palazzi pubblici. La stessa stazione ferroviaria avrebbe radicalmente mutato aspetto, dopo i bombardamenti della estate del 1943, che la rasero al suolo. Gli spazi vuoti che si colgono tra Palazzo Mandara, in primo piano sulla sinistra, e la stazione sarebbero stati riempiti da palazzi pubblici e privati e dalla Chiesa della Madonna della Croce. 

Il palazzo che è durato di più a lungo nel tempo è proprio Palazzo Mandara, costruito nella seconda metà dell’Ottocento, ed abbattuto negli anni Settanta del secolo scorso per far posto a quello che i foggiani conoscono come «Palazzo della Fondiaria», dal nome della società assicuratrice, che vi ha gli uffici.

Intendiamoci. Considerato anche il fatto che la stazione sorgeva allora in aperta campagna, come l’immagine documenta, c’era da aspettarsi che l’attività edilizia avrebbe profondamente cambiato l’aspetto del viale. Ma che non si conservasse neanche una pietra…

Non resta che consolarsi guardando la cartolina, lasciandosi avvolgere dalla nostalgia per una città a dimensione d’uomo, che ormai non esiste più. Ma la nostalgia può essere un sentimento utile a stabilire una relazione più profonda con il nostro passato e con la nostra identità.

Come sempre il gadget è disponibile in diverse versioni: l’originale in bianco e nero, digitalmente restaurato; una versione colorizzata utilizzando gli algoritmi e l’intelligenza artificiale di DeOldify e due versioni «artistiche» che simulano un dipinto ad olio e un acquerello. 

Per guardarle e/o scaricarle ad alta risoluzione, cliccate sulle miniature qui sotto. Attenzione, le immagini sono piuttosto pesanti in termini di bit, e potrebbe volerci un po’ di tempo.

Versione originale, in bianco e nero, restaurata digitalmente

Versione colorizzata con intelligenza artificiale e algoritmi di DeOldify

Simulazione dipinto ad olio

Versione “acquerellata”

 

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Author: Geppe Inserra

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