Noi prof in trincea (ma nessun grazie), di Gianni Pellegrini

Gianni Pellegrini

Gli amici e i lettori di Lettere Meridiane ricorderanno certamente Gianni Pellegrini: docente foggiano, musicista, cantautore, cultore di storia e tradizione locale (a questo link trovate tutte le lettere meridiane scritte sul suo conto). Da qualche anno Gianni ha lasciato Foggia, per scelta e per necessità. Vive in Slovenia e insegna in un liceo triestino. Come tutti i docenti italiani è alle prese in questi giorni con il coraggioso tentativo che la scuola italiana sta conducendo di garantire la continuità didattica, nonostante la chiusura degli istituti decisa dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Racconta la sua esperienza a Lettere Meridiane con una testimonianza che diverte, fa riflettere, ma conquista il cuore per la sua schiettezza e la sua sincerità. Leggetela tutta d’un fiato, fino alla fine, e poi fate una telefonata, mandate un whatsapp, o anche un sms ai prof dei vostri figli per dirgli: Grazie, prof. (g.i.)

*  *  *

Per carità, i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario sono in prima linea, e non si discute.
E pure protezione civile, forze dell’ordine, esercito.
E poi farmacisti e negozianti di generi alimentari, supermercati e ortofrutta.
E i camionisti? fondamentali, se no chi riempie gli scaffali di cibo?
E ci metto pure i netturbini, la pulizia delle strade è necessaria.
E pure i contadini, gli operai, gli impiegati che mandano avanti campagne, fabbriche e beni vari.
E ci metto tutte le altre categorie sociali e lavorative che ora mi sfuggono e con le quali mi scuso se ora non mi vengono in mente.
Ma noi prof… Noi della scuola…

Giorni fa lessi un titolo del solito buontempone (si fa per dire) che diceva “Buone vacanze, prof” ironizzando sulla banale e terribile equazione “scuole chiuse = prof in vacanza”.
Mi spiace per voi, ma per noi, e fortunatamente per i vostri figli, così non è.
Ci stiamo prendendo cura dei vostri figli a distanza e con una miriade di iniziative, tecniche, strumenti, materiali, ordini e contrordini che se solo vi rendeste conto preferireste andarvene in giro senza mascherina a rischiare l’arresto.
Questo guaio ha trovato totalmente impreparati tutti, compresa la scuola, e noi stiamo di fatto imparando un nuovo lavoro in fretta, perché la didattica a distanza è una cosa completamente diversa da quella in presenza.
Tutte le scuole, tutti i dirigenti, tutti i docenti stanno facendo sforzi titanici per capire cosa fare e come farlo.

PRIMI GIORNI: scuole chiuse (ma c’erano le vacanze di carnevale, abbiamo perso solo due giorni);
SETTIMANA SUCCESSIVA: prosieguo del blocco MA solo sospensione delle attività didattiche, i prof sono in servizio, hai visto mai che i famosi (e fasulli) tre mesi all’anno di vacanza dovessero diventare di più… “SI MA I GENITORI dovete riceverli”. Per chi non lo sapesse: ogni settimana un’ora in più di lavoro non pagata a ricevere genitori; poi fa niente se si prenotano sul registro elettronico e non si presentano “dimenticando” di annullare il colloquio, e tu che li aspetti lì come un cretino, o se si prenotano mezz’ora prima quando la regola vuole che ci si prenoti due giorni prima… e va bene, colloquio telefonico, adesso chiamo i genitori, e scatta l’immancabile “ma mio figlio è taaaaaaaanto emotivo” “Ne è sicura, signora? Sì, signora, certo signora, senza dubbio, signora”.
NO UN MOMENTO, nuova ordinanza del Governo, niente genitori, tutti a casa, stiamo organizzando la didattica a distanza. Usiamo il registro elettronico, sezione Aule virtuali e link da condividere coi ragazzi per la diretta via YouTube. Va bene!
Dopo un fine-settimana di febbrili e preparatori messaggi via mail, telefono, chat e circolari ufficiali tra dirigenza, docenti, segreteria e comunicazioni a studenti e famiglie, parte finalmente il
PRIMO GIORNO DI DIDATTICA A DISTANZA: in due ore era già in tilt. “Ci scusiamo per il disagio ma non potevamo prevedere l’accesso di 170mila classi da tutta Italia. Provvederemo, ma potete usare anche il registro elettronico normale, mentre quello di Aule virtuali lo ripariamo e poi vi facciamo sapere”. Va bene!
ALT! Ennesimo ordine di servizio: “Usate Skype”. Va bene!

Prima videoconferenza di gruppo via Skype: “Allora ragazzi, buongiorno, finalmente, come state? Dobbiamo lottare, dobbiamo farcela tutti insiem…”
“Tizio ha abbandonato la conversazione”
“Prof ho problemi con la conness…”
“Tizio ora partecipa alla chiamata”
“Ciaoo prof, come va?”
“Prof mi buttano fuori dalla cha…”
“CHI È CHE FA STI SCHERZI DA CRETINO, HO IL REGISTRO ELETTRONICO APE…”
“hai abbandonato la conversazione”
“CHI SI È PERMESSO DI OSCURARMI? CHI!?!?”
“prof la sento a scatti”
“prof la vedo a scatti”
“prof mi lagga”
“prof qualcuno mi ha kikkato”
“prof scusi il ritardo, ho avuto un problema familiare” (MA SEI A CASA, CAZZO, PURE PER ALZARTI DAL LETTO ALLA SCRIVANIA FAI RITARDO????)
“Ma è troppo luuuuuungo sto riassunto”
“prooooof che bellina, è la sua bambina quella accanto a lei???” CIAOciaoooCIAOOCHECARINA
“(tesoro di papà vai a giocare in cameretta-sì papà ma mi fai pane e nutella?)”
“prooooof checariiiiinaaaaa vuole paneeNutellaaaaaaa”
“a proposito, prof: ci sarebbe ricreazione…”

“SI COMUNICA AI DOCENTI che la scuola si è registrata a G-suite. A breve invieremo istruzioni”.
Ma come, proprio mo’ che riuscivo a tenerli buoni su Skype a microfono e videocamera spenti?

“Ragazzi vi parlo brevemente di Sparta e Aten…”
“Gisellaaaaa, vuoi la merenda?”
“CHI E’ CHE SI E’ INTROMESSO NELLA CHAT DELLA LEZIONE? CHIUDETE I MICROFONI CHE VI SENTO E NIENTE MERENDA FINCHE’ NON FINIAMO! Vi ricordo che siamo virtualmente in classe! A proposito, chi cavolo è Gisella? Io non ho alunni che si chiamano così!”
“È la mia vicina di casa, prof, condividiamo l’email…”
“Condividi l’email? CONDIVIDI L’EMAIL?????”
Finché non arriva, vi giuro anche a distanza, l’immancabile e definitivo “prof, posso andare al bagno?”
Moltiplicato per ottantacinque alunni-quattro classi-cinque materie.

L’ho già tirata troppo per le lunghe. In sostanza:
– in questi giorni sto studiando diversi software e piattaforme varie per capire come funzionano e se siano o meno utili alla causa (e come me, tanti altri prof);
– sto organizzando il materiale, sempre per ottantacinque alunni-cinque materie-quattro classi, da ridurre, schematizzare, videofilmare, condividere (e come me, tanti altri prof);
– sto provando varie modalità, dalla videoconferenza al video preregistrato, dalla condivisione schermo all’invio di materiale scritto (e come me, tanti altri prof);
– sto ricevendo decine e decine di email con le foto dei compiti svolti dai ragazzi (e come me, tanti altri prof);
– sto andando a dormire sempre dopo mezzanotte e mezza e mi sto svegliando sempre la mattina presto (e come me, tanti altri prof).

Ma per fortuna arriva puntualmente Dante Alighieri: coi ragazzi di quarta, in videoconferenza, leggo il canto VI del Purgatorio… Quello di Sordello da Goito, mantovano come Virgilio, che riconosce la sua stessa terra da mezza parola pronunciata e lo abbraccia commosso; quello di “Ahi serva Italia! di dolore ostello / nave senza nocchiere in gran tempesta / non donna di provincie ma bordello”. Quello in cui Dante ci prendeva tutti a calci perché non sapevamo essere popolo unito dato che molti preferivano egoismo, cupidigia e corruzione. Quello in cui un letterato come lui aveva una dignità fino alle stelle, pur nello sconforto. Quello che in classe mi sono sempre commosso quando lo leggo, specie ora che non vivo più a Foggia.
Per fortuna la connessione fa schifo, così non notano quello strano nodo che ho in gola, quelle silenziose goccioline che mi scendono dagli occhi.
Siamo la cura dell’anima per i ragazzi italiani.
E pazienza se nessuno si accorge di noi, prof in trincea.
(Giovanni Pellegrini, docente di lettere al liceo scientifico “Oberdan” di Trieste – residente oltreconfine in Slovenia).

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Author: Redazione

2 thoughts on “Noi prof in trincea (ma nessun grazie), di Gianni Pellegrini

  1. …ho ringraziato Gianni su fb
    Mi chiamo Gianni anche io e insegno a Domodossola con i bambini della scuola elementare stiamo tentando la stessa cosa .. la cosa bella è che per loro è una novità e penso che l’importante sia far capire ai bambini che i maestri non si dimenticano di loro.. quanto ai commenti comuni è un investimento a perdere anche se penso che molti colleghi contribuiscano a costruire questo pregiudizio…un abbraccio Gianni, resistiamo 🎶

    1. Carissimo collega, carissimo Gianni, grazie ancora per le tue parole, che condivido pienamente (anche quelle di critica…). Io sono al liceo ma, ma medie ed elementari presentano problematiche diverse, peculiari e altrettanto pesanti. Tiriamo dritto, e sai perché? Perché, come mi piace dire sempre, la scuola è casa nostra, la scuola siamo noi. Ne usciremo, sicuramente malconci, umanamente più ricchi, ma ne usciremo.

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