Settantasette anni fa, lunedì 22 novembre 1943, veniva costituito a Foggia il Fronte della Liberazione Nazionale della Capitanata, prodromo del successivo Comitato di Liberazione Nazionale.
Qualche settimana prima, gli Alleati avevano conquistato Foggia, ponendo fine ai tragici bombardamenti, che avevano provocato migliaia di vittime e raso al suolo buona parte dell’abitato.
Faticosamente, sommessamente, tornava la democrazia.
La riunione costituente si svolse in un locale messo a disposizione da Nicola Scopece, personaggio di spicco dell’antifascismo foggiano, personalmente legato a Pasquale Schiano, dirigente nazionale del Partito d’Azione, che presiedette ai lavori.
Come si legge nel verbale dell’incontro, recuperato da Tommaso Palermo nelle sue diuturne peregrinazioni sul web (e che ringrazio per averlo messo a disposizione degli amici e dei lettori di Lettere Meridiane) presero parte ai lavori l’avv. Domenico Fioritto, l’avv. Antonio Ruggiero, il geom. Antonio Matrella, il prof. Arnaldo Doria, l’avv. Giuseppe Colamine, Renato Vassaro, Augusto Salvatore, il prof. Antonio Vidali, l’avv. Carlo Ruggiero, il dott. Pasqualino Pasqualicchio, Sandro Rocco.
Un parterre quanto mai qualificato: Domenico Fioritto, socialista, era stato Segretario Nazionale del Partito Socialista nel 1921. Lo stesso Fioritto e l’avv. Carlo Ruggiero, anche lui socialista, sarebbero stati eletti nell’Assemblea Costituente. Sarebbe stato eletto nei banchi del Parlamento anche il dott. Pasqualicchio, comunista di Troia. Una precisazione circa il prof. Vidali segnalato nel verbale: è possibile si tratti di Antonio Vivoli, docente presso il Liceo Classico.
Nel Fronte sono rappresentati tutti i partiti antifascisti di Foggia e provincia, che “come si legge nel verbale, “costituiscono il Comitato di Liberazione e la connessa giunta esecutiva”.
A svolgere la relazione fu l’avv. Schiano che illustrò lo scopo per cui nasceva il Fronte: “ottenere la partecipazione del popolo italiano alla guerra di liberazione e di purificazione”. L’ “appello alla concordia ed all’unità di tutti i partiti antifascisti” che Schiavo rivolge ai presenti è sintomatico della difficoltà dei partiti a trovare una strategia unitaria. La preoccupazione unitaria affiora anche nei successivi passaggi del verbale. I partecipanti decidono che “il Fronte Nazionale di Liberazione di Foggia avrà funzione ed autorità di comitato provinciale esecutivo, il quale nelle sedute ordinarie deciderà con l’intervento di 5 rappresentanti dei comitati dei maggiori centri della provincia, e ciò perchè unica sia la direttiva” e stabiliscono che “detto comitato non solo darà l’indirizzo generale sui singoli comitati comunali della Capitanata, ma avrà su questi una funzione di controllo degli
organismi e dei partiti sinora costituiti.”
Nel corso della riunione vennero anche eletti gli organismi dirigenti: alla presidenza venne designato Domenico Fioritto, mentre le funzioni di segretario furono affidato ad Antonio Matrella, che si occupò anche della redazione del verbale.
Dopo aver rivolto un “commosso pensiero ai fratelli caduti, vittime del nazismo e del fascismo” i presenti esprimo l’auspicio che “sia sollecitamente eliminato l’ostacolo che purtroppo ancora si oppone per la formazione di un governo forte e schiettamente antifascista a base veramente democratica che interpreti i veri sentimenti del popolo tradito ed assuma tutti i poteri costituzionali dello stato senza pregiudizio della futura decisione popolare.”
Bisognerà ancora aspettare la fine della guerra, e il referendum istituzionale perché i voti espressi dai fondatori del Fronte Nazionale di Liberazione della Capitanata possano tradursi in realtà.
Qui sotto il verbale.
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… un ‘Fronte della Liberazione’, quello di Foggia, senza meriti. Assente, in una qualunque foggia, forme di resistenza. L’intellighenzia foggiana si presenta a cose fatte.