I giorni che intercorrono tra la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, e che concludono la Settimana Santa, sono giorni di silenzio, di dolore, di speranza, in cui diventa più pressante il Mistero della Croce che sta a fondamento della fede cristiana. Sono giorni difficili, quelli in cui stiamo vivendo, in cui sono in tanti a portare la Croce. Qualche anno fa, su questo Mistero e sull’Angelo che ci aiuta a sopportarne il peso, che ci accompagna, ha scritto bellissimi versi don Tonino Intiso.
La poesia è appunto intitolata L’Angelo della Croce. Mi piace farne omaggio in questo Sabato Santo di silenzio e di solitudine agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane. Dopo la poesia trovate il collegamento per poter scaricare nel formato originale la “scheggia” di don Tonino da cui sono estratti, e che contiene anche una intensa riflessione sul “tornare al cuore”.
L’Angelo della Croce
Un tempo lontano, come se fosse oggi,
ero tanto giovane, alla ricerca dei miei sogni da sognare,
tra inquietudini, contraddizione e dolore
assaporavo i misteri della vita,
gioivo, cantavo, soffrivo, scoprii l’amore
e…giurai all’uomo e a Dio fedeltà.
…ma a volte mi sentivo schiacciare
sotto il peso della croce!
…sentii nel cuore la voce del mio Angelo
che diceva: tu la croce non la sai portare,
ti insegnerò lo come si porta!
…la Sua voce mi sconvolse e mi fece tremare,
e ancor continuò: tu non sei figlio di Dio,
tu sei figlio dell’uomo, sei debole, sei ferito…!
E allor dolcemente mi sollevò la croce dalle spalle,
me la pose di fronte e mi disse:
guardala, la Croce ti contempla, è un mistero,
abbracciala, stringila al cuore
così la sentirai leggera, dolce e soave.
…e da quel lontano giorno
le piccole grandi croci
le ho portate sempre così
quasi senza più sentire in modo insopportabile
la gran fatica, il peso enorme,
ma solo gioia in fondo all’anima
che infonde amore, forza e coraggio,
…e così affrontare le tempeste della vita
mentre l’Angelo della Croce ti siede accanto e ti accompagna.
don Tonino Intiso
[Per scaricare nel formato originale la “scheggia” di don Tonino da cui è tratta la poesia cliccate qui.]
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