Vandalismo senza freni, senza confini, senza pudore, senza rispetto per i simboli della città. Ringrazio l’amico Tommaso Palermo per aver fotografato e segnalato l’ennesimo atto vandalico che è stato consumato ai danni della statua che rende onore, nell’omonima piazza, al foggiano più grande di sempre: Umberto Giordano. Come viene documentato dalla fotografia che illustra il post, i soliti ignoti si sono accaniti sul basamento di bronzo che regge la scultura di Romano Vio, danneggiandola irreversibilmente. Qualcuno aveva pensato alle conseguenze dello scoppio di un petardo, ma osservando con attenzione la “ferita”, si può concludere che il balordo protagonista dell’impresa si è accanito con un corpo contundente, colpendo violentemente e ripetutamente la base, vicino al piede sinistro, fino a romperla. Un gesto premeditato, e posto in essere in tutta calma.
Non è la prima volta che la statua viene fatta oggetto di tali attenzioni: simboli fallici disegnati sulla statua che immortala il musicista, bavagli rossi, bottiglie di birra lasciate nella mano protesa di Giordano, la rottura del fiocco di ghisa.
Visto il ripetersi di gesti così gravi e così poco decorosi per la città, non sarebbe il caso di installare delle videocamere di sorveglianza?
Il monumento sfregiato è una duplice offesa all’identità foggiana: perché mortifica il suo personaggio più illustre, e perché oltraggia la storia stessa del monumento che fu voluto dalla città, che costituì un comitato pro monumento (guidato dall’allora sindaco Giuseppe Pepe).
Umberto Giordano è due volte simbolo della città migliore. Forse per questo è nel mirino della città peggiore.
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Quando una squadra, di qualsivoglia sport, non vince più (ammesso che l’abbia mai fatto), o addirittura perde sempre, e sempre più rovinosamente, non potendo cambiare i giocatori ( mi permetto: i veri responsabili), si provvede, con ogni mezzo, a licenziare allenatore e, se necessario, l’intera dirigenza…
Nella nostra umiliata disastrata città, i nostri amministratori, a tutti i livelli, non avranno mai il pudore di abbandonare le Istituzioni.
Facciamolo noi cittadini, con ogni mezzo lecito, ma con vigore e coraggio: diversamente, saremo conviventi o, peggio, proni….