Centottantatré anni fa concludeva la sua esistenza terrena padre Antonio Silvestri. La città di Foggia era stata colpita da una terribile epidemia di colera. Il sacerdote non si era risparmiato nel prestare assistenza materiale e spirituale agli ammalati ed era rimasto contagiato. L’anniversario di quest’anno è molto diverso da quelli che l’hanno preceduto, perché grazie all’arcivescovo di Foggia, mons. Vincenzo Pelvi, è di fatto ripreso il processo di beatificazione rimasto interrotto per più di un secolo. L’impegno del Comitato che da anni lavorava in questo senso è stato premiato.
La notizia è ormai ufficiale, tanto che la rivista della Diocesi, Vita Ecclesiale, ha dedicato alla ripresa della causa di canonizzazione un articolo, significativamente intitolato Don Antonio Silvestri, il percorso verso l’aureola.
Pubblichiamo di seguito il testo, utile per conoscere più approfonditamente la figura di questo straordinario sacerdote, profondamente amato da tutto il popolo foggiano, morto in odore di santità.
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Antonio Maria Silvestri nasce a Foggia il 17 gennaio del 1773, figlio di Paola Russo e di Michele Silvestri, è un piccolo vivacissimo ragazzo, sempre disponibile. A 24 anni, ordinato sacerdote, si rimboccò le maniche e dimentico dei privilegi che la chiesa terrena poteva offrirgli, spalancò le porte di quella modesta casa paterna in via Arpi, per accogliere quanti ricorrevano a lui, spinti dalla miseria e dalla fame.
La richiesta di aiuto è tanta, l’ospedale, organizzato in modo assai decoroso, non è sufficiente per accogliere tutte quelle vecchiette abbandonate, o colpite dalla tisi o prostitute pentite, che egli chiama “le mie pecorelle smarrite” ed è lì, proprio a ridosso della chiesa di S. Eligio, in un ampio terreno di proprietà del Marchese Caggese, donatogli al costo di un “rosario”, che il pio sacerdote, costruisce il suo Conservatorio del Buon Consiglio, riservato alle sue “suore oblate, da lui istituite, e dove raccoglie anche tutte quelle fanciulle votate al servizio di Dio. Sacerdote dall’abito disadorno e dagli scarponi chiodati, nei quali, per rendere ancora più forte la sofferenza, vi inseriva dei sassolini. Instancabile nelle sue opere di carità, percorreva la città in lungo e largo, raccoglieva beneficenze, confessava, supplicava le famiglie perché gli affidassero le loro figliole da preservare nel suo Conservatorio del Buon Consiglio.
Quando il Silvestri si trasferì dalla chiesa di S. Agostino in quella di Sant’Eligio, d’intesa con la confraternita, fece abbattere parte di una parete della chiesa dove aveva deciso di costruire una cappella da riservare al culto della Vergine del Buon Consiglio. Ed è lì che iniziò quel continuo dialogare con la Vergine santissima che egli, confidenzialmente chiamava “Mammarella”, che mai lo abbandono nel corso di tutta la sua vita, fatta di richieste e di suppliche incessanti per far fronte a tutte quelle richieste di soccorso, da parte di quanti si recavano da lui, a cuore aperto, per ottenere grazie.
È il 20 luglio del 1837, nella provincia di Foggia si diffonde il morbo del colera che si espande anche in città. Il misericordioso sacerdote non si astiene e corre di qua e
di là a dare l’ultimo conforto ai moribondi. Generosità infinita, non premiata, perché anch’egli viene colpito dall’implacabile morbo. La notizia della sua morte si
diffonde in tutti i vicoli, nelle vie e nelle campagne della città.
Sono passati 183 anni da quel pianto straziante ma consolatore perché si diceva: “abbiamo perso un sacerdote, ma abbiamo recuperato un santo in Paradiso”.
Il Comitato per la canonizzazione del SERVO DI DIO DON ANTONIO SILVESTRI, – CONFRATERNITA DI SANTO ELIGIO si è impegnato nel recuperare, dalle ragnatele del “soffitto”, come diceva il compianto Savino Russo, una straordinaria storia fatta di pagine di esemplari virtù praticate in vita, a gloria di Dio, da un prete foggiano. Nonostante il tempo trascorso, quel progetto divino su Foggia sta per realizzarsi. L’arcivescovo dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, Mons. Vincenzo Pelvi, convinto della santità di questo figlio della chiesa, ha ritenuto giunta l’ora di fare giustizia ad un giusto, avviando le procedure canoniche per la beatificazione del sacerdote Antonio Silvestri – FIGLIO DI FOGGIA – FIGLIO DELLA CHIESA – EROE DELLA CARITA’.
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