Toni Santagata era una di quelle persone di cui avresti detto che non se ne sarebbe andata mai, e in fondo è così, perché resteranno le sue canzoni, e il ricordo del suo eterno sorriso, della simpatia che sprigionava,
Qualche anno fa, mi preparavo ad un’intervista che avrei dovuto fargli al Rione Fossi, ad Accadia, ascoltando una vecchia musicassetta in compagnia di mio nipote, Luca, che ne restò subitaneamente conquistato, e la sera volle accompagnarmi per conoscerlo e farsi firmare l’autografo.
Nella magica atmosfera della Fossa dei Greci, fu una conversazione memorabile, in cui ragionammo soprattutto di cultura e di radici, quelle radici di Puglia e della Daunia di cui andavamo entrambi orgogliosi e fieri.
Toni è stato il primo mentore e il primo cantore di una certa idea di Puglia, non oleografica, non convenzionale e nemmeno cabarettistica: l’idea di una Puglia unita e unitaria, nelle sue vocazioni, che sono soprattutto la terra, e la fede, che ne scandiscono l’identità.
Ricordandolo, mi accorgo che conversare è stata la costante del nostro rapporto. Conversare nel senso più antico della parola, che deriva dal latino conversari, trovarsi insieme.
Durante il lockdown lo abbiamo fatto tante volte, essendo uno spettatore privilegiato della dirette fiume che teneva su Facebook. Toni ha usato il social come pochi: nella sua genialità d’artista non faceva differenza tra l’avere il pubblico “in presenza” o solo virtualmente. Quando s’accorgeva che ero tra quanti lo seguivano, mi chiamava immancabilmente in causa.
L’eredità che ci lascia è immensa, e occorrerà custodirla come un bene prezioso, tramandarla. Nell’amaro momento del commiato, voglio ricordarlo con una sua canzone, non notissima al grande pubblico, che – mi piace immaginare – racchiuda il suo testamento spirituale: Un esercito di viole.
Tra i tanti meriti che ha accumulato nella sua irripetibile carriera artistica, c’è anche quello di aver inventato il marketing turistico in Puglia, quando organizzò una puntata della trasmissione Rai, Speciale Tre Milioni, a Sant’Agata di Puglia, che venne messa in onda il 24 settembre 1971.
Quel giorno Toni cantò per la prima volta Un esercito di viole, canzone “impegnata” come si diceva allora, intrisa di pacifismo e di speranza (Potete vedere quella memorabile esibizione nel filmato qui sotto).
L’amore di Toni per la nostra terra, l’impegno a farla conoscere al resto d’Italia sono nitidamente espressi nei versi struggenti del brano: “E se tu guarderai l’alzata di quei monti, vedrai quei bei tramonti che ti faran fermare almeno un momento e ti faran pensare a tante cose”.
Quella trasmissione ha rappresentato il primo grande – e riuscito – esperimento di marketing turistico e culturale del Subappennino Dauno pugliese. Quel giorno, a Sant’Agata di Puglia, il nostro era in buona compagnia. Si esibirono con lui Francesco Guccini, Claudio Baglioni, e i Formula Tre.
Addio, Toni, mio amico e Maestro. Non riesco a capacitarmi che il tuo sorriso si sia spento. Ma sono certo che, mentre mi leggi, starai sorridendo da lassù, e canticchiando, assieme a me, Un esercito di Viole.
Geppe Inserra
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