Quando 500 ferrovieri volevano fuggire da Foggia a Lucera

Quante cose raccontano le vecchie cartoline… Come quella che proponiamo oggi, in versione colorizzata, ad amici e lettori di Lettere Meridiane. L’originale in bianco e nero (che trovate alle fine del post) risale a più di un secolo fa, al 1917, e mostra le Case dei Ferrovieri appena costruite dall’azienda ferroviaria, per venire incontro alle necessità dei propri dipendenti.

Quell’opera dovette essere tanto significativa ed importante da meritarsi addirittura una cartolina.

In effetti, la Foggia dell’inizio del secolo scorso era affetta da una grave crisi abitativa. Proprio i ferrovieri erano stati protagonisti qualche anno prima, nel 1911, di una clamorosa iniziativa. Stanchi di trovarsi alla mercé dei padroni di casa, che chiedevano aumenti della pigione, ogni volta che i loro inquilini riuscivano a strappare un miglioramento salariale, pensarono bene di trasferirsi con le loro famiglie a Lucera, che presentava una situazione abitativa decisamente migliore rispetto al capoluogo, minacciando un vero e proprio esodo. In cinquecento volevano abbandonare la città capoluogo per trasferirsi a Lucera.

L’episodio viene riferito dal settimanale Corriere della Capitanata, nel numero del 14 maggio 1911. “Domenica (7 maggio, n.d.r.) i ferrovieri impressionati dalle sempre crescenti esigenze dei proprietari di case e stanchi di vivere nelle luride grotte – scrive la redazione – inviarono una commissione a Lucera a fin di vedere se fosse possibile un esodo. La commissione formata da operai ed impiegati fu accolta ufficialmente dal Sindaco e dalla Giunta a palazzo Mozzagrugno. La commissione, riferite le condizioni disastrose in cui versa Foggia per le case, manifestò l’idea che i compagni vorrebbero abitare a Lucera qualora si trovassero 500 abitazioni. Il Sindaco Di Giovine ringraziati i presenti del gentile pensiero disse loro di non avere disponibili che 100 abitazioni, ma assicurò che se effettivamente i ferrovieri vogliono emigrare la cooperativa certamente fabbricherebbe.”

Va ricordato che i ferrovieri foggiani erano la categoria più combattiva e anche negli organizzata dal punto di vista sindacale. Qualche anno prima, il 17 aprile del 1905, Foggia era stata con Milano l’epicentro di un durissimo sciopero che si era concluso tragicamente: i militari avevano sparato sulla folla, uccidendo quattro lavoratori e ferendone una dozzina (se volete saperne di più potete leggere questa lettera meridiana). Appreso l’esito dell’incontro con gli amministratori lucerini, i ferrovieri foggiani si riunirono in assemblea ed approvarono un durissimo ordine del giorno.

“I ferrovieri di Foggia – si legge nel documento – convenuti numerosissimi la sera del 10 maggio 1911 nella sede del Sindacato Ferrovieri Italiani per provvedere intorno al sistematico, inumano e illegale aumento di affitti di cui i proprietari non si sentono mai sazi; tenuto presente che maggiormente questo anno l’aumento si è verificato per quasi un terzo sulla pigione istessa; considerata l’indifferenza delle Autorità locali nel risolvere il grave problema edilizio che da tempo s’impone; Considerato che la costruzione delle case per i ferrovieri avrebbe dovuto essere già un’opera compiuta; protestano contro l’Amministrazione ferroviaria per la noncuranza nel risolvere questa gravosa questione che da anni si dibatte; approvano la iniziativa di alcuni compagni che recaronsi espressamente nella vicina Lucera per interpellare quella Giunta comunale appositamente riunitasi, sulla possibilità o meno di trovare colà abitazioni e deliberano di trasferirsi nel maggior numero possibile in quella città che già offre buon numero di abitazioni a prezzi convenientissimi.”

In realtà il Comune di Foggia non era rimasto con le mani in mano. Proprio mentre i ferrovieri foggiani incontravano il sindaco e la giunta lucerini, si era riunito il consiglio comunale per esaminare il problema. Non la riunione non era andata oltre vaghe proposte: incentivare le cooperative edilizie, inasprire le tasse a carico di quanti, pur possedendo aree edificabili, non costruivano.

Per dire quanto il problema fosse grave, l’amministrazione comunale aveva varato alcune iniziative che però si erano rivelate infruttuose. Aveva per esempio stabilito premi a favore dei proprietari che avessero elevato un secondo piano sopra il pianterreno, esentandoli per dieci anni dal pagamento dei premi e perfino concedendo gratuitamente aree fabbricabili. “Nessuno ha fabbricato” commenta sconsolato il Corriere della Capitanata.

A seguito del pesante ordine del giorno approvato dai ferrovieri, l’amministrazione inviò un telegramma alla direzione compartimentale delle Ferrovie dello Stato sollecitando la costruzione delle case per i dipendenti. Il direttore rispose dando notizia che il progetto delle case per i ferrovieri  “trovasi corso approvazione presso direzione generale. Appena approvato andrà subito in appalto.”

Qualche anno dopo furono pronte le prime abitazioni, e pur trattandosi di case economiche, l’evento suscitò tanto scalpore da indurre i fotografi dell’epoca ad immortalarlo in una cartolina.

La versione “colorizzata” è stata elaborata e realizzata da Lettere Meridiane utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale. Qui sotto trovate invece l’originale in bianco e nero, restaurato digitalmente.

Le foto che illustrano il post sono una versione ridotta di quelle trattate digitalmente. Potete scaricare le foto in alta risoluzione cliccando sui relativi collegamenti:

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Author: Geppe Inserra

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