Gli amici e i lettori di Lettere Meridiane ricorderanno che il nostro blog ha sempre guardato con interesse alla ipotesi della seconda stazione a Foggia, ritenendola il male minore dopo la decisione di RFI di bypassare lo scalo di piazzale Vittorio Veneto nel tracciato dell’alta capacità ferroviaria Bari – Napoli.
Era la stessa tesi sostenuta dal comitato “Un baffo ferroviario per Foggia” e dal suo tenace presidente, Luigi Augelli (nella foto), che ha promosso numerose iniziative sia per sensibilizzare la classe dirigente e l’opinione pubblica sulla necessità dell’opera, sia per sollecitare una confronto con RFI e una discussione pubblica che portasse a scelte condivise, per quanto riguardava l’ubicazione e la qualità dell’opera.
In altre città, come a Reggio Emilia o ad Afragola, le nuove stazioni dell’alta velocità sono costate cifre faraoniche, per progettarle si è fatto ricorso ai cosiddetti archistar. A Foggia la montagna ha partorito il classico topolino.
In buona sostanza, RFI ha fatto quel che gli pareva, senza che da parte del territorio (inteso in questo caso soprattutto come classe dirigente e non come opinione pubblica, visto l’apprezzabile impegno profuso dal Comitato) vi fosse la necessaria mobilitazione. Abbiamo perso più tempo a sfogliare la margherita, in uno stucchevole e sterile confronto su seconda stazione sì – seconda stazione no, che non a chiedere a RFI un’opera in grado di produrre una svolta nel futuro della città.
Luigi Augelli non s’arrende. “Sono convinto che in un momento come l’attuale, per uscire da uno stato di enorme depressione che sconvolge tutti e dove non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, la terapia idonea a superare tutto ciò è volgere l’attenzione al futuro che ci attende nel dopo pandemia, pensando cosa fare per lo sviluppo del nostro territorio”, scrive in un post sul suo profilo Facebook, nel quale dà notizia di aver “ricevuto dal consigliere della Regione Puglia, Rosa Barone, e dall‘europarlamentare, Mario Furore, le risultanze dell’incontro che hanno avuto in data 9/11/2020, in videoconferenza, con l’Amministratore Delegato di RFI, Maurizio Gentile, e il Sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Traversi.”
L’incontro era stato sollecitato dal Comitato e ha consentito di fare il punto sulla situazione. Ma l’esito non è confortante.
“I tempi di ultimazione dei lavori previsti dall’ing. Napoli nel cronoprogramma – scrive ancora Augelli – sono slittati dal 2023 al 2024. Si rende necessario che le Istituzioni e gli Enti interessati promuovano, insieme, azioni intese a sollecitare tempi più brevi per la definizione dell’opera, e allo stesso tempo per evidenziare la concreta necessità di questa infrastruttura per lo sviluppo ed il futuro della Capitanata.”
Ma non sono soltanto i tempi di realizzazione che si allungano, a preoccupare il Comitato. Come afferma Augelli, “la costruenda seconda stazione, definita da RFI “Fermata”, non prevede due binari in deviata, rispetto ai due binari di corsa dei treni, della lunghezza di 800 metri per ospitare i treni merci che percorreranno i corridoi 1(Copenaghen-Napoli) e 8 (Napoli-Foggia-Bari-Mar Nero) per cui tale opera infrastrutturale è nata, onde consentire, anche a questo territorio, di trasportare merci dei prodotti nella nostra Provincia.”
Il rischio è che la stazione, anzi la fermata, come la considera RFI, resti una cattedrale del deserto.
Il Comitato non è d’accordo e chiede modifiche sostanziali al progetto: oltre alla realizzazione dei binari in deviata, “nel progetto dev’essere previsto un collegamento ferroviario, della lunghezza di 3,4 Km, con l’aeroporto G. Lisa, che consenta di trasportare i turisti e viaggiatori dal G. Lisa al Gargano, in 1 ora e 30 minuti. A tal proposito abbiamo consegnato alla Dott.ssa Barone il progetto della seconda Stazione, nella certezza che venga dibattuto nella città di Foggia e tra tutti i soggetti interessati. Queste modifiche progettuali appaiono a nostro avviso indispensabili ed opportune per un sistema che valorizzi i nostri tesori ambientali ed i nostri prodotti, e che possa dare nuove speranze di futuro in un periodo di crisi profonda socio economica, e di paure per la pandemia,” conclude Augelli.
In buona sostanza, perché la seconda stazione sia effettivamente tale, e non una mera “fermata”, è necessario che i binari da realizzare siano almeno cinque (due binari per la corsa dei treni, due di deviata per i traffico merci, uno per il collegamento con l’aeroporto). È il caso di sottolineare che la “bretella” con il Lisa rappresenterebbe un’opera di importanza nevralgica per lo stesso scalo aeroportuale, che diventerebbe più appetibile per le compagnie aeree.
Sarebbero necessarie ben altra attenzione e ben altra mobilitazione, tanto più che Foggia si sta dotando del nuovo Pug. Ma ragionare, discutere, confrontarsi, in questa città, sembra diventato un tabù.
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