Ho conosciuto Federico Di Cicilia quando il comune amico Umberto Rinaldi mi ha trascinato nella giuria dei cortissimi del Cinefort Festival (ho parlato qui di quella bella esperienza). Federico mi piace perché incarna uno dei valori che amo di più del cinema indipendente: l’assoluta mancanza di furbizia, il candore delle storie.
Nell’ultima edizione del Festival del Cinema indipendente di Foggia, che risale all’ormai remoto 2014, facemmo vedere L’Ultimo Gol, presentato con successo a Giffoni, ma poi arenatosi nelle secche di una distribuzione, come troppo spesso accade agli autori indipendenti: un film delicato, che racconta l’altra faccia del calcio ma anche la generosità di giovani che si fanno carico del loro destino, anche a costo di rinunciare ai sogni.
Nell’occasione, il buon Federico si rese protagonista di uno dei più divertenti episodi che mi sia successo di vivere nella intensa storia della rassegna foggiana. Dopo la proiezione, il regista non era ancora arrivato e lo attendevo non senza una qualche impazienza. Conoscendo la puntualità di Federico non capivo cosa fosse successo, tanto più che, arrivando dalla vicina Campania, aveva detto di essersi messo in macchina per tempo.
Finalmente Di Cecilia arriva in sala e subito si scusa con il pubblico e spiega le ragioni del ritardo: “Vi chiedo scusa, ma è maschio.”
Federico era appena diventato papà. Appena il tempo per assicurarsi che il piccolo e sua madre stavano bene, non aveva esitato a mettersi comunque in viaggio, pur di raggiungere il Festival. Una grande e bella prova di amore verso il pubblico.
Oltre che regista, Di Cicilia è sceneggiatore (ha scritto il suo ultimo film, Irpinia Mon Amour) e attore (nella sua opera prima, Un altr’anno e poi cresco, è protagonista al fianco di Paola Cortellesi). Sotto quest’ultima veste non lo conoscevo. L’occasione me l’ha data ieri twitter (sia benedetto il social…) che mi ha fatto imbattere in un video che Federico aveva appena pubblicato, su un tema quanto mai d’attualità che si intuisce già dal titolo: #Io resto a casa.
Non è un vero e proprio cortometraggio ma piuttosto, come lo stesso autore chiarisce, uno sfogo: “Consigli, crisi di panico e speranze in una notte alcolica ai tempi del coronavirus”.
Protagonista di se stesso, Federico è esilarante, divertente, a tratti incontenibile. Il breve filmato non poteva mancare nella rubrica #Iorestoacasa… e guardo il cinema indipendente che oggi potrebbe semplicemente e tautologicamente intitolarsi: #Iorestoacasa e guardo #Io resto a casa.
Oltre che regalarci qualche minuto di autentico spasso (ma anche di riflessione…), Di Cicilia ha aderito all’iniziativa promossa da Ischia Film Festival, che ha deciso di mettere a disposizione del pubblico tutto il suo catalogo in questo periodo di forzata quarantena in casa. Qui sotto il filmato. Al termine trovate i collegamento agli altri film di Di Cicilia, e il riepilogo delle puntate precedenti.
I film di Di Cicilia disponibili sul sito di Ischia Film Festival:
#IORESTOACASA E GUARDO IL CINEMA INDIPENDENTE
I EPISODIO | Lorenzo Sepalone, il cinema in punta dei piedi
II EPISODIO | La forza delle donne contro la violenza che vela le ali (NADIA KIBOUT)
III EPISODIO |Alessandro Grande, cinema indipendente da Oscar
IV EPISODIO | Francesco Colangelo, quando il cinema indipendente vuol dire qualità
V EPISODIO | Quando Giovanni Falcone era “U muschittieri” (VITO PALUMBO)
VI EPISODIO | Il cinema che sorride di Alessandro Valori
VII EPISODIO | Quando il ragù napoletano diventa “noir” (ALFREDO MAZZARA)
VIII EPISODIO | Domenico Onorato, il coraggio e l’urgenza di raccontare storie
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