Il libro di Fausto Durante, «Lavorare meno, vivere meglio» è illuminante e al tempo stesso inquietante. Illuminante perché certifica in modo incontrovertibile quanto le lotte per la riduzione dell’orario di lavoro abbiano contribuito, fino a quando sono durate, al benessere dei lavoratori e al più generale progresso della società. Inquietante perché evidenzia come, al cessare di tali lotte, sia cresciuta esponenzialmente la diseguale distribuzione della ricchezza e si siano create nuove sacche di povertà, chiamando non solo il sindacato, ma anche le forze progressiste, ad una nuova stagione della battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro.
È infine un libro importante, per il rigore scientifico con cui è scritto (c’è un ricchissimo corredo di dati, di citazioni, di analisi dei casi), che potrebbe, dovrebbe rappresentare il classico sasso gettato nell’acqua stagnante di una sinistra da troppo tempo al palo su questi temi.
Il volume si avvale di una densa e approfondita prefazione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che non esita a sottolinearne l’attualità, anche rispetto alla stagione congressuale che vede impegnato il sindacato: «il libro ha il merito di riportare al centro dell’attenzione di tutti la grande questione del lavoro, della sua qualità, di cui la redistribuzione degli orari di lavoro costituisce un aspetto di primaria importanza.»
Fausto Durante ripercorre con rigore e dovizie di riferimenti, l’intensa e significativa storia delle lotte per la riduzione dell’orario del lavoro ravvisando come essa sia stata un elemento permanente delle strategie sindacali dalla seconda metà dell’Ottocento, fino agli anni Ottanta del secolo scorso. Del traguardo raggiunto – 8 ore giornaliere e 40 settimanali – ha beneficiato non soltanto la classe lavoratrice ma la società nel suo complesso, perché il lavoro è stato meglio distribuito, i salari sono cresciuti, la produttività è aumentata. Il processo è stato sostenuto sia dai sindacati che dai governi e dalle stesse imprese. Nel 1932, il presidente della Fiat, Giovanni Agnelli, in una intervista, sosteneva che «finora il progresso è stato indirizzato a produrre il massimo nel minimo tempo e con il minimo di mano d’opera possibile. La formula va così modificata: produrre il massimo nel minimo tempo, ma ridurre le ore di lavoro a ciascun lavoratore e non il numero dei lavoratori.»
«Dall’inizio degli anni ’80, ossia da quando il pensiero neoliberista orienta le politiche economiche a livello globale – scrive Durante – , la tendenza a ridurre l’orario di lavori si è bloccata, come pure la spinta dei governi a tenere la piena occupazione al centro dei propri obiettivi.»
Eppure la questione è quanto mai attuale: la pandemia e la diffusione dello smartworking hanno contribuito non già a ridurre ma ad accrescere ulteriormente l’orario di lavoro, la digitalizzazione e le nuove tecnologie hanno introdotto nuovi scenari, la sfida del cambiamento climatico è divenuta sempre più pressante (tra le molte cose interessanti che si apprendono leggendo il libro c’è anche la dimostrazione che lavorare meno contribuisce a ridurre l’impatto ambientale del lavoro e della produzione).
Un libro interessante che rilancia un tema da troppo tempo caduto nel dimenticatoio, soprattutto nel nostro Paese. Speriamo raggiunga l’obiettivo. Ci prova la Cgil di Foggia che presenterà «Lavorare meno, vivere meglio» in una tavola rotonda che si svolgerà domani, 29 giugno 2022, alla Camera del Lavoro (ore 17.30). Sarà presente l’autore, che converserà con il segretario generale della Cgil di Capitanata, Maurizio Carmeno, con Daniele Stasi, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Foggia, e con la segretaria provinciale della Fisac Cgil, Mara del Buono. Non mancate, sarà un appuntamento interessante.
Fausto Durante è coordinatore della Consulta Industriale della Cgil, in passato è stato segretario provinciale della Fiom Cgil di Lecce e componente della segreteria nazionale della Fiom.
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