Foggia e la sua provincia sono precipitate all’ultimo posto della classifica nazionale della qualità della vita. Occorrono analisi, riflessioni, per capire perché siamo caduti così in basso, e, soprattutto. su cosa sia necessario fare per risalire la china. Da tempo FoggiaInsieme ha acceso i riflettori sulla necessità e sull’urgenza di affrontare la crisi in cui stanno naufragando Foggia e la sua provincia. Una crisi che minaccia di diventare ormai irreversibile, impietosamente fotografata dalla indagine sulla qualità della vita di Italia Oggi che ha collocato la Capitanata sul gradino più basso della graduatoria nazionale.
Lettere Meridiane ne parla con l’avv. Michele Perrone, coordinatore di FoggiaInsieme. Cosa pensa dell’indagine e dei suoi risultati?
“Di fronte a dati così drammatici non c’è da rallegrarsi. Ma purtroppo neanche da meravigliarsi. Da anni Foggia si dibatteva nelle posizioni di retroguardia della classifica. Il campanello d’allarme era squillato, e pure sonoramente, ma sono stati in pochi a rendersene conto. È mancata una riflessione collettiva approfondita, che è la precondizione necessaria per individuare le soluzioni e cercare poi di condividerle, e di lavorare insieme per la loro attuazione.”
La condivisione… è forse questo che è mancato?
“Direi di sì. Basta guardare a quanto è accaduto negli ultimi decenni a proposito delle grandi progettualità che dovevano interessare la Capitanata, dai piani strategici di area vasta al Contratto istituzionale di sviluppo. I diversi attori coinvolti hanno pensato più al proprio orticello che non a dar corpo ad una strategia di sviluppo complessiva. E così i finanziamenti pur disponibili sono stati spesi poco e male. Vorrei però aggiungere che non c’è solo un problema di condivisione ma anche di partecipazione. Di sviluppo, di futuro non si discute abbastanza. Manca un’opinione pubblica che diventi protagonista consapevole del futuro.”
FoggiaInsieme ha promosso una iniziativa quanto mai significativa: “Fare squadra”, chiamando a raccolta proprio l’opinione pubblica e la politica, in primis i neoeletti consiglieri regionale a impegnarsi per la individuazione di obiettivi comuni di sviluppo. Come sta andando?
“Lanciando “Fare squadra“, abbiamo voluto prima di tutto sensibilizzare la politica e la società civile, ma anche il mondo delle professioni, della cultura, del volontariato sulla questione di fondo, che è rappresentata a nostro avviso dal metodo. Il futuro non si costruisce con i colpi di teatro né con i colpi di genio. È il frutto di un confronto laborioso, spesso anche faticoso, che passa per un’attenta lettura della realtà. Siamo convinti che senza “fare squadra“, senza che la classe dirigente della nostra terra converga su obiettivi comuni ed unitari, per la Capitanata sarà impossibile risalire la china. Per fare squadra è necessario un metodo, è necessario individuare le priorità ed affrontarle insieme. È un percorso – ripeto – difficile e faticoso, ma noi non desistiamo.
FoggiaInsieme ha al suo attivo numerose e qualificate iniziative, in cui siamo riusciti a mettere attorno allo stesso tavolo i cosiddetti attori dello sviluppo, dalla tavola rotonda su Europa, solidarietà e democrazia all’affollato dibattito su Sicurezza Bene Comune. In queste occasioni è sempre emerso un orientamento comune, l’indicazione di una strada da percorrere. La morale è che quando si riesce a far discutere le persone, poi si riesce a costruire un’opinione comune.”
A proposito di Cassandre… L’indagine di Italia Oggi certifica una situazione di profondo malessere per la Capitanata. Qualche mese fa, FoggiaInsieme ha presentato assieme alle Acli una “proposta di metodo per il governo della città” che era significativamente intitolata “Per il ben essere di Foggia“…
Si tratta di un eccellente lavoro realizzato da Deni Procaccini, presentato in quel convegno e messo a disposizione della città, sulla nostra pagina Facebook. Va sottolineato che, in quella circostanza, FoggiaInsieme ed Acli non hanno presentato come spesso accade una lista della spesa, un elenco di desideri da inserire nel solito libro dei sogni, ma una proposta di metodo, fondata su un’attenta lettura della realtà. Sarebbe il caso di ripartire proprio da quel lavoro, per alimentarie dibattito e la discussione sul “fare squadra“.
Eppure non sempre le cose sono andate così male. Proprio FoggiaInsieme, qualche mese fa, festeggiando i novant’anni dell’ex sindaco di Foggia, Vittorio Salvatori, con una brillante intuizione, ha intitolato quella manifestazione “Quando Foggia sorrideva”. Cosa pensa si possa fare perché Foggia possa tornare a sorridere?
“Quel titolo nasceva dalla constatazione che in passato la politica riusciva a dare risposte serie ai bisogni della popolazione, e che da tempo non è più così. La politica, la buona politica, dovrebbe far sorridere le persone, andando incontro alle loro necessità.
Bisognerebbe rigenerare la politica, ricostruire quella buona politica, ma non pensiamo di avere la pozione miracolosa. Per tornare a sorridere è necessario prima di tutto ritrovare il gusto della partecipazione, del confronto sul bene comune, dell’ascolto delle ragioni degli altri, anche di quelli che non la pensano come noi. In una parola, ritrovare il senso della comunità. Se sto bene con gli altri, se li ritengo una famiglia, la mia famiglia, sorrido, anche se è una famiglia povera. E il sorriso, il ben essere, è il punto di partenza per stare meglio.”
Geppe Inserra
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Apprezzo infinitamente l’iniziativa e ringrazio pubblicamente l’avv. Perrone e il dott. Procaccini.
Appena possibile, auspico un meeting, un seminario, uno stimolo all’incontro, quale che sia, sulle emergenze più scabroso della città: sicurezza, verde, disoccupazione, rifiuti, riordino dei quartieri disagiati, rifiuti e riciclo.
Ma, dallo stesso, dovranno scaturire OBBLIGATORIAMENTE, iniziative concrete, immediate, certe. Mi rendo disponibile, come cittadino e come professionista .
Grazie,
dott. Potito Paolo Salatto