Sicurezza bene comune

Il 24 gennaio 2020, soltanto due settimane dopo la grandiosa mobilitazione del 10 gennaio 2020, FoggiaInsieme organizzò in collaborazione con la Consulta Provinciale per la Legalità un convegno molto partecipato sul tema Sicurezza Bene Comune.
Aderendo alla campagna social #liberafoggiadallamafia promossa da Libera Foggia e dal Presidio di Libera Foggia “Nicola Ciuffreda e Francesco Marcone”, FoggiaInsieme offre il suo contributo pubblicando un ampio resoconto di quel convegno. Perché ne resti traccia, perché i qualificati interventi del relatori e l’appassionata discussione che ne è scaturita, possano costituire oggetto di riflessione e di confronto.

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Michele Perrone (FoggiaInsieme)
La grande manifestazione indetta da Libera il 10 gennaio scorso, la enorme partecipazione di Enti, Istituzioni, Associazioni ma soprattutto della gente comune, del popolo, hanno dimostrato a tutta l’Italia che la città di Foggia e tutto il suo territorio sono fermamente decisi a combattere il fenomeno criminale. Si è detto, a giusta ragione, che il popolo ci ha messo la faccia, che la gente ha fatto parlare il cuore. Riteniamo la manifestazione un fatto storico, eclatante che deve costituire l’inizio di un percorso per porre fine a questa situazione e ripristinare i valori dello Stato di diritto.
FoggiaInsieme ha dato la sua entusiastica adesione alla marcia dei 20.000, partecipando numerosa perché convinta che quello fosse il primo passo da compiersi.
Il cammino deve proseguire. Per questo, in collaborazione con la Consulta per la Legalità istituita dall’Amministrazione Provinciale, di concerto con tutte le associazioni che operano sul territorio ed a pari dignità, la nostra associazione ha promosso un incontro sul tema che si contraddistingue per il taglio pratico ed operativo.
Assieme all’impegno per la partecipazione, riteniamo importante che la popolazione foggiana sappia di quali strumenti, di quali risorse può usufruire a livello nazionale e locale per combattere questo fenomeno.
Il convegno di oggi ha dunque come oggetto la situazione foggiana, e cercherà di esaminare, con il supporto di qualificati relatori, le cause della escalation criminale, spiegando come si è arrivati a questo punto, e indicando le possibili vie di uscita, sia a livello esecutivo sia a livello legislativo.

Giuseppe D’Urso (Consulta Provinciale per la Legalità)
La consulta, la cui costituzione è stata promossa dalla precedente amministrazione provinciale guidata da Francesco Miglio, non è una iniziativa calata dall’alto, risponde ad una precisa istanza della società civile. Ci sforzeremo di farla diventare un utile momento di confronto.

Francesco Arcuri (vice Commissario presso la Questura di Foggia con incarico di Responsabile della Sezione Criminalità Organizzata dal 1983 al 2004, già Assessore alla Sicurezza del Comune di Foggia)
L’aggregazione e la partecipazione che Parcocittà è riuscito a produrre sono un esempio di quello che si può fare per implementare una cultura positiva della legalità a Foggia: se si affrontano i problemi, si può risolverli. La mafia foggiana non è ancora cronicizzata, può essere sconfitta. Ma non certo negandola: il problema esiste, ed è grave, ma la squadra-Stato è credibile.
Alla base della Consulta cittadina per la legalità c’era un’idea forte di partecipazione. La consulta provinciale dovrà organizzarsi per aree tematiche. Dobbiamo ripartire dalla partecipazione, cominciando dalle piccole cose: il crescente degrado urbano, le carte gettate a terra, dappertutto. Perché nel Subappennino Dauno abbiamo paesini lindi e puliti e a Foggia no? Di chi sono le strade, i giardini, le panchine? Bisogna sforzarsi di diffondere la cultura del bene comune, segnalando i problemi, ma vigilando affinché l’ente interessato poi si adoperi per risolverli, a cominciare dai malcostumi quotidiani cui assistiamo, le auto che interrompono le salita per i disabili, i rifiuti depositati illecitamente.
La città dev’essere meglio sorvegliata e un utile strumento è rappresentato dalla videosorveglianza, che verrà potenziata in città nei prossimi mesi grazie all’accordo Confesercenti-Confcommercio che permetterà di dotare numerosi esercizi commerciali di telecamere, sia all’interno che all’esterno, visualizzabili solo dalle forze di polizia, in modo da garantire la necessaria privacy. L’iniziativa andrebbe estesa a tutta la città, in modo particolare ai condomini.
La criminalità costa molto al territorio, in termini di sviluppo mancato. Abbiamo diversi casi di imprenditori estorti che hanno denunciato, ma poi sono stati costretti a chiudere e andare via.

Agostino De Paolis (funzionario dirigente della Squadra Mobile di Foggia dal 1988 al 2002)
Da tempo a Foggia c’era una situazione di forte criticità, ma non eravamo mai arrivati a tanto. La criminalità non è più un corpo estraneo rispetto alla città, fa parte della città, la contamina. Era una palla di neve, è diventata una valanga. Nella crescita del fenomeno ha avuto un ruolo decisivo la contaminazione della criminalità con settori della politica e dell’imprenditoria, che hanno stretto legami e l’hanno fatta crescere. A fare da collante è stata la corruzione, conseguenza della distanza dello Stato dal popolo, dalla gente.
Negli anni 80-90 la presenza della criminalità nelle attività economiche era marginale, gestivano autodemolizioni, vendevano ricambi per auto: oggi invece l’attività si è estesa a imprese di servizio, bar, esercizi turistici. C’è un crescente tentativo della criminalità organizzata di mettere le mani sul tessuto produttivo della città.
Ma la mafia impedisce lo sviluppo. Se così frequentemente figuriamo nei titoli di apertura di giornali e telegiornali per la cronaca nera, le multinazionali che vorrebbero investire da noi vanno altrove.
Lo Stato e le istituzioni devono intervenire, non con operazioni di facciata, ma dando prova di efficienza e di credibilità. Occorrono interventi non generalizzati, ma con il bisturi, evitando di fare danni alla parte sana.
Occorrono interventi forti a sostegno del lavoro, frenando il triste fenomeno dei giovani disillusi che scelgono di andare via. Il territorio si sta svegliando, ed è una cosa positiva, purché non si facciano passerelle. Creare posti di lavoro è la più alta forma di antimafia sociale che si può realizzare. Tutto si può ancora cambiare, ma dobbiamo voltare pagina.

Massimo Lucianetti (già Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Potenza, e per molti anni sostituto procuratore presso il Tribunale di Foggia)
La classe politica non è stata del tutto consapevole di quel che stava accadendo. Per usare un eufemismo, diciamo che è stata “leggermente silente”. Maritain diceva che gli eretici della democrazia sono quelli che fanno della sistematica sopraffazione sugli altri il loro credo. La criminalità organizzata è un’eresia della democrazia, soprattutto quando è commista. E la commistione peggiore è tra la criminalità e la corruzione. Storicamente siamo portati a individuare nella strage del Bacardi (1 maggio 1986, n.d.r.) l’atto di nascita della criminalità organizzata foggiana. In realtà quell’episodio fu il culmine di un’escalation che andava avanti già da tempo, anche se non con la virulenza di oggi.
Il danno provocato al territorio è stato devastante. Le industrie si insediano nelle aree tranquille, non soggiogate dalla criminalità, e il caso di Melfi dovrebbe insegnarci qualcosa. Ma lo Stato deve fare la sua parte: assicurare la sicurezza, e con essa il lavoro e il pane, aprire i cordoni della borsa per realizzare le infrastrutture necessarie a sostenere lo sviluppo, a incrementare i posti di lavoro. È comunque necessario potenziare le strutture giudiziarie. La Capitanata per popolazione e numero di reati, avrebbe bisogno di tre tribunali, ne ha uno solo.

Federica Bianchi (Libera Foggia)
Foggia sta vivendo un cambiamento. La vasta partecipazione alla giornata di mobilitazione contro la mafia del 10 gennaio 2020 dimostra che sta crescendo la sensibilità, l’attenzione verso il tema. Il cambiamento non solo è possibile, ma non è lontano. Dobbiamo continuare ad impegnarci in questa direzione.

Francesca Rondinone (Coni Foggia)
L’attività repressiva può certamente assicurare ai cittadini una maggiore sicurezza, ma non risolvere tutti i problemi. In una consulta per la legalità, lo sport è una dimensione importante, perché insegna le regole, uno stile di vita, il rispetto per gli altri. Con lo sport, promuovendo la pratica sportiva, si può veramente dire basta alla violenza.

Michele Galante (Anpi Foggia)
La risposta della cittadinanza alla giornata di mobilitazione contro la mafia è stata eccellente, ma non dobbiamo pensare che tutto possa risolversi i tempi brevi. Certamente, la manifestazione del 10 gennaio scorso ha prodotto un nuovo clima culturale, che va consolidato. L’antimafia istituzione dello Stato e l’antimafia sociale devono marciare di pari passo.

Pippo Agnusdei
Da otto uffici di Tribunale in provincia di Foggia siamo scesi ad uno solo, nonostante la Capitanata conti su 670.000 abitanti. Il Molise, che ha poco più di 300.000 abitanti ha tre tribunali e un TAR. È un caso unico in Italia. La conseguenza è che a Foggia ci sono 12.000 processi pendenti, contro i 6.000 di Bari. E questo non perché la magistratura foggiana sia poco produttiva. Anzi, è vero il contrario: alcune statistiche collocano quanto a produttività la magistratura foggiana al secondo posto in Italia. Lo stato deve fare la sua parte.

Antonio Longo
Sono preoccupato soprattutto per i giovani, per il loro futuro. Li vedo trascinarsi in un preoccupante nichilismo, accentuato soprattutto nelle periferie. Le istituzioni non si fanno carico del problema. La partecipazione sociale può essere un utile strumento per invertire questa tendenza, che ci conduce al fallimento.

Gianni Mongelli (già sindaco di Foggia)
Le parole di don Luigi Ciotti, che ha concluso la manifestazione del 10 gennaio scorso, mi hanno confortato e risvegliato. Dobbiamo cominciare a guardare con occhi diversi alla nostra Foggia. Questa è la città dei 20.000 che sono scesi in piazza, e non delle ruote panoramiche. Dobbiamo dare tutti esempio di correttezza e di rettitudine.

Giovanni D’Elia
Ricordo che quando venne ucciso l’imprenditore Giovanni Panunzio c’era molta prudenza in città, come se il fenomeno mafioso non esistesse. Oggi c’è una consapevolezza sicuramente maggiore. È necessario lavorare con maggiore efficacia sul versante delle politiche sociali, mettersi insieme come società civile e definire una piattaforma da consegnare alle amministrazioni locali.

Rita Amatore (Parcocittà)
Ringrazio per le belle espressioni che ho sentito in riferimento a Parcocittà. La cosa più importante è stato gestirlo, tenerlo aperto, farlo diventare veramente un bene comune. È così che siamo riusciti a farlo diventare una rete. I cittadini hanno bisogno di luoghi che sentano propri. Siamo riusciti a far diventare Parcocittà un luogo “proprio” dei cittadini.

Raffaele Cariglia (Movimento per l’equità territoriale)
Una risposta efficace non può non passare da una strategia dello Stato più energica e consapevole verso la questione meridionale, che resta aperta in tutta la sua gravità. Solo riequilibrando le risorse e superando i meccanismi che oggi privilegiano il Nord nella suddivisione dei fondi pubblici, si può sperare di affrontare con efficacia i problemi.

Pasquale Cataneo
C’è a Foggia una nuova consapevolezza, ma bisogna inquadrare i temi in una visione sistemica, di prospettiva. Non è solo questione di risorse finanziarie ma di metodo, di efficienza: spesso i finanziamenti ci sono, ma non vengono spesi. Se non ci pensa lo Stato dobbiamo pensarci noi, stimolandolo ad intervenire.

Nel corso del dibattito sono intervenuti, con brevi interventi, anche Mimmo Di Gioia, Gianni Ruggiero, Antonio Fortarezza e Giuseppe Messina.

Le conclusioni

Franco Arcuri
Ho apprezzato il taglio operativo delle relazioni e della discussione. Insisto sulla necessità di una città più consapevole, che guarda, osserva, fa sentire la sua voce, segnala ciò che non va. L’omertà è l’humus che rende più facile la vita alle organizzazioni criminali. Non sempre si ha il coraggio di denunciare, ma già il fatto di segnalare può essere importante. Per avvicinare le istituzioni al cittadini si potrebbe pensare ad un progetto pilota, di poliziotto di quartiere.

Agostino De Paolis
La passione degli interventi conferma che a Foggia sta maturando una diversa sensibilità, che ci consente di nutrire un po’ di ottimismo. Sono d’accordo sull’idea del poliziotto di quartiere, che è spesso un ottimo strumento di intelligence: conosce da vicino il territorio, sa i fatti. Sono d’accordo anche sulla necessità che al Mezzogiorno vadano attribuite maggiori risorse finanziarie. Ma attenzione: gli appalti sono oggetto dell’attenzione mafiosa. È giusto chiedere più soldi per il Mezzogiorno, ma poi questi investimenti vanno monitorati. Ho notizia di alcuni appalti sospetti, che sono stati aggiudicati senza che neanche venisse richiesta la certificazione antimafia.
La credibilità delle Istituzioni rappresenta un elemento nevralgico, irrinunciabile. Se una Istituzione si rivolge ai cittadini e chiede loro di denunciare, dev’essere credibile. Se necessario deve avere il coraggio di fare pulizia. È indispensabile, per ripartire con la necessaria autorevolezza.

Massimo Lucianetti
La mobilitazione del 10 gennaio, la tensione morale che si respira in città in queste settimane, la partecipazione a questo convegno, la passione che ho sentito nei diversi interventi sono confortanti. Siamo all’anno zero. Dobbiamo rinascere. Ma come dicevano i latini occorrono pauca verba, multa facta.

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Sicurezza bene comune

  1. Scusatemi, sono uno straniero che vive da più di 30 anni a San Severo e non so quante volte ho sentito queste frase: “Il convegno di oggi ha dunque come oggetto la situazione foggiana, e cercherà di esaminare, con il supporto di qualificati relatori, le cause della escalation criminale, spiegando come si è arrivati a questo punto, e indicando le possibili vie di uscita, sia a livello esecutivo sia a livello legislativo”. Ancora, ancora e ancora a “esaminare”, “spiegare” e “indicare”…qualcosa che si sa già! In 30 anni non mi dite che niente si è fatto?!

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