Santi Patroni di Foggia: le incisioni della bottega Iannantuoni

Foggia ha un rapporto particolare e profondo con i suoi tre patroni: la Madonna Iconavetere e i Santi Guglielmo e Pellegrino. La ragione di questo legame speciale sta probabilmente nel fatto che i Patroni fanno parte della storia della città, della sua identità: la Madonna per la leggenda del ritrovamento del Sacro Tavolo e per il culto che attorno ad essa si è consolidato, scandendo la nascita e la crescita della città; i due Santi compatroni, benefattori e pellegrini dalla terra d’Africa, per essere morti, come vuole la tradizione, a Foggia, proprio dopo aver venerato la Vergine.
Memorie Meridiane, la rubrica del nostro blog che offre a lettori ed amici del blog, gadget digitali sul nostro passato e la nostra identità, rende loro omaggio regalando tre tre belle incisioni realizzate dalla bottega Iannantuoni, fiorente tipografia artistica che operò a Foggia nella seconda metà del 1800, e di cui si è purtroppo perduta quasi del tutto la memoria.
L’immaginetta dell’Iconavetere, chiamata della didascalia M(aria) d’Iconovetere è stata reperita sul web in un sito specializzato nella vendita di oggetti di collezione. L’altra immagine della Patrona fa parte della collezione privata del compianto Tommaso Nardella, studioso, scrittore ed erudito di San Marco in Lamis, mentre la bella incisione dei santi Guglielmo e Pellegrino è si trova presso la Biblioteca del convento di San Matteo, a San Marco in Lamis.
Non si conosce molto sull’attività della bottega. Nel suo prezioso volume L’Attività tipografica in Capitanata e a San Severo (Archeoclub d’Italia, sede di San Severo, 2009) Michele Ferri ricorda che “alla fine del 1859, oltre ai tipografi Michele Russo (che godeva del diritto di privativa sulla stampa degli atti dell’Intendenza) e Giuseppe Ciampitti, operavano a Foggia anche i calcografi Giovanni lannantuoni e Vincenzo Pernice,
entrambi specializzati nell’incisione e stampa di immagini di santi. Il calcografo Giovanni lannantuoni, proveniente da San Severo, e ancor più suo figlio Giuseppe Maria, si distinsero per le loro artistiche immagini di santi. Di particolare pregio è ritenuta la produzione di Giuseppe Maria, che operò a Foggia nella seconda metà dell’Ottocento e che risulta iscritto come incisore nelle liste degli elettori commerciali della Camera di Commercio ed Arti di Capitanata tra il 1880 e il 1892.”
In un approfondito articolo pubblicato dal bel sito garganoverde.it (dal quale ho tratto le due incisioni), padre Mario Villani scrive: “Giuseppe Maria Iannantuoni rappresenta un tentativo riuscito, da parte di un imprenditore della Capitanata di inserirsi in un’attività editoriale largamente monopolizzata dagli stampatori napoletani. L’attività di Giuseppe Maria Iannantuoni fu coronata da successo, come è evidente dalla capillare penetrazione delle sue edizioni fin negli angoli più riposti della Capitanata. A sua volta, poi, provocò un benefico moltiplicarsi di interesse per questo genere iconografico anche presso altri editori. Verso la fine del sec. XIX, a Foggia operavano, insieme allo Iannantuoni, anche la bottega di Pernice, e quella di Grilli la quale, arricchitasi delle nuove tecniche francesi, aveva riempito la Capitanata di finissime composizioni calcografiche. Questa felice stagione, complessivamente meno di un secolo, superò di poco l’inizio del sec. XX con una produzione di qualità che niente aveva da invidiare alle più agguerrite aziende milanesi dei Fratelli Bertarelli e della Santa Lega Eucaristica.”
È probabile che né Giovanni né Giuseppe Maria Iannantuoni fossero i diretti autori delle opere, ma che si avvalessero di un team di disegnatori, come sembrerebbe dalla grande varietà stilistica delle loro incisioni.


Nell’articolo citato, padre Villani si sofferma in particolare sulla incisione dedicata ai Santi Guglielmo e Pellegrino, leggendo in essa i tratti di quel rapporto speciale tra i Patroni e la città, di cui si diceva all’inizio: “L’immagine all’acquaforte la dice lunga sulle capacità tecniche e sulle doti artistiche della bottega di Iannantuoni. Si tratta di una grande tavola (cm 31×20) prodotta nel 1871 raffigurante l’incontro dei Santi Guglielmo e Pellegrino in Foggia nell’anno 1146. Guglielmo, padre di Pellegrino, regge il figlio morente nei pressi di un grande edificio che non è difficile identificare con la cattedrale di Santa Maria dell’Icona Vetere al centro di una scena dolce e riposante ispirata all’Arcadia, affollata di pastori ed armenti, il cielo colmo di angeli festanti che stanno per accogliere gli spiriti dei due santi. La tavola pubblicata a cura del Canonico Teologo Luigi Ceci su ordine del Vicario Capitolare, Canonico Antonio Maria Zicari, vuol celebrare la rinnovata grandezza religiosa di Foggia che con la sua erezione a capoluogo di Diocesi si è finalmente affrancata dalla soggezione ecclesiastica, lunga di otto secoli, dalla diocesi di Troia. La città di Foggia, ricca e importante per i suoi pascoli ubertosi, mèta ambita di innumerevoli greggi transumanti dall’Abruzzo, celebra i suoi nobili antenati nello spirito.”
Ed ecco, per i lettori e gli amici di Memorie Meridiane, le tre incisioni. Quelle che illustrano il post sono ridotte. Per guardarle e scaricarle ad alta risoluzione cliccate sui collegamenti qui sotto o direttamente sulle immagini. Per sfogliare le precedenti puntate della nostra rubrica dedicata ai gadget digitali del passato cliccate qui.

Iconavetere (1)

Iconavetere (2)

Guglielmo e Pellegrino (3)

 

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Author: Geppe Inserra