Riabilitare le vittime dell’eccidio di Torremaggiore

Riabilitare la memoria e restituire la dignità storica a Giuseppe Lamedica, Antonio Lavacca e a tutti gli altri braccianti ed operai caduti per mano delle forze dell’ordine tra il 1948 e il 1949. È questo l’appello lanciato dalla Città di Torremaggiore, dai parlamentari Gisella Naturale e Nunzio Angiola, dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e dalle associazione Auser, Anpi e Casa Di Vittorio della provincia di Foggia durante la serata che ha celebrato il 72° anniversario dell’eccidio di Torremaggiore.
Il 29 novembre del 1949, Giuseppe Lamedica e Antonio Lavacca vennero uccisi dai colpi di proiettile esplosi dai carabinieri che caricarono i lavoratori radunati davanti la Camera del Lavoro per difendere i loro diritti. Quel giorno perse la vita anche la sarta Giuseppina Faenza, stroncata un infarto a causa dello spavento, mentre altri 10 lavoratori vennero feriti.
L’episodio di Torremaggiore fu tra gli ultimi di una lunga serie che insanguinò il paese tra il 1948 e il 1949, proprio nel biennio che avrebbe dovuto celebrare la ritrovata democrazia e l’entrata in vigore della Costituzione.
Fatti analoghi si registrarono a Cerignola, San Ferdinando di Puglia, Gravina in Puglia, Melissa, Genova, e qualche mese dopo a Modena, San Severo e in tante altre città italiane. Un’autentica strage di lavoratori, cui è stata tolta la vita ma anche la dignità della memoria.
“Quella memoria deve essere oggi riabilitata – ha detto il sindaco di Torremaggiore, Emilio Di Pumpo – quei lavoratori chiedevano pane e lavoro, il diritto ad una vita migliore, hanno dato un contributo importante alla nascita e alla crescita della democrazia. Sono stati per noi padri e maestri. Vanno ricordati e additati come esempio alle giovani generazioni.”


Per non dimenticare il loro martirio, la civica amministrazione di Torremaggiore ha promosso la realizzazione del cortometraggio Lavacca e Lamedica, storia di un eccidio, la cui proiezione, per la prima volta a Foggia, è stata al centro di una intensa serata rievocativa svoltasi a Palazzo Dogana. L’iniziativa è stata organizzata dalla Città di Torremaggiore, con il patrocinio della Regione e della Provincia, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil, ed Auser.
La produzione del film (che potete vedere alla fine dell’articolo), curata da Aurelio Lariccia e Nicola Lamedica, ha mobilitato praticamente tutta la popolazione, in una brillante operazione di storia pubblica e di recupero della memoria collettiva, come ha precisato il regista Paolo Di Capua, nella conversazione con Geppe Inserra, presidente dell’Auser Territoriale di Foggia, che ha animato la serata: “Abbiamo ascoltato i testimoni, quelli che hanno vissuto personalmente quel momento e quelli che l’hanno vissuto attraverso le testimonianze dei propri genitori o dei propri nonni”. Lariccia e Lamedica hanno invece sottolineato quanto la produzione sia stata impegnativa, dal punto di vista tecnico. Ma, come hanno confermato i calorosi applausi del pubblico alla fine della proiezione, il risultato è del tutto soddisfacente, grazie anche alla eccellente regia del suono di Paolo Iammarrone.
La narrazione è affidata ad un riuscito intreccio tra il coinvolgente testo di Elisabetta Ciavarella, la recitazione degli attori della compagnia locale Il baffo (le due vittime sono interpretate da Tommaso Ippedico e Giuseppe Russo) e le testimonianze di nitide testimonianze di Pasquale Soldano, Matteo Marolla e Raffaele Russo.
Un bell’esempio di cinema civile e militante e un prezioso risultato per quel laboratorio di storia a cielo aperto che Torremaggiore è stata nei giorni in cui il film è stato girato. È stato proprio questo spontaneo laboratorio a partorire l’idea della “riabilitazione” di Giuseppe Lamedica e Nicola Lavacca, lanciata da Matteo Marolla nello struggente appello finale: “Le stragi che in quegli anni insanguinarono le campagne, soprattutto nel Mezzogiorno, sono rimaste impunite. Ma dobbiamo batterci affinché il sacrificio di Lavacca e Lamedica non resti vano, e la loro memoria sia completamente riabilitata”.


L’appello è stato raccolto dal pubblico, attento e partecipe, che ha esaurito tutti i posti disponibili della Sala del Tribunale di Palazzo Dogana.
È stata una serata ricca, emozionante, impreziosita dagli interventi dei rappresentanti sindacali e istituzionali. Maurizio Carmeno (segr. prov. Cgil) ha sottolineato l’importanza della memoria: “Siamo quelli che ricordiamo di essere stati. Il sacrificio di persone come Lavacca e Lamedica non fu vano perché la classe dirigente riuscì a cogliere il senso di quelle proteste, innescando un cambiamento reale. Anche oggi viviamo la stridente contraddizione di una Repubblica fondata sul lavoro, che non riesce a dare lavoro, anche oggi c’è bisogno di un rinnovamento profondo, strutturale.”
Carla Costantino (segr. prov. Cisl): “Purtroppo la storia si ripete, anche oggi la democrazia è sotto attacco come dimostra l’aggressione alla sede della Cgil di qualche settimana fa. E mai come oggi, il sindacato è chiamato a svolgere la sua missione più alta: proteggere gli ultimi, quelli che non lavorano, o che sono sottopagati e non riescono a garantirsi un reddito dignitoso.”
Enzo Pizzolo (Uil): “Il patrimonio del passato impatta sempre sul presente. L’anniversario dell’eccidio di Torremaggiore deve ammonirci a riflettere sul fatto che i diritti che si sono conquistati non sono per sempre. Sono inalienabili, ma vanno difesi. Ancora oggi la sfida vera è il lavoro, la sua tutela, il superamento del precariato.”
Nel dibattito sono intervenuti l’on. Nunzio Angiola (“Sono stati anni difficili, perché c’erano fame e povertà, ma il tema è sempre attuale: anche oggi dobbiamo lottare per il lavoro, perché sia un lavoro di qualità”) e la sen. Gisella Naturale (“Sono orgogliosa di essere concittadina di Lavacca e Lamedica. Il loro sacrificio ci insegna che dobbiamo amare di più la nostra terra, essere più consapevoli del suo valore, del ruolo che la  valorizzazione del territorio può svolgere per il nostro futuro.”)
Apprezzati e applauditi anche i contributi di Giovanna Zunino, direttrice dell’Associazione Casa Di Vittorio, fondata da Baldina Di Vittorio (“è un onore per me essere tra di voi, perché abbiamo il dovere della memoria; bella l’iniziativa del film, i registi si assumono un impegno civile importante, la loro non è solo passione ma impegno civile”) e il sen. Orazio Montinaro, intervenuto in rappresentanza dell’Anpi (“il recupero della memoria è importante, l’Anpi sta lavorando alacremente su questo versante, stiamo riscoprendo decine di partigiani foggiani di cui si avevano poche notizie; la storia non è solo ricordo del passato, ma strumento di futuro.”)
La proposta di promuovere iniziative per la riabilitazione di Giuseppe Lamedica e Antonio Lavacca è stata approvata per acclamazione dall’uditorio. Grazie alla Città di Torremaggiore e all’impegno culturale e civile di quanti hanno realizzato il film, potrebbe essere scritta una nuova pagina della storia d’Italia.

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Author: Redazione

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