Procida si appresta ad essere incoronata Capitale della cultura 2022, ed un artista raffinato e schiettamente meridionale come Mario Raviele, non ha perso l’occasione per celebrare a suo modo l’isola campana, più che mai simbolo di un Mezzogiorno che vuole affidare il suo futuro all’arte e alla bellezza.
Si chiama “Procida 1970-2022/L’isola di Arturo” la tela dipinta per l’occasione dall’artista, beneventano di nascita ma foggiano d’adozione. Non è casuale la scelta del protagonista del celebre romanzo di Elsa Morante, che Raviele rappresenta adagiato su una barca, sognante e quasi avvolto dagli abbacinanti colori dell’isola: “Quando ero a Napoli, studente all’Accademia di Belle Arti, mi recai sull’isola, per avere spunti grafici e creare ambienti, esterni e interni del romanzo di Elsa Morante. Rimasi letteralmente stregato dal fascino di Procida“.
L’arte è come il buon vino, migliora con il passar del tempo. E così, i disegni, gli schizzi e i bozzetti che Raviele realizzò in quella circostanza sono diventati la materia prima di “Procida 1970-2022” che reca come sottotitolo “L’Isola di Arturo” quasi a sottolineare il legame profondo tra l’amore a prima vista che sbocciò la prima volta che l’artista approdò sull’isola, e l’anno che la vedrà regina della cultura italiana.
I disegni frammentati, strappati e incollati svelano l’idea di una Procida nel tempo passato, sospendendola in un’atmosfera quasi fiabesca, in una sorta di nostos, di mitico ritorno alle radici, che trasuda nostalgia e tenerezza, ma, al tempo stesso, sembra indicare il futuro possibile di Procida e con essa dell’intero Mezzogiorno.
“Nel 1970 – ricorda ancora Raviele – ero al quarto anno di scenografia, e avevo scelto come tema d’anno il romanzo di Elsa Morante che aveva vinto il premio Strega nel 1957. Durante la lettura, cresceva in me il desiderio di visitare l’isola. A fine primavera con amici, da Pozzuoli in traghetto arrivammo a Procida nello spettacolo del tramonto: quei pescatori, quei caseggiati, quell’atmosfera da sogno si avvolse come un incanto. Trascorremmo la serata tra il piccolo porto e una trattoria- pizzeria a pochi passi dal mare dove, con permesso dei proprietari, passammo la notte. La mattina, una giornata passata tra scalini, viuzze, angoli, giardini, contadini, pescatori e costruzioni tipiche dell’architettura mediterranea, a scattare foto e veloci bozzetti. Quella breve visita da squattrinati studenti, me la sono portata nel cuore e nella mente.”
L’opera è realizzata con tecnica mista (45 X 45 X 5 cm), impreziosita da un’intercapedine di contorno che corrobora il senso di nostalgia e d’incanto suscitato dalla sua visione.
Il quadrato centrale, con l’immagine del caseggiato procidano, incastonato come un gioiello nel verde e l’azzurro marino dell’isola, emerge in rilievo con un gioco geometrico, sfaccettato in una cromia coloristica che sottolinea e sublima la serenità di un’esistenza, la perfetta armonia con l’ambiente isolano. In primo piano, un giovanotto adolescente, riposa disteso su una barca e sogna avventure lontane, come il personaggio protagonista del romanzo di Morante.
Il lontano viaggio giovanile di Mario Raviele alla scoperta di Procida non resterà fine a se stesso: l’artista è stato invitato dall’associazione culturale “Ambiente e Cultura Mediterranea” (www.ambienteculturamediterranea.it) a prendere parte al progetto “Procida Mediterranea2022″, che vedrà esporre 26 artisti di ambito nazionale con opere ispirate all’isola di Procida, alla sua storia, alla sua cultura. Arturo tornerà alla sua Ischia, avvolta d’incanto.
Geppe Inserra
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