Le bombe sganciate su Foggia dall’aviazione alleata nella tragica estate del 1943 non uccisero soltanto civili adulti, ma anche tanti bambini. Era ovvio che fosse così, visto che si trattò di bombardamenti “strategici” che avevano, oltre quello di distruggere gli obiettivi militari, anche lo scopo di terrorizzare la popolazione. Ma adesso se ne ha contezza anche dal punto di vista statistico.
Grazie alla ricerca sulle vittime dei bombardamenti della tragica estate del 1943 a Foggia, che sta svolgendo Maurizio De Tullio per conto della Biblioteca Provinciale La Magna Capitanata, è possibile adesso sapere qualcosa di più anche sull’età delle vittime, e calcolare, quindi, quanti furono i bambini le cui vite vennero stroncate.
Il certosino lavoro di De Tullio si sta rivelando prezioso non soltanto perché sta dando un nome alle migliaia di vittime. Man mano che procede la scrupolosa opera di scavo del bibliotecario, associando alle generalità delle vittime anche altri dati, quali la loro età anagrafica e la loro città di nascita è possibile ricostruire ulteriori tasselli di quella pagina nera della storia del capoluogo dauno.
I morti provocati dai raid aerei degli Alleati di cui fino ad oggi De Tullio è riuscito a stabilire l’identità sono 1.914. “Ma si tratta pur sempre di un dato parziale – sottolinea il curatore dell’indagine – trattandosi di una lunga e complessa ricerca storica che è stato solo avviata.”
Ma i dati “parlano”, e non solo in termini puramente quantitativi. In 1.684 casi il ricercatore è riuscito a risalire anche alla età delle vittime, mentre, per 1.603 di loro, è stato accertato il luogo di residenza.
Riferendosi all’età dei deceduti, De Tullio afferma: “È un lavoro che mi ha lasciato una profonda vena di tristezza, non solo per l’evento tragico nel suo insieme, ma per la tenera età di tantissimi deceduti. La persona in assoluto più giovane forse ha fatto in tempo solo a vedere in volto i suoi genitori o quanto meno la mamma, prima di morire: aveva soltanto 8 ore. Resistettero solo qualche ora in più altre 8 persone, morte alla età di 1 o 2 giorni.”
Dalla scrupolosa ricerca emergono altri dati raccapriccianti: 22 neonati morirono prima di compiere un mese, 294 nel primo anno di vita; 481 furono le vittime tra 0 e 10 anni; 234 quelle comprese nella fascia di età tra 11 e 20 anni; 31 i ventunenni. Bambini, ragazzi e giovani compresi tra o e 21 anni, furono in tutto 746. Un dato enorme che soltanto adesso, grazie a Maurizio De Tullio, emerge in tutta la sua agghiacciante evidenza: più del 44% delle vittime non aveva ancora compiuto la maggior età (che nel 1943 coincideva con il compimento del ventunesimo anno). Le bombe non risparmiarono neanche gli anziani: 226 vittime avevano più di 60 anni (13%). Il più vecchio aveva la veneranda età di 93 anni.
Sommando i dati che riguardano i minorenni con quelli degli anziani si ottiene un particolare che finora si poteva solo intuire: le bombe alleate infierirono con particolare accanimento su bambini, giovani e anziani.
Altrettanto interessanti i dati che riguardano la località di residenza delle vittime, che De Tullio ha accertato, come si è già detto, in 1.603 dei 1.914 casi (vittime di cui si è accertato nome e cognome) complessivamente analizzati.
Per la maggior parte parte si tratta ovviamente di foggiani, ma in misura più contenuta di quanto si potesse supporre. I foggiani caduti sotto le bombe alleate di cui è stata finora accertata l’identità sono 1.080, ovvero il 67% circa del totale delle vittime identificate con nome e cognome.
I dati confermano che anche in quei drammatici mesi del 1943 Foggia era una città crocevia, in cui per lavoro o per altri interesse convergevano persone da numerosi altri centri del resto della provincia, e non solo. I comuni che hanno registrato il maggior numero di vittime sono Manfredonia (29), San Severo (26), Lucera (20) e Cerignola (20). I comuni non dauni che hanno registrato il maggior numero di vittime sono invece Barletta (16) e Molfetta (11).
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Caro Geppe, plaudo all’utile lavoro di De Tullio e, a questo proposito, ti informo che mia madre ricorda i nomi di alcuni di loro perchè vicini di casa o amici. Se De Tullio fosse interessato, posso metterlo in contatto con mia madre che, a 93 anni, ha ancora una memoria esatta di quei terribili giorni. In particolare un loro stretto amico ventenne cadde sotto i bombardamenti per salvare la nonna anziana ed i loro corpi furono trovati insieme, uno sull’altro. Insomma, vedi tu e fammi sapere. Grazie e buona domenica.
È stato un lavoro immane, che solo chi ha a cuore la propria città e la verità ha potuto fare , penso che non sia stato assolutamente facile fare questo tipo di ricerche, complimenti vivissimi a De Tullio e a chi gli ha potuto mettere a disposizione le proprie informazioni, buona domenica