L’incontro con padre Pio modificò profondamente la vita di Sandro Mazzola. Il campione nerazzurro ha più volte confidato in interviste rilasciate a giornali e televisioni quanto importante sia stato, per lui, l’aver conosciuto il santo frate della stimmate.
Al direttore di Tele Padre Pio, Stefano Campanella, Mazzola ha raccontato, in una intervista pubblicata tempo fa da Famiglia Cristiana, la premonizione di Padre Pio, che, alla vigilia della leggendaria partita Foggia-Inter del 31 gennaio 1965, predisse che i nerazzurri sarebbero stati sconfitti allo Zaccheria, ma avrebbero poi vinto il campionato. Andò proprio così: la sconfitta di Foggia fu l’ultima patita dai campioni d’Europa e del Mondo, che inanellarono una impressionante serie di partite utili, sorpassando il Milan e vincendo lo scudetto.
Quel giorno Mazzola si confessò da padre Pio, assieme ad Armando Picchi, capitano della Grande Inter. E da quel giorno, la sua vita non fu più la stessa. “Io ho “parlato” spesso con lui dopo quell’incontro – ha confidato Mazzola a Campanella – . Quando ero in una situazione difficile, o se in famiglia c’era un bambino ammalato, oppure se la squadra andava male, o quando io stavo male (ho avuto un periodo in cui avevo dei problemi fisici e non riuscivo più a rendere come prima), alla sera, prima di andare a letto, mi mettevo in ginocchio e “parlavo” con Padre Pio. Succedeva che quando cominciavo a pregare ero nervoso, agitato, e dopo mi sentivo più sereno, più tranquillo. Dopo quel colloquio, inoltre, è cambiato il mio rapporto con la mia professione. Prima, quando non riuscivo a fare una cosa avevo una rabbia, cercavo di rifarla. Invece, dopo quell’incontro, non lo so come, ma me ne sono accorto dopo qualche anno, era cambiato il mio comportamento con i miei avversari e con i miei compagni. Addirittura a volte andavo io a difendere un mio compagno. Io, che ero magro e dovevo avere sempre uno che difendesse me”.
Qualche settimana fa, Sandro Mazzola ha rivelato un altro particolare del suo rapporto con il frate di Pietrelcina, che svela per la prima volta anche la passione sportiva del santo: era un tifoso del Toro
L’incontro, con relativa confessione, del 30 gennaio 1965 non fu il primo che il calciatore ebbe con il futuro santo, ma il secondo.
Mazzola era già stato a San Giovanni Rotondo quando era bambino, nel 1954. A portarcelo fu Benito Lorenzi, leggendario centravanti dell’Inter, tanto scorbutico e cattivo in campo (era soprannominato Veleno, e non era raro che sputasse o insultasse il malcapitato difensore che lo marcava), quanto fervente cattolico: a volte giungeva in ritardo a San Siro perché prima doveva andare a messa, e dopo ogni partita casalinga regalava cibo ai poveri della parrocchia vicina.
Dopo tragica scomparsa di Valentino Mazzola nell’incidente aereo di Superga, Lorenzi, che era legatissimo al capitano di quel grande Torino, aveva preso sotto la sua ala protettrice Sandro e Ferruccio Mazzola. Fu proprio lui a scoprire calcisticamente e a portare nell’Inter Sandro Mazzola.
“Avevo 12 anni, partimmo con la 500 di Lorenzi, che era notoriamente spilorcio, da Torino – ha raccontato Mazzola in un’intervista a Libero. Lungo la strada avevamo paura perché Veleno insultava gli altri automobilisti, a volte si fermava per litigare. Padre Pio era dolce e gentile. Io mi emozionai, perché ero cresciuto con i racconti delle mie nonne sui suoi miracoli. Mi disse che tifava Toro e stimava molto il mio papà“.
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