C’è una Foggia, c’è una Capitanata che non si rassegna all’ultimo posto della classifica della qualità della vita. L’ha chiamata a raccolta ieri sera, l’associazione di promozione sociale Per il meglio della Puglia, in un intenso e riuscito meeting virtuale cui hanno partecipato l’assessore alla cultura della Città di Foggia, Anna Paola Giuliani, Luciano Toriello, regista, direttore artistico di Mondè, il Festival dei Cammini che si svolge a Monte Sant’Angelo e responsabile di MAD Memorie Audiovisive della Daunia, Romano Baratta, Light Designer foggiano, pluripremiato ed ormai conosciuto in tutta Europa, Antonio Fortarezza, filmaker e documentarista, autore del recente film “La città ideale” in cui investiga sulle tante aree grigie che punteggiano il tessuto sociale di Foggia, nonché socio di Per Il Meglio della Puglia, Iole Stanziale, architetto e co-founder di Masserie in Puglia, start up che si sta distinguendo per la qualità delle sue iniziative di marketing territoriale. C’ero anche io, e vi assicuro che è stata una serata veramente bella, e perfino inattesa: quando si ha voglia di confrontarsi sul serio, e si privilegiano le idee, il social offre affascinanti opportunità di brainstorming.
Ha introdotto la serata il presidente dell’associazione, Piero Gambale, instancabile promotore di iniziative di animazione culturale. Per il Meglio della Puglia mette assieme pugliesi che hanno lasciato la loro terra e vivono altrove (l’associazione ha sede a Roma). Ma Gambale è riuscito a trasformare la distanza in relazione, come ha dimostrato quando ha sostenuto e supportato l’interessante candidatura di San Severo, sua città natale, a Capitale Italiana della Cultura.
Introducendo il meeting, Gambale ha chiarito il senso dell’iniziativa: mettere a confronto rappresentanti delle istituzioni locali con operatori culturali, per individuare e condividere idee e progetti orientati ad accrescere il capitale sociale del nostro Sud.
Anna Paola Giuliani ha raccolto la sfida. Un intervento sincero ed appassionato come raramente si ascolta da parte della “politica”: “Non sono foggiana, ma questa città mi ha accolto con tanta benevolenza, che adesso la senso profondamente mia. Non possiamo negare i problemi che abbiamo davanti, ma dobbiamo imparare a guardare a Foggia con occhi diversi, essere più attenti alle cose belle che possiede e che spesso trascuriamo, amarla di più. Dobbiamo inventare una narrazione nuova della città, del bello che deve venire, piuttosto che del brutto che rende grigio il presente. E non possiamo farlo che ripartendo dal territorio, investendo nel territorio, valorizzando le risorse, i talenti locali, che sono veramente tanti.”
Ci sono i talenti, e ci sono le idee, diffusamente illustrate da quanti sono intervenuti al meeting. La parola chiave, il filo rosso che ha collegato diversi interventi è “percorsi“: i percorsi dell’archeologia, cui Fortarezza ha dedicato diversi documentari; i percorsi della luce creati da Romano Baratta, i percorsi delle masserie valorizzate da Iole Stanziale e da Alex De Muzio, che fu il primo ad intuire le potenzialità dei paesaggi rurali pugliesi, i percorsi della memoria che si riannoda al presente, custoditi nel Mad di Luciano Toriello e i suoi cammini del Festival Mondé, i percorsi di Federico II, non solo come omaggio a chi per primo ha intuito le potenzialità di questa terra, ma come occasione per recuperarne l’identità profonda, la bellezza che si è stemperata. (Approfondirò questo argomento domani..)
C’è davvero tanta materia prima per una nuova narrazione di Foggia, per raccontarla bella e possibile, così come l’ha evocata Anna Paola Giuliani, per rilanciarla e riscattarla.
Si tratta di rimboccarsi le maniche. Si tratta di far rete, veramente.
Geppe Inserra
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