Ha destato emozione e commozione a Foggia la notizia della scomparsa di Jean-Marie Martin, insigne medievista, autore di diversi saggi su Foggia, e sulla importanza che aveva raggiunto nel Medioevo quando – come ricorda il titolo di una delle sue più celebri opere (Federico II. Le tre capitali del regno: Palermo, Foggia, Napoli) fu città prediletta da Federico II e capitale del regno. A Foggia è deicato un altro suo prezioso volume, Foggia nel Medioevo.
Innumerevoli i messaggi di cordoglio fatti giungere dal mondo accademico e culturale foggiano. Giuliano Volpe, archeologo e rettore emerito dell’Università di Foggia, lo ricorda come “un grandissimo studioso, ricercatore raffinatissimo e coltissimo che ha sempre conservato grande umiltà e umanità.uno storico che precocemente , e prima di tanti altri, aveva stabilito un rapporto stretto e proficuo con l’archeologia e gli archeologi” sottolineando come “il suo corposo volume La Pouille du VI au XII siècle del 1993 è un caposaldo irrinunciabile per la storia della Puglia tra tarda antichità e medioevo, un libro sul quale ci siamo formati e che ancora oggi consultiamo e citiamo continuamente, come le centinaia di altre sue pubblicazioni sulla Capitanata, la Puglia e il Mezzogiorno medievale.” Per Pasquale Episcopo, studioso fridericiano ed animatore delle iniziative per la collocazione a Foggia di una stele, donata dal Comitato Amici degli Staufer, Jean-Marie Martin era “una persona autorevole e al tempo stesso semplice e gentile.” “Dieci giorni fa – dice ancora Episcopo – gli avevo inviato una mail per invitarlo al convegno che l’Università di Foggia organizzerà per celebrare l’ VIII Centenario dell’arrivo di Federico II. Se, come mi auguro, il convegno si farà, Foggia dovrà ricordare il grande studioso ed esprimergli gratitudine.”
Uno degli ultimi scritti su Foggia di Martin è la presentazione del libro Foggia e la riedizione dell’Iconavetere (Edizioni Zip). Un’opera di fondamentale interesse per la città, purtroppo non molto nota (il volume non è mai stato presentato a Foggia). Le parole del grande storico rappresentano la classica ciliegina sulla torta di una ricerca che introduce molti elementi di novità per la storia di Foggia, anticipando la costruzione della Cattedrale rispetto al periodo in cui viene normalmente collocata, e collegandola direttamente a Federico II.
La tesi sostenuto dagli autori del volume (Maria Rosaria Rinaldi, Pio Francesco Pistilli, Francesco Gangemi, Francesca Tota e Maria Cristina Rossi) è coraggiosa, e viene apertamente accolta da Jean-Marie Martin. “Anche se si ispira a modelli romanici del secolo XII (quale la vicina e nemica cattedrale di Troia), la costruzione della chiesa – scrive lo storico – non può risalire alla fine dello stesso secolo XII (leggenda nata da un’iscrizione mal letta e ora perduta), ma deve essere assegnata al periodo di Federico II, che fece di Foggia la sua principale residenza. La parte occidentale fu probabilmente intrapresa negli anni Venti del Duecento, nel periodo che vide l’edificazione del palazzo. La parte orientale, che ora si deve ricostruire partendo dalla cripta, e che era coronata da una cupola a base ottagonale (probabilmente fiancheggiata da due torri), ricorda l’architettura modulare introdotta nel Regnum durante gli anni Quaranta dello stesso secolo; il passaggio dal quadrato all’ottagono assomiglia in particolare a quel che si vedeva nel palazzo di Lucera. Non va dimenticato inoltre che la stessa corona imperiale aveva la forma di un ottagono.”
Una tesi che getta una luce tutta nuova, sia sulla Cattedrale, che su tutta la storia della Capitanata, e che esalta il rapporto che legò Federico II a Foggia. Quasi una provocazione, una felicissima provocazione che dovrebbe indurre maggiore attenzione nella comunità scientifica e culturale dauna. “Lo studio sistematico della chiesa di Foggia – conclude Martin – porta dunque a rivalutare l’importanza dell’azione dell’imperatore, che ha fatto prevalere modelli architettonici e decorativi sia nei suoi palazzi sia nelle chiese. Federico ha fatto di Foggia (che non era una vera città) non soltanto la sua residenza, ma anche un centro artistico di spicco.”
Ecco un bell’elemento di approfondimento e di riflessione da tener presente nell’atteso e auspicato convegno su Federico II.
Views: 0