Le dichiarazioni del governatore pugliese Michele Emiliano sul futuro del Gino Lisa sono realistiche, ma nello stesso tempo rivelano un certo modo di sentire della Regione Puglia nei confronti della Capitanata.
È di assoluta evidenza che – come afferma il presidente – il traffico aeroportuale si attiva soltanto se c’è una domanda, e che per far volare gli aerei è necessario trovare delle compagnie aeree interessate, e quindi che i voli producano utili.
Quel che suscita perplessità è che il governatore si rivolga alla Capitanata come se il Lisa fosse una questione che riguarda solo il territorio dauno, e come se la Regione non avesse dirette responsabilità nella gestione e nella promozione dell’aeroporto.
Fino a prova contraria, il Gino Lisa è di proprietà regionale, e la gestione è affidata ad Aeroporti di Puglia, società partecipata dalla Regione al 99,6%. La responsabilità di cercare le compagnie interessate ai voli da e per il Lisa è prima di tutto di Aeroporti di Puglia, che fino ad oggi non ha fatto molto in questa direzione.
Il solo studio rigoroso sulle potenzialità del Lisa risale al 2014, e venne finanziato dal “territorio”: la Camera di Commercio, il Parco del Gargano, i cinque gruppi di azione locale della provincia di Foggia.
Le conclusioni cui approdarono gli autori dello studio, coordinati dal prof. Oliviero Baccelli, project manager del gruppo CLAS e vicedirettore del centro di economia regionale, trasporti e turismo della Bocconi, sono quanto mai attuali, perché veniva considerato quale precondizione indispensabile per la riattivazione dei voli l’allungamento della pista. Grazie alla Regione Puglia, la pista è adesso funzionale, e compatibile con gli scenari tracciati da quello studio.
Suona strano che l’ente di via Capruzzi abbia portato (meritoriamente) a termine il primo step, e adesso cincischi sul secondo: attivare – per il tramite della sua società aeroportuale, l’Adp – i contatti necessari, ed eventualmente le procedure di selezione pubblica, per verificare se e quanti vettori siano interessati a Foggia.
Forse dietro al gioco del cerino acceso c’è una verità tanto elementare quanto scomoda. In generale, gli aeroporti non generano profitti. Le stesse compagnie aeree sono spesso costrette a volare in perdita (basti ricordare cosa è successo all’Alitalia). Quando lo studio venne presentato, Baccelli fu molto chiaro, a riguardo: “Gli aeroporti che hanno medie di passeggeri al di sotto di un milione di passeggeri all’anno sono in perdita, e hanno bisogno per sopravvivere dell’apporto di istituzioni e forze economiche locali.”
Occorre dunque trovare uno o più soggetti che ripianino le probabili (anzi, quasi certe) perdite di gestione. Quante perdite genererebbe il Lisa? Lo studio della Bocconi fu molto preciso, anche sotto questo profilo. Stimò in un milione e 200.000 euro all’anno il disavanzo di gestione, calcolando, però, una ricaduta in termini di indotto assai più ampia: circa 24 milioni e 317.000 euro, di cui undici milioni e mezzo aggiuntivi rispetto alla situazione di allora (ovvero a quanto turisti e potenziali viaggiatori spendevano nel 2014).
L’ingente volume d’affari suscitato dalla ripresa dei voli non riguarda solo la Capitanata, in quanto il bacino di utenza stimato dallo studio interessava, seppure in misura minore, anche altre province (Campobasso, BAT e Pescara).
E allora: chi deve trovare, e dove, le risorse necessarie? Il “territorio” deve fare la sua parte, e sarebbe forse il caso di riattivare il partenariato (Camera di Commercio, Parco del Gargano, gruppi di azione locale) che finanziò lo studio.
Ma è chiaro che la responsabilità maggiore resta della Regione Puglia, che non può chiamarsi fuori. Perciò desta amarezza il fatto che il governatore parli della Capitanata in terza persona, come se la provincia di Foggia non stesse in Puglia. Se – come ha detto Emiliano – l’aeroporto Lisa è un nervo scoperto per la Capitanata, occorre che sia un nervo scoperto per tutta la Regione.
Geppe Inserra
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Concordo perfettamente e tristemente rifletto che il presidente Emiliano parla della Capitanata solo in termini di problema e non di risorsa.
Grazie di avere evidenziato la situazione
Geppe Inserra ho ascoltato l’intervista rilasciata da Michele Emiliano a RAI 3. Dice sono stati fatti degli investimenti sull’aeroporto e ora bisogna fare in modo che il territorio diventi attrattivo per stimolare la domanda. Ritiene che anche Foggia abbia un potenziale culturale da valorizzare. Punta, allora, sulla necessità di impegnarsi ulteriormente per creare le condizioni per attrarre la domanda. Impegno, quindi, ulteriore da parte della Regione Puglia e sua personale perché si realizzino nel più breve tempo. Ho commentato sulla piattaforma locale http://www.procapitanata.it/it-it/msin_proviciafoggia.aspx che in questa provincia ci sono da subito le condizioni per attivare i voli già dal prossimo mese di dicembre. Organizzare con l’Opera Pia Romana Pellegrinaggi delle settimane di visite ai due santuari più prestigiosi d’Italia da un punto di vista della sacralità, il santuario di San Pio e quell’Arcangelo Michele. Settimane di percorsi tra i Monti Dauni, il Tavoliere, il Gargano e le Isole Tremiti. Non solo. Opportunità anche per quanti conterranei che vivono fuori per rientrare in modo veloce.
La politica si deve occupare di promuovere e non di fare previsioni improprie ricorrendo a sondaggi che non possono rispondere ad una realtà inesistente, non essendo in essere alcuna linea o tracce di volo già operanti dallo scalo in questione.Emiliano ha fatto in pratica un processo alle intenzioni che mi auguro non rispondano alle sue.