Centoventidue anni fa, Foggia, come tante altre città d’Italia, si ribellò. La primavera del 1898 passo alla storia come quella delle “rivolte per il pane”, o come ebbe a definirle sagacemente Napoleone Colaianni, rivolte dello stomaco. Le fasce più povere della popolazione foggiana, che erano in stragrande maggioranza, stanche ed inferocite per il rincaro del prezzo del pane insorsero, presero d’assalto i forni e gli uffici pubblici, misero a ferro e fuoco il palazzo municipale.
In quella drammatica primavera, disordini simili vennero registrati in tante altre parti d’Italia. Qualche giorno prima Bari era stata messa in stato d’assedio, con un incrociatore della Marina Militare ormeggiato nel porto pronto a sparare sui rivoltosi. Pochi giorni dopo, l’8 maggio, a Milano, il generale Bava Beccaris cui il Governo aveva conferito pieni poteri, avrebbe aperto il fuoco sulla folla, uccidendo 350 persone.
A Foggia le cose, per fortuna, andarono meglio. Gli scontri tra i popolani, le forze dell’ordine e l’esercito furono durissimi, ma non ci furono vittime.
I fatti di Foggia richiamarono l’attenzione della stampa nazionale, ma di quella giornata si è perduta la memoria storica.
A recuperare questo sbiadito pezzo di storia cittadina ci ha pensato Gianni Ruggiero, poeta e cantautore, in questo caso in versione cantastorie, confermando la rara sensibilità con cui riesce a guardare poeticamente, e a raccontare, la vita quotidiana, con particolare attenzione per quella del popolo, degli ultimi. Gianni è un grande poeta, che potrebbe scrivere indifferentemente in italiano e il dialetto. Ma nel caso di questa canzone, il dialetto si rivela una scelta quanto mai azzeccata, che regala inattese e affascinanti sonorità.
Accompagnato dalla sua chitarra e dalla voce struggente di sua moglie, Ester Brescia, Gianni racconta in dialetto foggiano quella giornata con occhio disincantato (traduco in italiano, per non far torto al forbito e puntuale dialetto in cui scrive il Nostro), impartendo una lezione di filosofia della storia: “Come il fiume che scorre e vuole il mare, che quando piove si gonfia e poi si vuole sfogare, da ogni vico la gente ingrossa la fiumana. Quando scoppia la rabbia non la puoi più fermare.”
Nel racconto di Ruggiero la fiumana assurge però ad una dimensione epica. I versi scandiscono incalzanti le diverse fasi della rivolta, l’assalto ai forni e all’ufficio dei dazi, quindi al Municipio, per concludere, non senza un tocco di amarezza: “La rivolta del pane più che lotta di classe, fu la lotta di un giorno per calmare la fame. Ed è sempre chi vince che racconta la storia, e ci vorranno altri 120 anni per farne memoria.”
Il bel brano, interpretato in modo magistrale da Ester Brescia e Gianni Ruggiero, è intitolato Zia Monaca, in omaggio alla popolana, Gaetana Capogna, che secondo alcune fonti avrebbe capeggiato il primo nucleo di donne e di ragazzi che avrebbe dato inizio alla rivolta.
Interessante è sicuramente riuscito il tentativo di fare memoria di quei fatti, attraverso una canzone popolare, cui il dialetto conferisce maggior vigore, ed un tocco di sapienza antica.
Per un atroce scherzo della storia, il 28 aprile 1898 non occupa il posto che meriterebbe nella storia collettiva cittadina (il primo a sollevare la coltre dell’oblio è stato, appena qualche mese fa) Raffaele De Seneen, nel suo bel saggio “Foggia 28 aprile 1898 – Anatomia di una rivolta”), ma ha prodotto una pesante ed irreversibile cesura di memoria. L’incendio del Municipio provocò infatti la distruzione dell’archivio comunale, privando i posteri del patrimonio documentale che vi era custodito.
Potete ascoltarla qui sotto, e guardarla nella bella videoclip di Romeo Brescia che, con una sequenza di foto storiche frutto di un accurato lavoro iconografico, offre una cornice molto suggestiva. Il video è tratto dal canale youtube di FoggiaRacconta, importante sito di recupero della memoria collettiva curato dallo stesso Brescia a da Raffaele De Seneen.
Se l’argomento vi interessa, state in campana, perché Lettere Meridiane offrirà domani ad amici e lettori un ebook sulla rivolta del pane.
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Una pagina ancora poco nota e poco raccontata tra le nuove generazioni, come tante ancora. Encomiabile, pertanto, il lavoro svolto in maniera comune, ma su piani diversi, dai bravissimi Romeo Brescia e Raffaele de Seneen da un lato, e dalla dolcissima e superba coppia Gianni Ruggiero ed Ester Brescia.
E il solito “bravo!” a Geppe Inserra, per la sua attenzione costante alla città e al territorio.