Quaranta sette anni fa, il 4 giugno del 1974, Foggia viveva una delle più grandi manifestazioni democratiche della sua storia. La città rendeva il suo commosso omaggio a Luigi Pinto, giovane docente foggiano ucciso qualche giorno prima nell’attentato di Piazza della Loggia, a Brescia.
Si trattò di un momento di profonda emozione, ma anche di straordinaria partecipazione. Pinto era deceduto qualche giorno dopo la tremenda esplosione che il 28 maggio aveva sconvolto Piazza Loggia, a seguito delle gravissime ferite riportate.
La notizia della morte era stata accolta con sgomento dai foggiani, ma anche con fermezza. C’erano stati scioperi e una seduta straordinaria del consiglio comunale.
La salma del giovane docente giunse a Foggia nella tarda serata del 3 giugno, dopo che a Brescia nello stesso giorno si era svolta una manifestazione in suo onore. La federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil aveva indetto una giornata di sciopero.
La bara che custodiva le spoglie mortali di Pinto era stata collocata di buon mattino nel quadriportico della Loggia, dove tre giorni prima avevano sostato i feretri delle altre sei vittime. Era lo stesso posto in cui era esplosa la bomba, mietendo le sue vittime tra quanti avevano cercato riparo sotto il porticato, per proteggersi dalla pioggia battente, in attesa che iniziasse la manifestazione sindacale bersaglia della violenza dei terroristi.
Dopo il saluto di commiato, un grande corteo aveva reso l’estremo saluto a Pinto, a Brescia. Allo scioglimento del corteo, come si legge nel volantino sindacale di proclamazione dello sciopero, “la salma di Luigi Pinto, per espresso desiderio dei familiari, proseguirà quindi direttamente per Foggia, sua città natale.”
La camera ardente venne allestita nella sala consiliare di Palazzo di Città. Ai funerali parteciparono decine di migliaia di cittadini: 80.000 secondo L’Unità, che dedicò all’evento un ampio reportage, firmato da Luisa Melograni.
“Foggia oggi, fin dalle prime ore del mattino, ha vissuto con ritmo diverso, nel silenzio e nel dolore, la giornata attorno alla salma di Luigi Pinto accolta nella camera ardente allestita con dignità austera nel municipio della sua città – si legge sul quotidiano comunista. Una immensa manifestazione, una partecipazione popolare quale mai qui si era vista. Ottantamila persone per le strade e le piazze. Un lungo corteo che ha sfilato per ore e ore: vie e larghi coperti di folla, operai, giovani insegnanti e braccianti, tanti, da sembrare tutti i braccianti del Sud venuti qui.”
Quella straordinaria pagina di partecipazione e di mobilitazione ha lasciato numerose tracce, soprattutto fotografiche. Sui funerali sono state allestite mostre, che hanno avuto il merito di tenere sempre accesa la fiammella della memoria.
Grazie all’Archivio della Memoria Ritrovata, Lettere Meridiane è in grado di offrire ad amici e lettori quattro immagini inedite, che hanno il pregio di essere state scattate da prospettive particolari, e che danno perfettamente conto dell’imponenza della manifestazione del 4 giugno 1974. Ne è autore Antonio Pipino, grande fotografo foggiano, che seguì i funerali per conto della Gazzetta del Mezzogiorno. Le fotografie provengono dall’archivio della Cgil, e sono state messe a disposizione da Michele Casalucci e Matteo Carella, insostituibili e tenaci custodi delle tracce e della memoria del movimento operaio di Capitanata.
L’Archivio della Memoria Ritrovata, cui concorre anche Lettere Meridiane, è una iniziativa promossa dallo Spi Cgil di Foggia in collaborazione con l’Auser, l’Anpi e la Fondazione Foa, con il patrocinio della Cgil pugliese e foggiana, e dello Spi di Puglia.
Sarà prossimamente on line. Potete seguire il work in progress che porterà alla inaugurazione dell’Archivio iscrivendovi alla sua pagina Facebook o al suo canale YouTube.
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