Sessantacinque anni fa si spegneva improvvisamente ad Ascoli Satriano Liliana Rossi, straordinaria figura di donna, immortalata da Michele Placido nel suo indimenticabile film “Del perduto amore“.
La sua breve vita è un fulgido esempio di dedizione verso il prossimo e verso i più deboli, di cui va conservata e tramandata la memoria, come si sta cercando di fare ad Ascoli Satriano (che martedì prossimo la ricorderà con un concerto dell’ensemble Camerata Mvsica Antiqva) e da parte dell’Archivio della Memoria Ritrovata promosso da Spi Cgil e Auser, che al personaggio dedicherà una sezione del sito, di prossima pubblicazione.
Musicista, intellettuale, insegnante, ma soprattutto donna, Liliana è nata a Bovino il 4 novembre 1932, ma ha sempre vissuto ad Ascoli Satriano, dove suo padre esercitava la professione di medico condotto. Il quotidiano contatto con la sofferenza e la povertà costituì l’humus della sua maturazione politica ma anche della sua fede religiosa. Per lei, l’una e l’altra dovevano rappresentare uno strumento di riscatto sociale.
È stata un’autentica ragazza prodigio. A scuola è così brava da saltare le classi. Si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli a soli 20 anni con il massimo dei voti, la lode e il riconoscimento della “dignità di stampa”. Gli studi universitari non le fanno però trascurare la sua grande passione per la musica, e per il violino. Dopo aver dato il suo primo concerto a soli 6 anni, si diploma al Liceo Musicale “Giordano” di Foggia, viene ammessa ai corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Chigiana a Siena.
È fortemente impegnata anche sul versante culturale: promuove il primo Cineclub a Foggia, organizza serate, viene chiamata dalla Rai per concerti a Bari e a Napoli.
Dopo il conseguimento della laurea si iscrive alla sezione del Pci di Ascoli Satriano, diventandone subito un’attiva protagonista. Sono soprattutto le povere donne braccianti di Ascoli Satriano a catturare la sua passione e il suo impegno. Fonda una scuola per giovani donne, insegna alle analfabete ad apporre la firma, si batte tenacemente per l’emancipazione femminile.
Scende nell’agone elettorale, candidandosi al consiglio comunale. È la prima donna a tenere un pubblico comizio: il suo modo di parlare, spontaneo ed appassionato, la sua straordinaria sensibilità, infiammano le donne ascolane, che l’accompagnano trionfalmente a casa.
Liliana non riuscirà a portare a termine la campagna elettorale in quanto verrà stroncata da un’embolia a soli 24 anni. Pur avendo ricevuto l’estrema unzione durante il ricovero in ospedale, ad Ascoli le vengono negati i funerali religiosi. Ma centinaia di donne l’ accompagneranno nel suo ultimo viaggio, in abito bianco, come quello indossato dalla povera Liliana. È il 18 giugno del 1956.
All’episodio Michele Placido ha dedicato la sequenza più struggente del film “Del perduto amore“, dedicato, come già detto, alla sua grande concittadina.
Il Comune di Ascoli ha intitolato a Liliana la Pinacoteca comunale, mentre Bovino le ha dedicato un giardino pubblico. A Rutigliano, in provincia di Bari, è stata intitolata una scuola. In suo onore sono stati organizzati diversi concorsi musicali, concerti e festival.
Il 65° anniversario della sua morte verrà ricordato dalla città di Ascoli con una serata in suo onore che si terrà martedì 29 giugno, alle 19, nella pinacoteca a lei intitolata. Dopo il saluto del sindaco di Ascoli Satriano, Vincenzo Sarcone, la figura di Liliana Rossi sarà ricordata dal giornalista Geppe Inserra. L’evento si concluderà con un concerto dell’ensemble Camerata Mvsica Antiqva.
Pasquale Rinaldi (Flauto traverso e maestro concertatore), Stefano Rampino (Fagotto) e Gaia Carella (Flauto traverso) eseguiranno brani di Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven e Giuseppe Verdi.
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